3. Mi ricordo di te (ANTEPRIMA)

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"Sparisci, orsacchiotta. Questa è mia." 

Orsacchiotta? Ma scherziamo? 

Tenendola d'occhio faccio per raggiungere la bambina, ma la donna si materializza davanti a me facendomi sussultare, poi mi spinge violentemente all'indietro e finisco gambe all'aria. Come se pesassi giusto qualche grammo. 

"Gonna adorabile," mi fa l'occhiolino. 

"La madre... sei stata tu?" sibilo con disprezzo. 

Voglio la certezza di non essere stata rapita anche da un assassino. 

Si lascia andare a una fragorosa risata, poi si liscia la lunga coda con una mano, come se fosse una collana costosa, e si avvicina alla bambina con un passo leggero. Mi irrigidisco, mentre la bimba geme e chiama ancora la madre... morta. 

Cosa posso fare? Se davvero sono come loro, posso difendermi, no? Sarò davvero come loro? 

E invece mi sento impotente, impaurita, una schifosissima preda, ed è una sensazione così terrificante e innaturale che devo trattenere un conato di vomito. 

Mentre sono assalita da una marea di pensieri riguardanti la mia prossima mossa, non mi accorgo che la donna si è accovacciata davanti a me e che ora mi sta fissando negli occhi. I suoi sono azzurri, ma molto più chiari di quelli di Logan. Sembra quasi albina, ma sono abbastanza sicura che non lo sia. Faccio per indietreggiare, per allontanarmi dall'elettricità che emana, però mi afferra saldamente i capelli e accosta il suo naso alla francese al mio collo. Annusa profondamente. 

"Mmmh... sembra delizioso." 

"Un'altra svitata," borbotto fingendomi – e fingendo brutalmente – tranquilla, e le punto un piede al petto spingendola via. 

È troppo veloce, ride ancora, mi spinge di nuovo a terra e stavolta mi sale sopra. È leggera come una piuma, ma forte come un uomo adulto con anni e anni di palestra alle spalle. Profuma di terra bagnata e di qualche altra acqua costosa che non riesco a definire, poiché gli unici profumi che metto sono quelli delle provette grandi quanto un dito che si trovano nei supermercati. "Adoro le grida. Soprattutto dei bambini. Dissanguerò prima te, con le grida di quell'angioletto come sottofondo, poi passerò a lei," mi dice, parlando come se stesse scegliendo di lasciare la sua pietanza preferita nel piatto per ultima. 

Sgrano gli occhi, incredula davanti tutta quella perversione. Provo a dimenarmi ma è tutto inutile, mi tiene ancorata al suolo con le sue mani affusolate piantate sulle mie spalle. 

"Helen." 

Il suo corpo mi copre la visuale, si guarda oltre le spalle e la sento trasalire. 

"Logan! Lo sapevo che eri tornato! Mi lasci qualche secondo? Finisco e arrivo," cantilena. "Prenditi la bambina, lei è con me," dice lui. 

Non ammetterò mai di aver provato del sollievo al suono della voce di Logan. 

"Scherzi?" replica Helen, poi mi fissa, scocciata, curvando la schiena sotto il peso di una spontanea e amara delusione, glielo leggo proprio negli occhi. 

Stavolta riesco a scostarla bruscamente e mi alzo, allontanandomi con la grazia di un ubriaco. No, di certo non vado a nascondermi dietro Logan, anzi, non lo guardo nemmeno in faccia, prendo direttamente la bambina in braccio, senza che lei opponga la benché minima resistenza e faccio per correre via, ma Helen mi si para davanti, e Logan si para davanti a lei. Come un soffio di vento, un lampo. Pochi secondi. 

Ne approfitto, mi dileguo, spingendo sulle gambe con tutta la forza che ho in corpo, ignorando i dolori che improvvisamente sembrano essersi quietati un poco. Mi fermo solo quando mi rendo conto di essere arrivata davanti all'ingresso della grotta. Serro i denti: la detesto. Sembra voglia farmi da prigione a tutti i costi. 

Hybrid - L'altra me (In libreria!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora