Capitolo XIV

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La mattina successiva mi svegliai sentendo la vibrazione del cellulare. Prima che rompesse le pluffe anche a Severus, presi l'I-phone e risposi, ancora con la voce impastata dal sonno. Sentii subito la voce di Belle, squillante come al solito che mi salutava.
Io ricambiai, girandomi a pancia in giù, così da guardare l'uomo accanto a me. Mi sentivo un po' in colpa per non aver chiamato molto la mia migliore amica, il giorno di Natale le avevo scritto gli auguri solo con un sms.
"Ma perché parli così piano?" mi domandò poi, veramente perplessa.
"Perché sto guardando Severus dormire e non voglio svegliarlo." Le risposi io sorniona, levandomi dal viso una ciocca di capelli che disturbava la visione angelica di Sev addormentato.
Sentii un momento di silenzio, forse stava cercando di metabolizzare cosa le avevo detto.
"Ma lo stai spiando?" fece lei sorpresa.
Le sarebbe preso un infarto per quello che stavo per rivelarle...
"A dire il vero è qui nudo come mamma l'ha fatto nel mio letto..." sussurrai io, trattenendo una risatina.
Dall'altra parte del cellulare sentivo degli urletti di gioia, probabilmente stava saltando per la stanza come un canguro...
"Quando te lo sei portato a letto? È stata dolce la tua prima volta? È bravo? Quante volte lo avete fatto?" sparò Belle a raffica, e feci fatica a seguire tutto quello che chiedeva.
"Calma, calma... è stato dolcissimo, siamo andati a letto insieme quattro giorni fa e posso assicurarti che è bravo." Le risposi io, ma poi mi ricordai di una cosa importante, altrimenti Severus mi avrebbe uccisa. "Ti prego non dirlo a Sirius, promettimelo."
"Sì, tranquilla. A proposito di Sirius... devo comunicarti una novità importante. Si è deciso a restare, e ha già fatto tutte le procedure per rimanere qui!" concluse lei, con una voce eccitata e felice, ma io ero rimasta basita.
"Ma non c'era un modo per rimanere!" dissi io, tenendo il tono di voce basso.
"Era appunto per questo che ti ho chiamato... a Piton è sfuggito un piccolo particolare. Sirius ha duplicato il medaglione e durante le vacanze ha iniziato a studiarlo. Ha trovato un modo per restare, ma io non ho capito molto. Fattelo spiegare da Piton, Sirius ha detto che lui lo sapeva già dall'inizio, che praticamente era impossibile che non lo avesse notato."
"Va bene..." feci io, ancora scioccata per quello che mi aveva detto.
"È magnifico, noi resteremo in questo paradiso fino al sette gennaio, poi torneremo... ora devo andare, perché Sirius è appena uscito dalla doccia, vorrei approfittarne... e mi raccomando Mia, goditi Severus." Continuò Belle, strappandomi un piccolo sorriso.
Ci salutammo, e poi, dopo aver indossato la mia maglia Serpeverde, andai in cucina, sedendomi sullo sgabello e poggiando la testa sul bancone dell'isola.
Non riuscivo a capire perché, tutto era perfetto e poi Belle aveva sganciato la bomba.
Perché Severus aveva mentito? Lo sapeva dall'inizio che poteva restare! Riuscivo a capire che appena arrivato volesse tornarsene nel suo mondo, ma dopo essere venuto a letto con me, perché mi aveva detto Devo andarmene? In quel momento mi sentivo tradita, mi aveva trattata come un'idiota e ovviamente io c'ero caduta come una stupida.
Sirius era andato a letto con Belle due giorni dopo il suo arrivo, e ormai aveva deciso di restare perché si era innamorato. E Severus? Niente, addirittura mi aveva nascosto il fatto di poter rimanere!
Ma cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto quello? Menzogne su menzogne... forse anche il nostro rapporto era tutto uno scherzo. Magari voleva solo divertirsi un po' e mi aveva solo usata.
Non mi ero nemmeno accorta che si era svegliato e in quel momento si era avvicinato a me, abbracciandomi da dietro e dandomi dei baci sul collo. Invece di sciogliermi sotto al suo tocco, mi irrigidii, e poi mi scansai, scendendo dallo sgabello e andando davanti alla finestra.
Lui rimase spiazzato, ma poi tornò all'attacco, dato che mi riabbracciò.
"Che hai?" mi domandò infine, poggiando il mento sulla mia spalla.
"Tu lo sapevi già..." dissi io, liberandomi dalle sue braccia.
"Di cosa stai parlando?" mi domandò Severus, alzando un sopracciglio.
"Del medaglione. Tu sapevi già dall'inizio che potevi restare." Gli risposi io, fronteggiandolo.
"Sì, è vero." Fece lui, scrollando le spalle.
Io gli spiattellavo la verità in faccia e lui se ne usciva in modo così menefreghista?
"E quando pensavi di dirmelo, scusa?" gli dissi, incrociando le braccia al petto.
"Non ne vedevo la necessità."
"Come? Non ne vedevi la necessità? Sei venuto a letto con me e non ne vedevi la necessità? Ma sei serio?!" sbottai io, con un tono che stava iniziando a tramutarsi da irritato a nevrotico.
"Ti ricordo che quando ho detto di essermi innamorata di te, ti ho pregato di rimanere e tu, evitando il mio sguardo hai detto Devo andarmene..."
"Perché volevo andarmene." Fece lui semplicemente, assottigliando lo sguardo.
Quel suo tono pacato mi stava facendo innervosire...
"Ah, volevi? Non sono un buon motivo per restare? Ti ho donato il mio cuore, il mio corpo e il mio amore e te la vuoi svignare?" dissi allora, sulla soglia delle lacrime.
"Non recitare la parte della santarellina... io ero combattuto e l'idea di restare in mezzo ai babbani non mi attirava molto." Sibilò Severus, con gli occhi che dardeggiavano.
"Smettila! Sempre a mettere in mezzo gli altri! Voglio sapere cosa dice il tuo cuore. Io ti amo Severus! L'ho detto anche ieri notte!"
"Io non ho detto nulla." Rispose lui infine, e quello fu il colpo di grazia: le lacrime iniziarono a scorrere libere. Anche lui sembrava sorpreso di quello che gli era uscito dalla bocca.
"Vattene, non voglio più vederti! Sei solo un bastardo senza cuore!" sputai arrabbiata, spingendolo.
"Mia, io..." iniziò lui, cercando di dirmi qualcosa, ma io non volevo sentire nemmeno una parola.
Gli tirai uno schiaffo sulla guancia, e lui rimase immobile con il volto a tre quarti.
"Ho detto vattene!" gli ripetei urlando.
Lui si riscosse e, dopo aver preso il medaglione da sopra il bancone, se ne andò, sbattendo la porta.
Io mi fiondai in camera, dove mi buttai sul letto, piangendo e singhiozzando.
Ero stata un'illusa, credevo di averlo conquistato ed invece mi aveva usato solo per sfogare le sue voglie. Io non ho detto nulla... ecco come venivo ricambiata, non mi amava nemmeno.
~☆~
Cretino, cretino, cretino... questo era quello che continuava a ripetersi Piton tormentando il povero amuleto che teneva in mano, mentre era seduto su una panchina al parco. Aveva camminato velocemente per sbollire la rabbia, aveva persino dimenticato di prendere il cappotto, ed ora si stava congelando, con solo una camicia e una giacca a proteggerlo dal vento freddo di Londra.
Continuava a pensare a come aveva trattato Mia, si sarebbe sotterrato per l'ultima frase che le aveva detto: aveva mentito per l'ennesima volta. Sapeva benissimo che un modo per restare esisteva, il medaglione si poteva aprire e all'interno c'era incisa una frase da recitare se si volevano trasportare tutti gli averi nel mondo in cui si era stati catapultati. Tutto semplice, se non fosse per il fatto che lui era un mago, quindi troppi babbani fra i piedi... almeno era quello che pensava prima di innamorarsi di Mia: sì, ne era innamorato, ormai ne era certo.
Lo aveva capito quando ci aveva fatto l'amore per la prima volta, e ne aveva avuto la certezza il giorno precedente, quando lei aveva detto d'amarlo.
E adesso tutto era andato in fumo, probabilmente Mia lo odiava... gli pizzicava ancora la guancia dove era stato colpito, non si aspettava uno schiaffo così potente.
Era stufo di fingere, sarebbe tornato, le avrebbe chiesto perdono, gli sarebbe costata molta fatica, ma si sarebbe scusato, sarebbe rimasto e l'avrebbe resa la donna più felice della terra. Anche se ora quasi sicuramente si stava disperando a causa sua...
~☆~
Mi ero calmata un po' da quando Severus se ne era andato. Ero comunque distesa sul letto e mi sentivo uno straccio, senza contare che il mio cuore era a pezzi. Sembrava me lo avessero trafitto con un paletto di legno e continuavo a sentire una morsa allo stomaco. Ad un certo punto sentii la porta aprirsi e dei passi venire verso la camera. Dopo nemmeno due ore Severus era già tornato? Non riuscivo a capire cosa avessero gli uomini in testa: cosa non afferravano del concetto Vattene? Non volevo vederlo, né parlargli, quindi affondai la faccia nel cuscino.
Sentivo che era entrato nella stanza, ma non mi mossi, facendo finta di dormire: così almeno mi avrebbe lasciata in pace...
Invece il materasso traballò, segno che si stava avvicinando al mio corpo. Sentivo un odore strano, come di Vodka: perfetto, si era anche ubriacato! Non feci nemmeno in tempo a girarmi per spingerlo via, che una mano rude mi tappò la bocca, e il mio cuore perse un battito quando mi resi conto che l'uomo sul letto non era Severus, bensì Connor. Come se avessi preso una scossa iniziai a dimenarmi come una pazza, e lui si distese sopra di me, bloccandomi con il suo peso. Non ci potevo credere, era entrato in casa mia manomettendo la serratura! Ero presa dal panico ed iniziai a tremare, mentre le lacrime erano tornate a rigarmi le guance.
"Sai, ho visto il tuo fidanzatino uscire molto arrabbiato... che peccato, avete litigato... anzi meglio per me, ho tutto il tempo per divertirmi un po'!" disse lui, con tono crudele. Mi girò, e mi mise un bavaglio sulla bocca, bloccandomi poi i polsi ai lati della testiera, legandoli stretti con una corda.
Io continuavo a dimenarmi, ma volevo semplicemente morire. Lui mi tirò uno schiaffo e mi mostrò un coltello, avvicinandolo al mio viso.
"Stai ferma o ti farò molto, molto male..." fece infine con un tono beffardo, come se volesse prendersi gioco di me.
Mi calmai all'istante. Volevo morire, ma tutto sommato non volevo ritrovarmi una lama infilzata nella gola... il cuore mi stava scoppiando per la paura, e speravo che Severus non mi avesse ascoltato, così sarebbe tornato da un momento all'altro.
Con il coltello mi tagliò la maglia, e rimasi nuda sotto di lui, che mi guardò con uno sguardo a dir poco disgustoso, da vero porco.
Si fiondò sui miei seni, ma mentre Severus era dolce e alternava morsetti a lunghi baci, Connor mordeva come un animale e mi faceva bruciare tutto il petto. Io urlavo come una pazza, ma il bavaglio attutiva tutte le urla e la possibilità di essere sentita era quasi nulla.
Si staccò per aprirsi i pantaloni, e nel frattempo con un mano era sulla mia intimità: senza preavviso mi penetrò con due dita, facendomi urlare di dolore, ed io cercavo di tenere le cosce più serrate possibile.
"Stupida puttana, non ti bagni nemmeno? Dovresti essere eccitata... ed apri quelle cazzo di gambe!" urlò poi, puntandomi di nuovo la lama che mi faceva ammutolire all'istante.
Continuavo a tenerle chiuse, anche se infine lui perse le pazienza e me le aprì, sprofondando il viso tra le gambe.
Il dolore era allucinante, continuava a mordere le mie labbra, ed io volevo solamente che smettesse. Se non avessi fatto quella scenata con Severus tutto quello non sarebbe successo...
Quando ne ebbe abbastanza si staccò, per abbassarsi anche i boxer: era eccitato, ma girai la testa, non volevo vederlo nel momento in cui avrebbe abusato di me.
Ma prima che sprofondasse in me, iniziò a guardarmi, per poi picchiarmi: schiaffi sul seno, pugni sui fianchi... io mi sentivo male, non riuscivo a reagire, era da mezz'ora che continuava a torturarmi e riuscivo a pensare solamente a Severus, pregando che arrivasse da un momento all'altro.
~☆~
Piton stava tornando da Mia, dovevano fare una bella chiacchierata... non che ne fosse entusiasta, ma era proprio necessaria.
Prese l'ascensore e arrivò all'ultimo piano; continuava a percepire un profumo strano, gli sembrava di averlo già sentito... ma non ci fece troppo caso e andò verso l'appartamento. Appena vide la porta capì che c'era qualcosa che non andava: era sicuro di averla chiusa, anche se ora era appoggiata.
Entrò senza far rumore e sentì dei mugolii sommessi provenire dalla camera di Mia. Si fiondò lì, rimanendo sconcertato: lei era legata al letto, piangeva e cercava di spostarsi, anche se non ci riusciva dato che quell'uomo le era sopra e le puntava un coltello alla gola.
Non ci vide più dalla rabbia, si lanciò su quel verme e lo tolse dal corpo di Mia. Lui si chiuse i pantaloni, per poi alzarsi e fronteggiarlo.
"Guarda, guarda chi c'è... il fidanzatino... sai, stavo per scopare questa troietta." Gli disse con tono divertito, facendo divampare ancora di più la sua collera.
Poi, senza preavviso, quel bastardo brandì il coltello e si avventò su di lui. Riuscì a far finire l'arma sotto al mobile, ma l'altro continuava a sferrare pugni per cercare di colpirlo.
Piton li parava, finché con una ginocchiata riuscì a far piegare l'uomo che aveva osato toccare Mia. Mentre era agonizzante, le diede uno sguardo: era legata, nuda, c'era del sangue sulle lenzuola e il suo corpo era chiazzato di ematomi.
Stava per andare a slegarla, quando Connor gli sferrò un colpo basso, colpendolo con una gomitata sulla cicatrice che aveva sul collo, il souvenir di Nagini. Gli si annebbiò la vista, e le gambe gli cedettero, facendolo crollare a terra.
Sentì Mia cercare di urlare con tutto il fiato che aveva in corpo, e quel maiale era tornato all'attacco, era pronto per slacciarsi i pantaloni e abusare di lei.
Con un immenso sforzo si rialzò, prendendo la bacchetta nella tasca interna della giacca; la puntò verso di lui e lo colpì, schiantandolo sulla parete opposta.
~☆~
Finalmente Severus era arrivato, ed io, nonostante il dolore, mi sentivo sollevata. Non lo avevo mai visto così livido per la rabbia, nemmeno quella volta al negozio con Connor...
Ma in quel momento era furibondo, e il mio cuore aveva perso un battito quando avevano iniziato a lottare, e soprattutto quando Severus era caduto a terra dopo aver preso una gomitata sul collo. La cicatrice stava anche sanguinando, ma con una forza sovrumana riuscì a schiantare Connor. Pensavo avesse finito, ma con passo veloce si piazzò davanti a quella bestia, guardandolo con uno sguardo glaciale.
"Crucio." Sibilò poi, facendolo contorcere dal dolore. Il suo sguardo era freddo e i suoi occhi erano inespressivi, come se non trasparisse nessuna emozione.
"Oblivion." sussurrò infine, eliminando gli ultimi pensieri di Connor, mentre lui era svenuto.
Appena ebbe finito venne verso di me, togliendomi il bavaglio e slacciandomi i polsi, e non appena le mie braccia furono libere, mi slanciai su Severus, abbracciandolo con tutte le forze che mi rimanevano. Stavo ancora tremando, e lui dopo essersi gentilmente staccato, mi fece indossare la sua giacca, per poi riabbracciarmi e posarmi qualche bacio sulla testa. Non riuscivo a staccarmi da lui, mi sentivo al sicuro e lo strinsi di più, inspirando il suo profumo.
"Come stai? Lui ti ha..." mi domandò, cercando di incrociare il mio sguardo per probabilmente cercare di leggere la mia mente. Io scossi la testa, chiudendo gli occhi.
"Sto bene, perché tu se qui insieme a me..." bisbigliai io contro il suo petto, poggiando una mano sul suo cuore, che batteva furiosamente.
"Ti amo..." sussurrò poi fra i miei capelli, facendomi rimanere di stucco. Non pensavo che se ne uscisse così, io ero ancora scossa e per un momento dubitai di aver sentito male.
Lo guardai negli occhi, ora animati da una luce calda, che riservava solo per me. Tutto il litigio ormai non aveva più importanza, ne avremmo parlato in un altro momento...
Lo baciai delicatamente, carezzandogli una guancia.
"Anch'io, testone." Bisbigliai sulle sue labbra, staccandomi un poco, dato che a tenerlo troppo stretto mi faceva male ovunque.
Lui si accorse della smorfia di dolore che mi aveva attraversato il volto, quindi mi lasciò definitivamente, alzandosi per dirigersi in soggiorno.
"No, ti prego, non lasciarmi sola..." lo supplicai, tenendogli una mano. Lui tornò a sedersi, dandomi un bacio sulla testa.
"Questa volta chiamerai la polizia e il tuo cellulare è per di lì. Nel frattempo vestiti, io vado a prenderlo." Disse Severus, con un tono che non ammetteva repliche.
"Ma se si sveglia?" gli domandai preoccupata, mentre lui era già sulla soglia della porta.
"Credo sia alquanto improbabile..."
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Fortunatamente Mia stava bene, tralasciando i vari ematomi di cui si sarebbe occupato in seguito. Era una donna forte, si sarebbe ripresa anche quella volta. Era arrivato giusto in tempo, non avrebbe sopportato vederla profanata da quel verme, lo avrebbe ucciso con o senza magia.
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Ero rannicchiata sul divano, era quasi ora di cena, ma non avevo molta fame... continuavo a pensare alla mattinata movimentata che avevo trascorso: la polizia era arrivata subito dopo che l'avevo chiamata e aveva portato al fresco Connor, non lo avrei rivisto per un bel po'. Però avevo un senso di paura costante, non sapevo nemmeno io il perché, adesso ero al sicuro con Severus eppure mi sentivo turbata.
Mangiai giusto per non svegliarmi durante la notte con lo stomaco brontolante, e infine mi rimisi sul divano, a guardare un film di Natale, magari quello mi avrebbe sollevato il morale.

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Spazio autrice
Ciao a tutte! 😆
Vi è piaciuto questo capitolo? (non uccidetemi vi prego per il litigio e per Connor...)
Per fortuna io sono una tipa da finale felice, quindi non potevo far durare a lungo l'incazzatura tra Mia e Severus.
Lasciatemi un commentino se vi va. ☺ Chissà se Severus farà qualcosa per sollevarle il morale... 😌
Alla prossima! 😊

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