The Doll Maker

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C'era una volta un uomo che aveva costruito bambole di ogni forma e dimensione. Ne aveva anche costruite alcune a grandezza naturale. In molti avevano richiesto di commissionarli queste bambole costose e raffinate, così da portare al modesto uomo un sacco di soldi che fino a quel momento aveva condotto una vita umile insieme al suo giovane figlio Vine.
Il giovane ragazzo era affascinato dal lavoro di suo padre. Le parti di alcune bambole e intere bambole finite erano diventate l'arredamento della loro casa. Ognuna di esse era unica e aveva la sua incantevole personalità. Vine guardava affascinato suo padre al lavoro mentre dipingeva le loro labbra delicate sui loro pallidi visi. Un giorno sarebbe voluto diventare come suo padre e creare meravigliose opere d'arte.
Un giorno un ricco uomo d'affari ne commissionò una a grandezza naturale all'umile costruttore di bambole, egli recava il nome di Gier. Tuttavia, il costruttore di bambole declinò la sua richiesta poiché aveva scoperto che Gier era malato e voleva utilizzare quella bambola per soddisfare le sue discutibili perversioni. Gier si infuriò molto al suo rifiuto, così per placare la sua collera ingaggiò dei manigoldi per sbarazzarsi di lui.
Sulla casa del costruttore di bambole venne appiccato il fuoco. L'uomo diede la sua vita per salvare quella del figlio dalle fiamme. Vine vide con orrore e rabbia il padre venir arso vivo al suo posto. Le sue lacrime evaporarono al calore delle fiamme mentre guardava la sua casa venir ridotta in cenere e macerie.
Singhiozzò sui resti del padre, circondato dai ricordi carbonizzati della sua casa e delle belle bambole che l'avevano decorata fino a quel momento. Adesso erano ridotte a masse fuse, informi, orribilmente sfigurate dalle atrocità di quello che erano una volta.
Vine frugò tra le macerie con le sue mani esili e affusolate, cercando di recuperare tutto ciò che fosse sopravvissuto all'incendio. Alla fine riuscì a trovare un occhio di vetro rosa da bambola rimasto illeso dalle fiamme. Lo raccolse tra le mani e lo strinse al petto, mentre i suoi disordinati riccioli neri gli scendevano lungo il viso. L'occhio era tutto quello che si era salvato.
Il bambino aveva solo l'età di nove anni, quando aveva visto tutto quello che aveva conosciuto venir distrutto in un istante...
Sfortunatamente gli orrori non erano ancora finiti per lui.
Gli scagnozzi di Gier tornarono sulla scena del crimine per assicurarsi che il costruttore di bambole fosse morto per davvero. Trovarono il cadavere carbonizzato del padre e si imbatterono in suo figlio. Non sapendo di preciso cosa fare del bambino decisero di catturarlo e di portarlo a Gier.
Gier non aveva piani su di lui, ma decise di tenerlo, per rimpiazzare la bambola che non aveva mai avuto. Tenne con sé Vine per tre anni, trattandolo come una bambola, un oggetto, con cui giocare. Vine era suo prigioniero. Il ragazzo non poté sopportarlo e iniziò a perdersi. La sua mente aveva iniziato a deteriorarsi.
Una notte mentre l'uomo incombeva su Vine inchiodandolo al letto, cercando di giocare con lui, Vine decise che non voleva più giocare. Vine afferrò rapidamente una penna dal comodino e iniziò a colpire l'uomo ripetutamente al collo perforandogli la carotide. Il sangue iniziò a sgorgare copiosamente dalla ferita imbrattando i muri, il pavimento e lo stesso Vine.
Aveva appena ucciso un uomo per la prima volta. Il suo corpo inerme giaceva lì accanto, irrigidito. Vine rubò dei soldi e tagliò la corda.
Vine visse per le strade. Voleva avviare l'attività di famiglia ancora una volta per costruire bambole.
Visse in un appartamento abbandonato nel quartiere più malfamato della città. Con i soldi che aveva rubato riuscì a permettersi delle parti per costruire le bambole. Le vendette, guadagnando più denaro, migliorandole fino a farle diventarle persino più belle di quelle del padre. Gli fece assumere più vita. Ma plastica, argilla, porcellana non soddisfacevano più Vine...
. . .


NOTIZIE
Adolescente scomparsa ASSASSINATA. Una scena orribile è stata scoperta nel parco della città. Emily Rider brutalmente mutilata.
- Resoconto dell'autopsia- Emily Rider:
Causa della morte: emorragia massiva e shock.
Ritrovata in quello che sembrava un elegante abito cucito a mano. Gli angoli della bocca di Emily erano stati cuciti così da far sembrare che sorridesse e le labbra erano state dipinte di vernice per farle sembrare più rosse. Gli occhi sono stati asportati e rimpiazzati con occhi di vetro, ciglia finte e trucco verniciato. Le unghie sono state rimosse e sostituite tutte con unghie finte. Un'espressione congelata è rimasta impressa sul suo viso. La testa le è stata rasata e nascosta sotto una parrucca di capelli blu che è stata ricucita al suo cuoio capelluto dove una volta aveva un cascata di capelli biondi. Il dettaglio più inquietante, è che ogni giuntura del suo corpo è stata dislocata dalla sua sede o rotta.
L'opera di un assassino psicopatico.
Note esaminative:
Sembra che Emily Rider fosse ancora viva quando l'assassino ha cominciato a mutilare il suo corpo. Era ancora viva nel momento in cui la parrucca di capelli le è stata cucita allo scalpo, ciocca per ciocca, e così lo stesso quando i suoi occhi sono stati asportati per venir sostituiti.
È stata lasciata intenzionalmente sulla panchina di una parco, come se fosse stata una bambola in esposizione. Questo spiegherebbe perché le sue articolazioni siano state dislocate: per rendere più semplice e agevole il suo trasporto e la sua disposizione. Tra l'altro è evidente che con questa uccisione l'assassino volesse esprimere una forma d'arte nel suo operato...
Jason Harris [Medico esaminatore]
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Emily era stata la seconda vittima di Vine, ma la prima di una pista. Era riuscito ad ottenere un brivido di adrenalina dalla creazione di nuove bambole. Mutilando i loro corpi per renderle più belle. Adesso aveva 17 anni, mai arrestato. Continuando ad abitare in case abbandonate, continuando a uccidere.
Era diventato completamente pazzo, anche se non era quello che lui credeva. Si potrebbe descriverlo come uno schizofrenico. Però Vine era più che convinto di stare bene. Aveva vissuto in una realtà che lui stesso aveva creato nella sua mente. Non era un assassino, ma era un'artista, un'artista che costruiva stupende bambole.
Vine si vantava con superbia del suo lavoro, ma ancora considerava il suo corpo inutile, guasto, usato...
Nel tentativo di farsi bello come le sue bambole asportò uno dei suoi occhi e lo sostituì con l'unica cosa che gli era rimasta della sua infanzia, ovvero quell' occhio di vetro.
Poi, si cucì metà delle labbra per far sembrare che stesse sorridendo. Tuttavia, il suo lavoro rimase incompleto perché il dolore da cancellare era troppo. Sentì di aver fallito con sé stesso nel tentativo di diventare più bello, lasciando le ferite, lasciando la sua faccia brutalmente mutilata dalle sue stesse mani.
Lui era consapevole di essere merce avariata... sapeva di essere inutile... e tutto quello che lui poteva fare per rendere le persone felici era di continuare a costruire stupende bambole...
Le sue opere divennero molto popolari sui giornali e nelle trasmissioni televisive per averle esposte in luoghi pubblici. E amava il nome che la gente gli aveva dato...
The Doll Maker...
«Proprio come papà, giusto?»
«Lascia che ti renda bellissima»  

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