Capitolo XXVIII

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Era già la terza tazza di caffè che preparava quella mattina. Il computer posato in bilico sul mobile bianco lucido della cucina emanava timidi bagliori, nella fretta di alzarsi aveva dimenticato di mettere in pausa il video che stava guardando. Imprecò quando, portando la tazza alle labbra, si scottò al contatto con la bevanda troppo calda. Soffiò leggermente, cercando di raffreddarla un po'. Per l'ennesima volta, nell'arco di tempo passato da quando si era svegliata fino a quel momento, perse la concentrazione, facendo vagare la mente chissà dove, gli occhi fissi su un punto impreciso. A farla tornare in sé fu l'improvviso squillare del suo cellulare. Sussultò sentendo partire a tutto volume la suoneria, dandosi accidentalmente un colpo sul naso con la tazza, rovesciando parte del caffè sulla maglia del suo pigiama.

"Porca-" - sbuffò, posando la tazza vicino al computer, asciugandosi il viso con la manica.

Si avvicinò alla tavola, borbottando sottovoce, per poi prendere in mano l'aggeggio che continuava a squillare imperterrito, guardando il nome che lampeggiava sul display scuro.

Anne McCartney.

Alzò un sopracciglio confusa. Che motivo aveva Anne di chiamarla a quell'ora?

Fece scivolare il pollice sullo schermo per rispondere alla chiamata, portandosi il cellulare all'orecchio.

- Pronto?

- Ciao Jade, ti disturbo? - la voce della donna sembrava leggermente preoccupata e ansiosa, come se dovesse scappare via da un momento all'altro.

- Ehm... no... no, dimmi.

- Mi dispiace comparire così all'improvviso ma ho davvero bisogno di aiuto... mi hanno chiamata dall'ospedale per Matt e-... - si interruppe un attimo, per poi continuare con ancora più fretta di prima. - Devo scappare... puoi tenere Milly per il pomeriggio? Cat e Sam non possono ed io non so a chi lasciarla... Liz è da un'amica... lo so che sembra che mi stia approfittando di te, ma non ti avrei chiamato se non fosse davvero indispensabile...

- Io... uhm, va bene...

- Dio, grazie Jade. Milly esce da scuola alle 14:30... ti mando l'indirizzo via sms. Non so davvero come ringraziarti. Devo scappare, ti chiamo dopo.

Jade non ebbe il tempo di pronunciare una sillaba, che la signora aveva già attaccato. Posò il cellulare al suo posto, sconcertata. Non aveva mai passato un giorno intero, completamente sola, con una bambina. Non aveva idea di come comportarsi.

C'è sempre una prima volta.

Sbuffò, spostando lo sguardo verso l'orologio grigio appeso alla parete. Mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Aveva giusto il tempo di finire ciò che stava facendo e prepararsi.

~°~°~°~°~

Batteva nervosamente il piede destro sul cemento grigio che pavimentava il piccolo spazio tra il cancello e la porta della scuola di Emily. Se ne stava in disparte, lontano dai gruppetti di mamme indaffarate a tenere d'occhio i figli più piccoli e chiacchierare a voce bassa con le altre, ma abbastanza vicina all'entrata dell'edificio perché Milly appena uscita potesse vederla. Osservò sottecchi le donne alle prese con i bambini, immaginandosi per un momento nei loro panni.

No, quel ruolo non era fatto per lei.

Proprio non si vedeva ad andare avanti indietro rincorrendo mocciosi urlanti e soddisfare ogni loro capriccio.
Lei che di pazienza non ne aveva proprio per niente...
I suoi pensieri vennero interrotti dal trillo squillante della campanella. Una flotta di bambini si riversò fuori dal portone della scuola. Chi in gruppetti, chi in coppia, chi solo...
Mosse piano lo sguardo, setacciando il cortiletto per riuscire ad intravedere la chioma pel di carota della bambina che stava aspettando. Dopo un po' di ricerca priva di risultati si sentì tirare per la gonna. Abbassò lo sguardo trovandosi di fronte gli occhioni verdi-azzurri di Milly.

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