Capitolo XVIII

946 51 18
                                    

"Oh, cazzo. Ma sei seria? Perché non mi hai telefonato?"
"Non ce n'era bisogno. Avevo Severus e non volevo rovinarti le vacanze."
"Sei la solita..." sbuffò infine Belle infastidita.
Avevo appena raccontato alla mia migliore amica cos'era successo con Connor e lei non l'aveva presa molto bene. In effetti mi ero sentita un po' in colpa per non averle detto nulla, ma l'avrei fatta preoccupare troppo. E in quel momento in cui non c'era nessuno in casa mi ero confidata con lei, da donna a donna.
"Quindi ha scassinato la porta e stava quasi per violentarti? È successo per ben tre volte?" domandò esterrefatta.
Da un momento all'altro pensavo di vedere la sua palpebra iniziare a contrarsi per il nervosismo. Io annuii piano, stringendo di più il cuscino che avevo tra le braccia.
"Dove diavolo era Severus?"
"La prima volta sono riuscita a fuggire, e non stavamo ancora insieme. La seconda mi ha salvato per un pelo e la terza è arrivato giusto in tempo."
"Ma se quel maiale è entrato in casa!" sbottò poi, incrociando le braccia al petto.
"Avevamo litigato, e gli avevo urlato di andarsene."
Stavo aspettando che mi dicesse qualcosa, ma era come imbalsamata, con il mento appoggiato alla mano.
"Mia io ti voglio bene, sei come una sorella per me, ma certe volte sei veramente impossibile." Concluse infine, venendo ad abbracciarmi.
"Scusa... d'ora in poi ti racconterò tutto." Le promisi allora, ricambiando l'abbraccio.
Comunque non ero l'unica che non aveva detto tutto subito... infatti Sirius e Belle erano tornati da una settimana e solamente ieri mi aveva rivelato una grossa novità: avevano intenzione di trasferirsi in un nuovo appartamento, nel condominio di fronte. Mi era dispiaciuto leggermente, dovevo ammetterlo, ma non potevamo vivere tutti insieme appassionatamente. Soprattutto perché Severus e Sirius erano come cane e gatto.
Adesso eravamo sole: Sev era al lavoro e Sirius era stato spedito a fare la spesa. Già, il mio uomo aveva iniziato la sua carriera di preside, era ormai il terzo giorno e tutto procedeva a meraviglia. A lui andava più che bene, perché a casa c'era 'il suo acerrimo nemico'. Non si sopportavano proprio quei due...
Anche Sirius però, sempre a stuzzicarlo, non era propriamente un angioletto.
"Comunque oggi pomeriggio parlo con il capo: ho una paura tremenda." Le confessai poi, staccandomi. Dovevo levarmi questo grosso peso anche con il signor Hudson, sebbene non ne avessi molta voglia, sicuramente ci sarebbe stato anche Connor. Il cocco di zio si era fatto pagare la cauzione...
"Vuoi che venga anch'io?" propose infine Belle, ma declinai gentilmente l'offerta. Dovevo affrontare il problema da sola, altrimenti non lo avrei mai superato.
Cinque ore dopo
"Salve signor Hudson!" dissi appena entrai nel suo ufficio, notando subito Connor al suo fianco. Rabbrividii, ricordando tutto quello che mi aveva fatto e stavo quasi per girare i tacchi ed andarmene, ma mi feci coraggio.
"Devo parlarle." Annunciai poi sedendomi, facendo un lungo respiro per calmarmi. Iniziai a raccontargli tutto, per filo e per segno, della prima, seconda e terza volta in cui il nipote aveva cercato di violentarmi.
Il capo mi stava guardando con gli occhi sgranati, annuendo di tanto in tanto e Connor, quello stronzo, sbuffava.
"Sono tutte menzogne." Fece infine deciso, ed io rimasi basita.
"Lurido bastardo, come osi... stavi quasi per violentarmi, sei entrato in casa mia e hai aggredito anche il mio fidanzato. Ti ho denunciato e la polizia ti ha prelevato direttamente dalla mia camera da letto!"
"Ma che..." iniziò lui, ma venne interrotto da suo zio.
"Connor, mi vergogno di averti come nipote. Non cercare di difenderti. Mia non accamperebbe storie tanto per attirare l'attenzione. Mi scuso io per lui, Mia. Ho pagato la cauzione, sapevo cosa era successo, ma non pensavo fosse così grave... "
"Ma è una sgualdrina, come tutte." Ribatté acido, indicandomi.
"Sta zitto! Non si trattano così le donne!" urlò il signor Hudson, livido dalla rabbia. "Con me hai chiuso. Prepara le valige, te ne vai da qui."
E mentre quel cretino cercava di accampare ancora qualche scusa, dopo che il mio datore mi ebbe fatto un cenno, sgattaiolai fuori dall'ufficio, per poi appoggiarmi alla porta. Mi tremavano le ginocchia per l'adrenalina e il cuore mi batteva all'impazzata: avevo voglia di piangere. Il problema è che neppure io sapevo il perché! Connor mi avrebbe lasciata in pace, e suo zio mi aveva creduto, quindi non riuscivo a capire.
Dato che il mio turno era finito presi la borsa e me ne andai, raggiungendo l'auto. Stavo per entrare nell'abitacolo, volevo arrivare il più velocemente possibile a casa, quando una mano gelida mi agguantò il polso. Cavolo, di nuovo...
"Mi raccomando, continua a fare la puttanella di quel cazzone..." sputò allora Connor, e pensai di svenire sul posto, magari mi avrebbe lasciata lì.
Ero pietrificata, un momento di panico totale. Nemmeno un muscolo del mio corpo voleva collaborare, ero una femminuccia debole.
Mi arrivò uno schiaffo in pieno viso, e lì mi riscossi finalmente: gli sputai in faccia e gli diedi un calcio sul ginocchio. Sfrecciai dentro e misi in moto, volatilizzandomi da quel parcheggio in un momento.
~☆~
Piton dopo una giornata di lavoro stava rientrando a casa, a piedi. Mia aveva detto che avrebbe dovuto prendere la patente, e aveva blaterato altre cose simili, come ti insegno a usare l'I-Phone, ma poi lui aveva smesso di ascoltarla e così aveva parlato da sola. Per fortuna al suo arrivo Belle e Black sarebbero usciti per una serata romantica, e lui aveva già una mezza idea di cosa avrebbe voluto fare: un bel massaggio a Mia. Erano già quattro giorni che non concludevano nulla: Pulcioso spuntava sempre nei momenti clou, rovinando tutto. Finalmente quella sera l'avrebbero avuta tutta per loro.
Entrò infreddolito nell'appartamento e vide il suo scocciatore prepararsi. Lo salutò con un cenno del capo, solo per buona educazione, e subito la migliore amica di Mia lo prese in disparte.
"Severus... Mia è in camera. Ha detto che non vuole vedere nessuno."
"Perché?" le domandò interrogativo, non capendo il motivo del suo comportamento.
"Oggi ha parlato con il signor Hudson a proposito del bastardo."
Non era possibile, era stato così stupido da dimenticarsene... anzi no... non glielo aveva nemmeno detto!
"Va bene." Disse con voce incolore. Lei se ne andò, e Piton rimase lì nel corridoio indeciso sul da farsi.
Alla fine si avvicinò a quella che era diventata la loro camera e bussò. Lei non rispose ed entrò, e sentì una morsa allo stomaco guardandola. Era distesa con metà volto nascosto nel cuscino e stava singhiozzando piano.
"Mia..." sussurrò avvicinandosi e sedendosi sul letto. Lei lo guardò con gli occhi gonfi di pianto e si alzò piano, scoprendo anche l'altra parte del viso. Aveva un taglio e un piccolo ematoma sullo zigomo. Piton lo fece scomparire, come ogni volta, ma dentro di lui stava salendo una rabbia incontrollabile. Perché non lo aveva messo al corrente? Odiava quando lo teneva all'oscuro su qualcosa di così importante.
Mia spinse di più la faccia sulla sua mano, chiudendo gli occhi e poi si avvicinò al suo corpo, abbracciandolo.
"Perché non mi hai detto nulla..." la ammonì poi, cercando di non risultare troppo scontroso. Non aveva voglia di litigare, voleva solo sapere il motivo.
~☆~
Severus era arrivato e ovviamente non aveva ascoltato Belle: non volevo vedere nessuno, soprattutto lui. Ero nei guai perché non gli avevo accennato al fatto che dovevo vedermi faccia a faccia con l'uomo che aveva cercato di stuprarmi per ben tre volte... e avevo anche un taglio sullo zigomo, che lo avrebbe fatto preoccupare.
E Sev era entrato, si vedeva che era arrabbiato, anche se poi era stato dolce e comprensivo con me. Fino alla domanda fatidica almeno, magari poi si sarebbe veramente incavolato.
"Volevo affrontarlo da sola." Gli dissi allora, nascondendo di più il capo nell'incavo del suo collo. Adoravo il suo profumo: sapeva di menta e di biancheria pulita e trassi un profondo respiro.
"Sei un'incosciente, un'irresponsabile, una sconsiderata e una pazza." Fece infine Severus, abbracciandomi finalmente, stringendomi forte a lui.
"È finita." Sussurrai poi, dando un bacio sul suo collo, assaggiando la sua pelle.
Lo sentii rilassare i muscoli e lì capii che non si sarebbe più arrabbiato.
Mi staccai, guardandolo negli occhi e lo baciai; nel frattempo gli feci scivolare la giacca e mi strinsi di nuovo a lui, appoggiando infine la testa sul suo petto. Amavo sentire il battito del suo cuore e ogni volta che gli dicevo d'amarlo la frequenza aumentava: che cucciolo che era.
"Cosa vuoi fare?" mi domandò dopo un po', mentre mi carezzava la pelle della schiena, dato che aveva intrufolato la mano sotto la mia felpa.
"Ho un po' di fame... hai già cenato?"
"Sì. Un'insalata prima di rientrare." Mi rispose lui e in effetti anch'io avevo già mangiato... però il dolce no.
"C'è una fetta di torta in frigo, vieni."
~☆~
Piton aveva trovato inutile arrabbiarsi: Mia era testarda, non avrebbe comunque concluso nulla. L'importante era che Connor la lasciasse in pace finalmente.
Ma il proseguimento della serata non prometteva bene: a lui non piacevano i dolci... si maledisse, non avrebbe dovuto domandarle cosa avesse voluto fare.
In quel momento erano seduti sul divano e Mia si era accomodata sulle sue ginocchia, con un piattino in mano.
Non aveva assolutamente voglia di mangiare quella fetta di torta, ma lei non era della stessa idea, purtroppo.
Infatti afferrò la forchetta e ne prese un pezzo, e dopo averlo mangiato tornò all'attacco, solo che quella volta la indirizzò verso di lui.
"Mia, no." La avvertì subito, ma lei aveva un ghigno stampato in faccia, come se volesse sfidarlo.
"Dai, così diventi più dolce!" rise lei e Piton in risposta sbuffò, scuotendo la testa. Alla fine si ritrovò a masticare controvoglia quel pezzettino di crema e pan di spagna, mentre Mia sorrideva soddisfatta.
Per fortuna la restante fetta la fece scomparire lei, e dopo aver posato il piatto sul tavolino avvicinò il viso al suo orecchio e così il suo profumo seducente gli inebriò i sensi.
"Mi fai le coccole?" Sussurrò poi in modo dolce, stringendosi al suo corpo e baciandogli il collo languidamente.
Piton continuava a sentire un formicolio allo stomaco, aveva voglia di lei.
"Voglio fare l'amore con te." Le rispose allora lui, spostando le mani sul suo sedere e stringendolo delicatamente.
"E io voglio le coccole, come la mettiamo?" ridacchiò Mia, guardandolo negli occhi divertita.
Lui scrollò solamente le spalle, non sapendo cosa dire: lo metteva sempre in posizioni difficili...
"Ho trovato: facciamo l'amore coccoloso." Disse in conclusione, stampandogli un bacio sulle labbra.
Piton alzò un angolo della bocca, in un piccolo sorriso, mentre lei sorrideva apertamente.
Poi la baciò, iniziando a ruotare il bacino contro il proprio, per soddisfare entrambi.
Quando la sentì mugolare sulle sue labbra si fermò, togliendole poi la felpa, i leggins ed il reggiseno. Si fiondò sui suoi capezzoli, invitanti come ciliegie mature e fece scivolare la mano negli slip, penetrandola con due dita, andando in profondità. Quella sera aveva voglia di osare, di sperimentare qualcosa di nuovo...
~☆~
"Dimmi cosa vuoi..." bisbigliò dopo un tempo infinito Severus, con una voce roca e sensuale da morire. Mi stavo sciogliendo sotto il suo tocco, e mi sembrava che il fuoco mi scorresse nelle vene. Cosa volevo? Lui.
"Fammi tua." Gemetti allora, mentre muoveva lentamente le dita dentro di me.
"Lo farò, in tutti i sensi."
Lì per lì non capii cosa intendesse dire con in tutti i sensi, dato che ero un po' occupata con tutte le emozioni che mi stavano travolgendo.
Poi con mio grande disappunto si fermò, e mi fece distendere sul divano, mentre lui si era alzato e mi guardava con uno sguardo che mi faceva venire i brividi di piacere.
Iniziò a spogliarsi, prima la camicia, bottone per bottone, i pantaloni ed infine i boxer, per poi tornare sopra il mio corpo.
"Sei incantevole..." soffiò sulla mia pelle, baciandone ogni centimetro. Nel frattempo mi carezzava i fianchi, fino a scendere sulla mia intimità; aveva preso sul serio quello che gli avevo detto prima: era molto delicato e attento a ricoprirmi di attenzioni.
Gemetti di piacere quando entrò in me, lentamente fino a riempirmi tutta. Mi strinsi a lui, aggrappandomi alle sue spalle, e lo baciai e baciai, fino a rimanere senza fiato.
Severus spingeva delicatamente, ma dopo diverso tempo interruppe tutti movimenti e uscì, ed io sospirai infastidita: si stava così bene mentre si dedicava al mio corpo...
Mi prese in braccio e fece il giro del divano, per poi mettermi giù e farmi appoggiare le mani sullo schienale. Mi passò le mani sulla schiena, ed io rabbrividii, arcuandola.
"Severus... cosa...?" gli domandai poi, dato che mi accorsi di un piccolo particolare. Stava cercando di... sì, beh, insomma, diciamola in questo modo, di entrare non nel solito posto...
"Shhh..." sussurrò lui al mio orecchio. "Rilassati."
Rilassati. Mica era così semplice! Un'altra prima volta, e avrebbe fatto male come la prima volta. Cercai di dargli ascolto, ma forse con scarsi risultati.
~☆~
Piton era da tempo che voleva provare quella nuova esperienza, ma non aveva mai trovato il momento giusto. Quella sera era perfetta...
Rientrò in lei, lubrificandosi così con il suo piacere, e poi iniziò a posizionarsi sulla seconda entrata.
Era così stretta, e molto difficilmente riuscì a far scivolare la punta dentro di lei. Sentiva che era rigida, infatti si fermò, andando a darle piacere, stuzzicandole la piccola perla.
Pian piano lei rilassò i muscoli, e lui scivolò sempre più in profondità, trattenendo il respiro.
Cominciò a spingere delicatamente, e dopo che si fu abituata uscì di nuovo, per girare il suo corpo, così da trovarsi faccia a faccia con lei. Rientrò, e notò che Mia in quel momento aveva un espressione distesa, e ogni traccia di dolore sembrava scomparsa. Aumentò il ritmo, ed anche lei gemeva di piacere ad ogni spinta; stava impazzendo, non sarebbe durato ancora molto, ma aspettò Mia finché non venne, mordendosi il labbro per non urlare troppo.
Era veramente troppo: con le ultime spinte scoppiò con un rantolo di piacere, appoggiando poi la testa sul suo petto.
Scivolò fuori da Mia molto lentamente, e lei mugolò infastidita, sospirando sollevata quando uscì totalmente.
Gli carezzava i capelli e la schiena, come sempre, per rilassarlo; stava ancora tremando ed aveva il fiatone: era stata veramente spossante quella volta...
~☆~
Severus ci mise un'infinità per riprendersi, pensavo che prima o poi si sarebbe addormentato sul mio petto. Anche a me qualche volta succedeva, tanto da crollare esausta sui suoi pettorali. Mi faceva male ovunque e non avevo intenzione di camminare: Sev e le sue perversioni...
Sicuramente la mia andatura sarebbe stata come quella di un pinguino, ed ero seria: mi era piaciuto, anche se all'inizio era stato abbastanza doloroso, ma le conseguenze sarebbero state alquanto imbarazzanti. Cosa avrei detto a Belle quando mi avrebbe visto camminare? Meglio sorvolare...
Quando Severus si alzò mi diede un bacio dolce, come quelli che ero solita dargli io, e poi uno in fronte.
"Sei un gran pervertito. Un porco." Gli dissi seriamente, e lui fece una smorfia.
"Non mi sembra ti sia dispiaciuto..."
"Hai ragione, però sono io che domani camminerò come un pinguino disabile." Lo rimbeccai allora, e lui mi prese in braccio, senza dire nulla.
"Un bagno caldo ti solleverà..."
"Sarebbe fantastico."
Severus sapeva sempre come farsi perdonare, e in quel frangente era un amore, però la prossima volta mi sarei fatta mettere al corrente dei suoi piani prima di perdere la lucidità.
In bagno con uno sventolio di bacchetta riempì la vasca di acqua calda e mi mise in piedi, molto lentamente. Mi aggrappai subito a lui, che mi sostenne con un braccio.
"È colpa tua..." risi poi, mentre mi aiutava ad entrare. Lui sbuffò divertito, mentre si posizionava dietro di me ed io mi appoggiai al suo petto.
Prese del bagnoschiuma, e dopo aver strofinato un po' le mani, iniziò a massaggiarmi il corpo. Mi rilassai, posando la testa sulla sua spalla, pensando a quanto fossi fortunata a stare con Severus: sarà stato anche un pervertito, aggettivo che avevo appreso appieno nell'ultima ora, ma sapeva come viziare la sua donna senza risultare sdolcinato.
Quando ebbe finito di lavarmi, fece scivolare la mani verso il mio inguine ed iniziò ad accarezzarmi l'intimità, così gemetti. Non era possibile, voleva farmi svenire quella sera!
Aumentò il ritmo, arrivando anche a penetrarmi con le dita e lì non ce la feci proprio più, così scoppiai in un orgasmo travolgente.
"Vuoi uccidermi stasera?" gli domandai poi ancora con il fiatone: era sulla buona strada.
"Mi sono fatto perdonare per prima, non credi?" fece Severus, con tono divertito.
Io scossi la testa rassegnata, girandomi poi per dargli un bacio sulle labbra. Nonostante tutto aveva ragione, come sempre...
"Lo sai che ti amo?" gli dissi poi, guardandolo con uno sguardo veramente innamorato.
Lui alzò un angolo della bocca, e poi mi abbracciò più forte, nascondendo la testa nell'incavo del mio collo e sussurrando un Lo so.
~☆~
Piton aveva passato una serata fantastica ed eccitante allo stesso tempo, e Mia lo aveva perdonato, anzi lui si era fatto perdonare, per la sua avventatezza.
Finalmente avevano passato una serata da soli, e per fortuna gli altri due presto si sarebbero trasferiti: era impaziente che arrivasse quel giorno, così lui e Mia avrebbero potuto passare più tempo come quella sera.

__________________

Spazio autrice
Ciao a tutte! 😊
Siamo arrivate al penultimo capitolo... *sad time* ma non temete, ho molte altre storie in porto ;)
Vi è piaciuto questo capitolo? Molto hot a dire il vero... lasciatemi un commentino se vi va. Alla prossima! 😊

Catapultato In Un Altro MondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora