Amore mio, voglio colorare questi fogli bianchi con i ricordi che ho di te in quel periodo che ti ha visto entrare nell'adolescenza. Ti sei trasformata sotto i miei occhi, da bambina a giovane donna, dandomi la sensazione che il tempo scorresse troppo velocemente.
Tu...Viola, con i lunghi capelli dai riflessi dorati e gli occhi blu, felici e ricchi.
Tu, a cui la natura ha voluto riservare il dono di una disarmante e innocente bellezza.
Tu, che ami gli animali e non puoi nemmeno pensare di mangiarli.
Eri forte, determinata, troppo testarda e ti facevi amare per il tuo ardore, per il sorriso che era sempre sul tuo viso e per gli occhi che rivelavano la profondità della tua anima e la tua autenticità.
Mi ricordo che ascoltavi sempre la musica, con le tue grandi cuffie e t'immergevi nella magia delle note che coloravano la vita. Spesso ti chiamavo senza ottenere risposte e cercandoti, ti sorprendevo con espressioni sognanti, distaccata dal mondo, dove nessuno poteva raggiungerti.
Tu...Viola, a soli undici anni, eri diventata improvvisamente grande, catapultata in una nuova vita, dapprima spaesata, impaurita, eri riuscita poi a metabolizzare tutta l'emotività scatenata da quegli eventi, ritrovando nuovi equilibri dentro di te, intorno a cui ricominciare la tua esistenza.
La maturità che silente abitava in te, era stata stimolata ed emergeva precocemente, illuminandoti e trasformandoti in una ragazza capace di vedere più lontano e più in fondo.
Alle tue qualità, si era aggiunto uno spiccato senso di responsabilità e la consapevolezza di avere dei passaggi obbligati e ricorrenti durante ogni giornata, ma la tua serenità ti consentiva di condividerli senza pudori con chi ti era vicino, senza il timore di dover nascondere nulla, anzi facendo sembrare molto facile e normale bucarsi un dito o farsi una puntura sul braccio prima di mangiare.
Tutto era estremamente normale, come usare un antistaminico per un allergico, piuttosto che evitare un alimento per un intollerante. Portavi la tua normalità ovunque, senza timore di mostrati, quasi con fierezza, ricordando sempre le parole del tuo amico Tommaso, che ti aveva suggerito di trasformare quell'aspetto di te nel tuo fascino esclusivo.
Il diabete faceva parte di te e orgogliosamente ti mostravi per ciò che eri, anche per questo eri guardata con stima e ammirazione dagli amici che talvolta s'impressionavano di fronte ad aghi e gocce di sangue. Nel momento in cui avessi voluto tenere nascosta agli altri la tua condizione, tu stessa l'avresti fatta diventare un segreto da non rivelare, qualcosa che non volevi che gli altri sapessero. Invece desideravi comunicare un messaggio positivo, che aiutasse anche le persone a rapportarsi in modo incondizionato e spontaneo con quell'aspetto di te vissuto apertamente, per stimolare un'apertura mentale verso tutto ciò che poteva rappresentare una diversità, suscitando inconsapevoli, talvolta incontrollate remore.
Il diabete non aveva minimamente modificato le tue abitudini non t'impediva di condurre la tua solita vita dinamica e spensierata. Le tue intense giornate, fitte d'impegni scolastici e sportivi, erano valorizzate da coloro che riempivano la tua vita di emozioni e da passioni stimolanti, che regalavano un senso a tutto il tuo tempo.
STAI LEGGENDO
Dolce e amaro
General FictionViola si appresta a vivere la sua adolescenza, le amicizie, le delusioni, l'atteso primo bacio, l'amore...quando scopre di avere una malattia che potrebbe minare il cammino della sua vita. Troverà il coraggio e la forza per trasformare la paura, lo...