Cap. 3

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La ragazza era stesa a terra, con qualche graffio e macchie di sangue qua e là, fissava impaurita e con uno sguardo innocente la sagoma oscurata davanti a lei, se ne stava immobile, seduta sul letto su cui Lauren si era addormentata poco prima. Lauren si alzò dal pavimento barcollando, nello stesso momento anche la sagoma nascosta all'ombra saltò verso di lei, buttandola a terra, un urlo uscì dalla povera mora, aveva sbattuto forte la schiena, non riusciva più a muovere nessuna parte del corpo. La sagoma oscura iniziò a darle pedate, colpendola nella pancia, nelle gambe, nelle braccia, nella faccia. Lauren non si mosse più, chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dal estremo dolore che invadeva ogni nervo del suo corpo.
Dei passi risuonarono nella sua testa, quello fù l'ultimo rumore che sentì, prima che tutto si fece buio.

Un forte rumore svegliò la mora, che aprì gli occhi spaventata. Il cuore le batteva all'impazzata, il respiro era accelerato e la sua testa era in stato di confusione, si trovava nel caldo e comodo letto del proprio albergo, sotto le coperte, vestita solo dall'intimo. Non realizzò subito tutto, controllò ogni angolo del proprio corpo senza trovare il minimo segno di un graffio o una botta, da questo capì fosse solo un sogno, anzi, un incubo.
La ragazza si rasserenò solo per qualche minuto, fin quando non si accorse di essere in uno stato diverso da quello in cui si era coricata.
Qualcuno era entrato nella sua stanza, ma chi? Doveva trovare delle spiegazioni, doveva chiederle a qualcuno.
Indossò una lunga maglietta nera con delle scritte in verticale, dei jeans grigi attillati e delle scarpe da ginnastica nere, si sistemò i capelli in una lunga coda legandoli con un elastico nero e mise un filo di matita nera sotto gli occhi.
Chiuse la porta a chiave controllando più volte la sicurezza della serratura.

Al contrario della sera prima scese dalle scale, trovandosi nella sala reception, dove una signorina sui 27 anni la guardava incuriosita.
-posso aiutarla?-
-Ehm, si, grazie, vorrei parlare con la ragazza che lavora qui come portiera, quella che indossa una collana con il segno di una croce.-
-Non abbiamo portieri qui dentro, ma la cuoca indossa una collana del genere, se desidera incontrarla, la signora è libera alle 13:30 e può incontrarla nel bar dell'albergo.-
-La ringrazio, alle 13:30 sarò lì, mi auguro di trovarla.-
-la troverà sicuramente, buona giornata.-
La signorina dai corti capelli biondi tornò dietro la scrivania, intenta a sistemare dei fogli sparsi per il pavimento.
Erano ancora le 10:09, e Lauren poteva dedicare quel tempo a se stessa, infondo non aveva neanche controllato i messaggi o le notifiche, da ieri sera, e aveva bisogno di fare una passeggiata.

La ragazza sorrise da ciò che trovò; milioni e milioni di notifiche, provenienti da tutti i social network su cui era registrata.
La so sconosciuta non le aveva ancora inviato nessun messaggio e Lauren poteva dedicare il tempo al suo caffè e a rispondere alle tante richieste dei fans.
La ragazza era ormai completamente dipende dai social, non poteva più farne a meno, erano il suo primo pensiero ogni mattina. La facilità con cui venisse apprezzata e accettata dalle tante persone che la seguivano, tendeva tutto più facile. Infatti, tutto quello che desiderava era essere apprezzata, cosa che fino ad un anno fa non era mai accaduta.
La mora ripensò a tutte le cose brutte passate, dal bullismo a scuola alla gelosia improvvisa, al trovarsi senza amici, senza qualcuno con cui parlare, senza qualcuno da abbracciare. Internet le dava ciò di cui aveva bisogno.

Il suo telefono segnava le 13:20, tra 10 minuti avrebbe incontrato la ragazza che probabilmente la stalkerava da quando i loro sguardi si incrociarono sul treno.
La ragazza iniziò a pensare che potesse esserci un collegamento tra la ragazza del treno e la sconosciuta, infondo sarebbe stato una cosa logica, qualche sua fans voleva incontrarla, ma si vergognava e preferiva fare così.
-Ehi, sei tu che mi cercavi?-
Lauren si girò elettrizzata, ma tutto finì nel momento in cui si trovò una donna adulta davanti, abbastanza robusta e rossa di capelli.
-salve, cercavo un'altra persona veramente, pensavo potesse essere lei, visto che avete la stessa collana.-
Una collana apparentemente identica a quella della piccola ragazzina del treno, pendeva dal collo della donna.
-posso sapere dove l'ha presa?-
La donna sbiancò a quella domanda, che l'avesse presa alla sprovvista?
-beh, me l'ha regalata una ragazza, davanti alla gioielleria qui accanto, come mai ti interessa tanto?-
-niente, solo curiosità, la ringrazio.-

TANTANTAAAN. Lo so che stavate già per uccidermi, per l'inizio, ma man a mano che continuerò la storia, vedrete quanti colpi di scena ci saranno.
Un bacio.

•Unknown.• Camren.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora