Capitolo V

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Mi svegliai con un lieve bussare alla porta della mia camera, e appena aprii gli occhi vidi Belle entrare, per poi venire a sedersi sul mio letto. Mi ero addormentata con un libro aperto sulle gambe dopo aver fatto la doccia, ed ora avevo un mal di schiena terribile.
"Ti ho disturbata?" mi domandò lei prendendo il volume e poggiandolo sul comodino.
"No, mi ero solo appisolata..." le risposi, soffocando uno sbadiglio. Sarà stata mezzanotte, ed in quel momento mi chiesi se i nostri due ospiti stessero già dormendo.
"Allora?" fece poi Belle con sguardo furbo. Già che ero mezza rintronata dal sonno, mi mancavano pure gli indovinelli!
"Allora che?"
"Hai confessato il tuo amore eterno per Piton e poi magari..." concluse lei, facendomi l'occhiolino, maliziosa.
"Nooo, ma sei pazza? Abbiamo solo parlato, poco peraltro." Sospirai io, avrei voluto scambiare due parole in più, ma era un tipo difficile da avvicinare.
"Oh, peccato... sapessi io..." continuò lei, lasciando la frase in sospeso, come per far intendere qualcos'altro. Sapevo che aveva un debole per i Grifondoro, ma non pensavo fino a quel punto. Io in risposta alzai le sopracciglia e spalancai la bocca, non ci potevo credere.
"Non è quello che stai pensando!" disse lei subito, mettendo le mani avanti. Meno male, altrimenti Belle sarebbe stata leggermente precipitosa...
"Però abbiamo avuto modo di parlare molto nel pomeriggio, gli ho raccontato tutto di me, gli ho detto che ero una fan dei Grifondoro e lui mi ha praticamente osservata per tutto il tempo. È così, così..." e sospirò felice, appoggiando la schiena sul materasso.
Era innamorata persa, tanto quanto me con Severus, l'unica differenza era che Piton era un pezzo di legno, Black magari era un po' più elastico.
"E poi siamo usciti dal negozio, Sirius si è fermato, mi ha preso per le spalle e spinta contro il muro. Mi ha dato un bacio che non riesco nemmeno a descrivere."
Cosa? L'aveva baciata? Così, dopo nemmeno un giorno la sbaciucchiava come se fossero stati due ragazzi innamorati che non si vedevano da mesi?
"Ma sei sicura che lui ricambi? Sì, insomma, non ti sta usando?" domandai io. Non volevo che la mia migliore amica soffrisse per un puttaniere, era già successo una volta, e lei ci aveva messo un mese per riprendersi.
"Non lo so, però ha una luce strana negli occhi ogni volta che mi guarda, mi fa stare bene." Mi rispose Belle, alzandosi.
"Va bene, però se non te la senti fai con calma." Le dissi io, protettiva. Volevo il meglio per lei, la consideravo come una seconda sorella per me.
"Certo, certo. Grazie sei un amore..." fece lei, dandomi poi un bacio sulla guancia e uscendo dalla mia camera, dopo esserci scambiate la buonanotte.
Mentre puntavo la sveglia per la mattina, continuavo a pensare a quello che mi aveva appena detto quella pazza della mia coinquilina; diciamo che un po' la invidiavo, anch'io volevo essere bella come lei: sempre perfetta, bionda con gli occhi azzurri, elegante, insomma una donna che attirava l'attenzione... e invece io ero agli antipodi, mora, occhi nocciola che avevano un contorno scuro, e assolutamente goffa e sbadata.
Le uniche persone che mi avevano detto che ero bella erano mia mamma, mio papà e Belle; i ragazzi non erano mai stati interessati a me, erano troppi intenti a guardare le oche. L'unico che si era avvicinato a me era il nipote del mio capo, oltretutto uno sbruffone, che invece di lusingarmi mi importunava, ma era talmente stupido, che continuasse per la sua strada...
Nello sconforto più totale sprofondai la testa nel cuscino, sospirando: prima o poi qualcuno si sarebbe innamorato di me, nonostante tutto aspettavo ancora il principe azzurro.
~☆~
Piton si svegliò all'alba, infastidito da un rumore che proveniva della sua sinistra: Black nemmeno quando dormiva stava zitto, doveva parlare anche nel sonno! Sconsolato si alzò, dirigendosi verso il bagno: dato che era presto ne avrebbe approfittato per farsi una doccia veloce, per poi essere pronto per la giornata che avrebbe trascorso al negozio ed al parco. Senza contare che sarebbe dovuto risalire su quell'auto, lui odiava le auto babbane... aveva proprio bisogno di rilassarsi, per evitare di scoppiare. Era appena il secondo giorno d'inferno quello e mancavano ancora due mesi, il suo sistema nervoso non ne sarebbe uscito integro...
Scivolò sotto la doccia, dopo essersi spogliato, ed aprì il rubinetto venendo così inondato da un getto d'acqua gelata. Imprecò a bassa voce, non doveva svegliare nessuno, ed infreddolito aspettò che si scaldasse, iniziando poi a lavarsi.
Quando uscì, con un colpo di bacchetta si asciugò e poi si mise davanti allo specchio: il suo corpo era rimasto uguale, solo si era aggiunta una cicatrice sul collo, lo squarcio gentilmente concesso da Nagini. Era sempre pallido come la morte, il suo avambraccio era deturpato dal Marchio Nero ed il giorno prima era stato così stupido da tenere le maniche della camicia arrotolate facendolo vedere a Mia.
Si rimise i boxer e i pantaloni, poi tornò al lavello, per spalmarsi la schiuma e iniziare a radersi il volto; certo che la nuova cicatrice era fastidiosa, prudeva ogni volta che la lama la sfiorava.
Da quel giorno non sapeva proprio cosa aspettarsi: già che non amava Potter, doveva pure trascorrere del tempo in un negozio che lo venerava! Almeno il pomeriggio poteva considerarsi 'libero'...
Uscì così dal bagno, passando davanti alla camera della bella addormentata, e vide che la porta era socchiusa, facendo sì che si potesse facilmente vedere all'interno; normalmente avrebbe proseguito senza esitazioni, ma una lieve curiosità lo pervase: si sporse e guardò all'interno. Gli ci volle qualche secondo per mettere a fuoco la figura distesa sul letto, ma poi la scorse: sembrava una contorsionista, le gambe attorcigliate al lenzuolo e la faccia sprofondata nel cuscino, con una miriade di capelli che le coprivano il volto. Piton si domandò come riuscisse a respirare, dato che sembrava che l'ossigeno non trapelasse lì... era quasi ora che si alzasse, quindi decise di tornare in soggiorno, per evitare di essere scoperto; sarebbe stato un po' difficile spiegarle il perché la stava osservando...
~☆~
La mattina dopo non avevo assolutamente voglia di alzarmi: volevo rimanere al calduccio sotto le coperte e magari dormire qualche ora in più... meno male che fra poco sarebbero incominciate le vacanze natalizie, per la precisione l'otto di dicembre. Non avevo programmi particolari, men che meno ora che avevo Severus, sarei rimasta sempre a casa; Belle aveva già in programma di partire per non so dove di preciso, ma era sicura sulla località, la montagna.
Poi Sirius non era un problema, sicuramente lo avrebbe portato con lei, dato che fra non molto sarebbero andati a letto insieme secondo me... cavoli l'aveva già baciata! E più ci pensavo, più mi pareva surreale! Ed io che ancora non avevo concluso nulla... non con Severus ovviamente, ma con la popolazione maschile in generale, non ero mai stata in intimità con un ragazzo, un bacio al massimo sulla guancia da buoni amici, ecco come mi vedevano: come una buona amica. Maledetta friendzone...
Dopo questi pensieri alquanto deprimenti decisi di darmi una mossa e vestirmi, per poi andare a raccattare Piton. Guardai l'ora sullo smartphone e mi accorsi che grazie alla mia pigrizia, un altro mio bellissimo difetto, eravamo in ritardo, quindi non avevamo nemmeno tempo per la colazione. Andai in soggiorno, rischiando di andare a sbattere sulla mobilia più di una volta per il buio, ma alla fine arrivai sana e salva, nemmeno fosse un percorso ad ostacoli!
"Vieni, dobbiamo andare!" gli sussurrai, quando mi fui avvicinata al divano-letto dove era seduto, tirandogli una manica. Lui si alzò sbuffando, seguendomi fuori dalla porta.
"Buongiorno anche a te..." fece lui, appena fummo fuori dall'appartamento e io ebbi chiuso la porta.
"Sì, scusa, buongiorno." Gli risposi io, entrando nell'ascensore e schiacciando il bottone per il piano terra.
Non vedevo l'ora di arrivare a destinazione, non mi piacevano per niente gli ascensori, mi mettevano ansia; quando ero bambina e ci salivo con mia madre l'abbracciavo stretta stretta dalla paura, ma ora che ero cresciuta non mi facevano più quell'effetto, anche se un po' di inquietudine rimaneva comunque. Diciamo che invece di abbracciare come una piovra il malcapitato che entrava nell'abitacolo con me, mi torcevo le mani dal nervosismo e al minimo rumore anomalo saltavo come una molla... e quante figure cretine avevo fatto... ma come faceva Piton a restare così impassibile? Tremavo io per lui...
Appena fummo fuori tirai un lieve sospiro di sollievo e insieme ci incamminammo verso l'auto, poco distante da lì. Fortunatamente c'era poco traffico e prima di arrivare al negozio mi fermai in un bar a prendere del caffè per lui, e una cioccolata calda per me. Quello era proprio il mio giorno fortunato, avevo persino trovato un parcheggio davanti al negozio e quindi era perfetto. Non vedevo l'ora di vedere come avrebbe reagito Severus alla vista dei souvenir di Harry Potter, sperando però che non gli venisse un attacco isterico.
Aprii la porta e lo feci entrare per primo, girando poi il cartello da chiuso ad aperto e lo osservai divertita. Aveva una faccia a dir poco schifata e si stava trattenendo per non fare commenti che sicuramente non sarebbero stati positivi...
"C'è gente che paga per comprare questi, questi..." iniziò lui, guardandosi intorno disgustato e non trovando parole giuste per esprimersi.
"...souvenir? Sì, anche se non riguardano tutti Harry, se è quello che stai pensando." Gli risposi, accennando ad una risatina. "I bambini appassionati ne vanno matti."
"Voi siete pazzi." Constatò infine, sconsolato.
Io risi, mentre lui mi fulminò con lo sguardo: com'era permaloso!
~☆~
Piton era sbalordito, ma prima di tutto era letteralmente disgustato: scaffali pieni di oggetti riguardanti Potter, aveva scorto persino la Mappa dei Malandrini! Poi bacchette di tutti i tipi, peluche, magliette, portachiavi, ma dov'era finito, in un circo?
Non sarebbe sopravvissuto, chissà ora cosa lo avrebbe messo a fare, gli venivano i brividi lungo la spina dorsale solo a pensarci.
~☆~
"Bene, di solito il boom dei clienti è verso le nove, tra un'ora quindi. Nel frattempo controllo la merce o riordino, se qualcosa è fuori posto. Tu potresti darmi una mano, no?" gli dissi speranzosa, magari avrebbe accettato, anche se non ne ero sicura.
"No. Ti sei già risposta da sola." Fece lui, incrociando le braccia al petto. "Non ho intenzione di dilettarmi in lavori prettamente femminili."
"Non sono lavori solo femminili!" gli risposi io indignata, sbattendo un piede a terra. "Ci sono anche ragazzi che fanno i commessi!"
Tutto quello che fece lui fu ridacchiare. Ma ci provava gusto a prendermi per il culo?
"Perché ridi ora?" gli domandai infatti, magari riusciva ad illuminarmi.
"Sei buffa quanto ti arrabbi." Mi rispose solamente, con un sorrisino di scherno.
Io scossi la testa sconsolata e iniziai a lavorare veramente, mentre lui si andava a sedere su una sedia vicino al bancone. Restò così per tutto il tempo, sparendo non so dove quando entravano i clienti; quando non c'era nessuno potevo sentire il suo sguardo su di me, mi faceva venire i brividi, almeno sapevo che era lui, altrimenti mi sarei spaventata a morte! Dopo la pausa pranzo io restai lì al negozio, mentre Severus andò al parco; un po' mi dispiaceva, c'era un freddo cane fuori, invece io ero al caldo. Se continuava così ogni giorno si sarebbe beccato un bel raffreddore... magari per non stare fermo tutto il tempo poteva farsi una passeggiata.
~☆~
Lui era amante del freddo, lo preferiva di gran lunga al caldo, d'altronde i sotterranei erano tutto fuorché caldi ed accoglienti; quindi si sentì sollevato nell'essere all'aria aperta: dentro a quel negozio si annoiava a morte ed ogni volta che entrava un cliente preferiva fare un incanto di disillusione per non essere visto, anche se non l'avrebbero riconosciuto. L'unico passatempo era osservarla, aveva notato molti aspetti del suo carattere in due giorni: quando si arrabbiava era divertente da guardare, pestava il piede a terra ed esigeva di essere ascoltata; aveva paura degli ascensori, infatti quella mattina scendendo poteva tagliare la sua tensione con un coltello da quanto era nervosa, si aspettava da un momento all'altro che gli saltasse in braccio tremando, e lui in quel caso l'avrebbe gentilmente lasciata cadere a terra. Sorrise tra sé formulando quel pensiero e provò ad immaginare la sua faccia, probabilmente sarebbe diventata rossa come un peperone...
~☆~
Quel pomeriggio era più calmo del solito, non erano venuti molti clienti ed io stavo facendo l'inventario seduta al bancone, annoiandomi a morte; come al solito pensavo a Severus, ma ero abbattuta: non avevamo spiccicato una parola, avevamo solo avuto uno scontro appena arrivati e poi era stato tutto il tempo in silenzio. Belle era a casa felice come una Pasqua con il suo Sirius... diedi uno sguardo al suo stato di WhatsApp e quello parlava chiaro: c'era un cuore tra le lettere B ed S... quella sera sarei rimasta alzata fino a tardi a sentirla parlare di quanto bravo era Black con il solo risultato di deprimermi ancora di più, per fortuna che esisteva la Nutella! Almeno lei però era felice...
Ma se Piton era uscito dai miei pensieri, non avrebbe dovuto avere una cotta per me, baciarmi ad ogni momento della giornata e farmi sentire una donna? No, era solamente scorbutico.
Nel mentre dei miei pensieri la porta si aprì e sentii una voce molto sgradevole salutarmi calorosamente: era il nipote del mio capo, Connor Bale, l'uomo più stupido, arrogante e sfiancante del pianeta terra. Si era messo in testa che doveva avermi, ma lui non mi piaceva, già dal primo giorno in cui l'avevo visto avevo capito che era un poco di buono...
"Ciao bellezza!" mi salutò lui, venendo verso il bancone e appoggiandoci sopra il gomito, togliendosi poi gli occhiali da sole, in un modo che per lui sicuramente era seducente, e per me era ridicolo. Che poi, eravamo a novembre e fuori c'era buio, Cristo Santo, a cosa gli servivano?
"Salve Connor." Gli risposi io, con voce stanca; ero arcistufa di lui e di tutti i suoi inviti. Era troppo vicino per i miei gusti e quindi mi scansai, con la scusa di dover sistemare alcune etichette sulle bacchette messe in esposizione. Sfortunatamente lui mi seguì, continuando soprattutto a blaterare, mi sarebbe piaciuto un sacco che Piton fosse lì, magari lo avrebbe incenerito se glielo avessi domandato.
"Allora, come stai? Sei ogni giorno più bella, hai per caso tagliato i capelli?" disse lui con il suo tono vomitevole, che prometteva una prossima sviolinata da parte sua.
"No, non ho fatto niente. Comunque scusami, ma è ora di chiusura e devo iniziare a sbaraccare." Feci io sollevata; il tempo era volato e guardando all'esterno avevo visto Severus vicino all'auto, quindi era ora di andare.
Mentre prendevo la mia borsa ed il mio cellulare, lui mi stava incollato e mi dava parecchio fastidio.
"Senti, vuoi che ti accompagni a casa? Magari andiamo fuori a cena prima..." disse lui, facendomi l'occhiolino.
Io sospirai, non lo avrebbe mai capito.
"No, Connor, te l'ho già detto. Ho l'auto e una persona mi sta aspettando lì fuori." Ripetei io per l'ennesima volta.
"Chi è?" mi domandò lui guardando Severus.
Ed ora che gli dicevo? Non potevo mica raccontargli la verità!
"Ehm, quello è il mio ragazzo..." mentii, e vidi che lui strinse i pugni e serrò le mascelle.
"Bene, ti piacciono i punk vedo." Disse lui acido, prendendomi in giro. Forse ora mi avrebbe lasciato in pace... e feci finta di non aver sentito l'ultimo commento, altrimenti lo avrei preso a botte.
Aprii la porta, indicandogli chiaramente di levarsi dai piedi e lui uscì, per poi continuare ad aspettarmi mentre chiudevo la saracinesca. Non era possibile che continuasse a starmi attorno!
"Allora ci si vede." Fece infine lui, abbracciandomi da dietro e dandomi un bacio sul collo. Si sentiva chiaramente che era eccitato, quel porco! Io per risposta mi girai e gli tirai uno schiaffo, proprio in pieno viso: ma come si permetteva di farmi una cosa del genere!
Lui rimase lì imbambolato e poi mi diressi a grandi falcate verso l'auto dove mi aspettava Severus, che ovviamente aveva visto tutta la scena.
Tutto il tragitto lo passammo in religioso silenzio, ero nera in volto, se mi avesse rivolto la parola comunque non gli avrei risposto, per calmarmi stringevo compulsivamente il volante, un altro po' e lo avrei stritolato.
Arrivati a casa cenammo tranquillamente, chiacchierando di tanto in tanto, ed io cercai di non far trasparire la mia rabbia per non far preoccupare Belle, che era al settimo cielo, e potevo anche immaginare il perché...
Finalmente la cena finì e così potei andare a farmi una doccia rilassante: mi spogliai e mi infilai sotto il getto d'acqua bollente, mentre pensavo a cosa era successo al negozio. Certo che quel tipo era veramente un maiale, si era attaccato al mio sedere e così avevo potuto sentire la sua erezione premermi contro una natica; faceva veramente schifo, era rivoltante, per non parlare del bacio poi. Sicuramente lo aveva fatto per ingelosire il mio 'finto ragazzo', ma visto che lui non lo era il pensiero non lo aveva sfiorato minimamente. Avevo voglia di prenderlo a botte, quel verme.
~☆~
Piton era disteso sul letto e continuava a tornargli alla mente la scena fuori dal negozio. Aveva pensato che quel tizio fosse il suo fidanzato, ma da come aveva reagito qualcosa gli diceva che non stavano insieme... era leggermente infastidita dal comportamento dell'uomo.
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"Hei Mia sei sveglia?" mi domandò Belle da dietro la porta della mia camera.
"Sì, entra pure!" le risposi io, sedendomi a gambe incrociate sul letto.
Lei si fiondò all'interno, correndo verso di me e abbracciandomi di slancio.
"Sono felicissima!" disse lei con un urletto ed io non potei far altro che sorridere, contenta per lei.
"Scommetto che hai qualcosa da raccontarmi tu..." le feci puntandole un dito contro, sorridendo.
Lei fece un sorriso radioso ed annuì vigorosamente.
"È successo..." disse solamente ed io capii tutto. Ora avevo la prova che Sirius era più elastico di Severus.
"È stato semplicemente perfetto. Era dolcissimo, mi sussurrava sempre parole dolci e i baci sul collo..." continuò Belle, per poi abbassare la scollatura del maglione e farmi vedere un succhiotto violaceo: cavolo, ma era un vampiro? La mia espressione parlava da sola, avevo la bocca spalancata e non riuscivo a dire niente.
Tutta la serata passò così, con lei che mi raccontava tutti i particolari della mattinata, ed io che la stavo ad ascoltare. Il giorno seguente mi sarei sicuramente consolata con la Nutella...

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Spazio autrice
Salve a tutte! Ecco il capitolo quattro, dopo un po' sono riuscita a trovare uno spiraglio di tempo di libero... ed ecco qui un altro giorno di convivenza tra Severus e Mia. I commenti sono sempre bene accetti. Al prossimo capitolo! 👋

Catapultato In Un Altro MondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora