Capitolo Undici

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-DANNAZIONE!- sbraitò Xavier, scendendo in picchiata. Ruzzolammo a terra, fermandoci dopo qualche metro. Osservai il cielo e cercai di riprendere fiato.

-Xavier Clays, maledizione!- sbottai. Il centurione, leggermente distante da me, si irrigidì: era raro che alzassi la voce.

-Che c'è?- gridò, esasperato. -Non è colpa mia se...-

-Se hai dimenticato l'orologio a casa e, dato che ti eri distratto a fissare le ninfe dell'aria, pensavi fosse ancora presto?- Katniss alzò gli occhi al cielo.
Trattenni a stento una risata, voltandomi e vedendo Xavier rosso come un peperone.

-Io non...-

-Sì, sì, d'accordo. Compreremo un orologio ed escogiteremo un modo per non farti flirtare con le ninfe quando non è il momento- decretai, tirandomi a sedere. Infilai le dita tra i capelli, liberandoli dalle foglie e i fili d'erba che vi si erano impigliati.

-Gelosa, pretore?- le parole del ragazzo erano condite da un sorrisetto alquanto irritante.
Storsi la bocca. Ero così dannatamente tentata di tirargli una pugnalata... ma optai per dar retta al buon senso.

-Dove siamo?- domandai, ignorando il centurione.

Katniss indicò qualcosa che si ergeva alle mie spalle. Mi voltai, trovandomi faccia a faccia con un cartello. In rosso spiccava la scritta "Torreón".

-Ah, però, niente male- constatai, alzando le sopracciglia.

-Sei mai stata qui?- domandò Katniss, guardandosi intorno disorientata.

-No, ma una mia cara amica sì.- risposi, secca.
Come lame, alcuni frammenti di un pomeriggio invernale dell'anno precedente trafissero la mia anima. Talia ed io eravamo sdraiate sul mio letto, avvolte nelle coperte.
Mi stava raccontando dei suoi innumerevoli viaggi in giro per il continente mentre osservavo il suo viso sereno.
Se mi concentro riesco ancora adesso a sentire le sue braccia stringermi dolcemente a sé.

Serrai gli occhi, cercando di scacciare quei pensieri estremamente dolorosi.

-Dobbiamo andare in quella direzione- decretò Katniss, indicando un punto in mezzo agli alberi. Annuii.

-Okay, vado avanti io. Xavier, coprici le spalle.-

Pensai di avviarmi verso il bosco in testa del gruppo, ma qualcuno aveva da ridire.

-Ah, no, non pensarci neanche! Vado avanti io.- ribatté il centurione, raddrizzando la schiena. -Ho il dovere di proteggervi, in quanto gentleman della missione.-

Mi irrigidii, scrutandolo da capo a piedi.
"D'accordo," pensai. "Vuoi essere un gentleman? Ecco cosa mi ha insegnato Talia Grace a proposito di voi bastardi."
Con un movimento secco e deciso, tirai una forte ginocchiata contro l'inguine di Xavier.

-Dei santissimi...- gemette, piegandosi in due dal dolore. Si appoggiò alla spalla di Katniss con un braccio, mentre quella ridacchiava. Effettivamente, averlo davanti rosso per la vergogna e il dolore era alquanto esilarante.

-Ti conviene imparare in fretta che con me, Clays, i gentlemen non hanno vita lunga. Ora muoviamoci, abbiamo una missione da svolgere.-

Warriors don't cry.   ||Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora