-Che succede? Dove sono?-
Mormorò Anna in preda al panico.
Era circa mezzogiorno, del giorno prima ricordava poco e nulla.
Si ritrovò in un ambiente familiare, le servirono una manciata di secondi per riconoscerlo: la stanza di Solange.
Sobbalzò dal letto non capendo il motivo per cui fosse là dentro.Di quel poco che aveva rammendato della sera prima, ricordava di aver litigato con Solange.
-Buongiorno Anna.
Disse Solange non appena entrata in camera. Era in intimo e con una tovaglia in testa per i capelli bagnati.
Anna non poté fare a meno di arrossire lievemente, non si era mai accorta delle belle forme e leggere curve della sua amica, mentre lei invece era più piatta.
Scosse velocemente la testa cercando di tornare alla realtà, sentendo comunque le guance andare a fuoco per il rossore.-Come mi ci hai portata qui?! E soprattutto, un po' di pudore no eh?-
Disse sbuffando cercando di sembrare arrabbiata, quando in realtà aveva in mente solo l'immagine dell'amica che entrò in camera con non curanza.-Intanto ti calmi. Poi, il pranzo è quasi pronto.-
Rispose tranquillamente la sua amica, aprendo l'armadio per poter trovare qualcosa da mettere, non ci avrebbe messo molto dato che metteva sempre gli stessi vestiti.
Prese i soliti jeans e la solita felpa, voltandosi poi verso Anna.-So che ti servono dei vestiti, ti presto quelli...-
-Non voglio nulla di tuo ne di nessun altro. Se permetti vado a casa mia, mi do solo una lavata al viso e vado via.--Non essere così affrettata Anna... Riguardo a quello che hai visto ieri..-
-Non m'importa un bel nulla. Sta lontana da me una volta per tutte. Se mi hai mentito su questo, chissà su cos'altro.-La rabbia prese il sopravvento in quella situazione.
Solange cercò parole in ogni dove nel proprip cervello, prendeva respiro ma poi le parole le morivano in gola, per paura che fossero sbagliate. Qualunque cosa le pareva sbagliata in quel contesto.-Cerca di darti una regolata, Anna. Non tutto ti è permesso lo sai? Sei sempre stata la principessa di turno senza pensare ai sentimenti delle persone. Ho sempre visto del buono in te. Ma devo ricredermi? Quest'omofobia ti sta portando a livelli allucinanti!-
Rispose quasi urlando, esausta di quella situazione. Non voleva più nascondere la propria bisessualità, né alla sua migliore amica, né a nessuno.*Quest'omofobia ti sta portando a livelli allucinanti*. Ad Anna rimbombò quella frase più e più volte in testa, non se ne era mai resa conto. Per lei era normale odiare chi amava persone dello stesso sesso, ma la sua fede in quella convinzione stava vacillando. Giusto o sbagliato? Etero è giusto e gay è abominio?
Si risvegliò dai suoi pensieri nel momento in cui Solange la chiamò schioccando anche le dita.
-Ora nemmeno mi ascolti mentre parlo. Fa quello che devi ed esci fuori da casa mia, stai diventando la peggior bigotta che abbia mai conosciuto. E sei..eri la mia migliore amica.-
-Come ero..-
-Non do amicizia a chi non apprezza chi sono, a chi non riesce ad accettare i miei gusti e soprattutto non posso ancora darti amicizia dopo tutto ciò che mi hai fatto.-Finalmente Solange ebbe il coraggio di dirle tutto ciò che aveva represso negli ultimi anni.
Quando andò a Londra conobbe Leah, una ragazza di 17 anni che frequentava il liceo.
Si incontrarono per la prima volta in un locale.
Bastò una breve chiacchierata per poter capire che erano da subito in sintonia.
Si scambiarono i numeri di cellulari e rimasero in contatto per tutto il tempo, finché Leah non raggiunse Solange.-Ragioniamo Solange...ci conosciamo da troppi anni. Posso provare ad accettare...-
-Non puoi provarci se sai anche tu che non riuscirai più a guardarmi in faccia. Le tue oche da passeggio poi, loro sì che ti hanno fottuto il cervello. Ne ho abbastanza. Appena hai le idee un po' più chiare, chiamami.-
Disse seria Solange. Faceva quasi paura, il suo tono di voce stava per diventare serio e autoritario. Quando in realtà era carico di rancore e tristezza, stava dicendo addio alla sua migliore amica.
Ad Anna vennero le lacrime agli occhi, così si chiuse in bagno per un paio di minuti. Si guardò allo specchio: il mascara le stava colando giù per tutto il viso, stava piangendo silenziosamente. La sua peggiore paura si avverò, tutto il mondo le crollò addosso.Riempì il lavandino d'acqua e si sciacquò il viso anche per togliere i residui del trucco colato.
Si fece una doccia veloce, non vedeva l'ora di uscire da quella casa.
Tirò fuori il vestitino rosa dalla propria borsa, togliendosi di dosso quella roba puzzolente che aveva messo dalla sera prima e lo mise. Infine si truccò, si sistemò i capelli e uscì dal bagno con la borsa in mano.-Adesso vado.-
Disse Anna con apparente indifferenza, ma una nota di dolore e tristezza si fece notare.
Solange sospirò, guardandola con gli occhi più assenti che altro.
-Sai come la penso, Anna.-
Senza nemmeno continuare la discussione, la accompagnò alla porta.
-Stammi bene.-
Così con tanta freddezza, Solange diede il suo addio ufficiale ad Anna.Hi guys! Questo era il quinto capitolo, votate se vi piace, ditemi cosa ne pensate nei commenti e continuate a seguire. A breve pubblicherò anche il sesto capitolo.
Ve se ama!
-beyhiverr.
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Pink Lemonade.
Novela JuvenilAnna, 17 anni, tipica ragazza di città che ama catturare l'attenzione ed essere sempre alla moda. Omofoba fin da piccola, da quando suo padre iniziò a dirle che l'amore tra due persone dello stesso sesso non può esistere. La sua migliore amica, Sola...