Capitolo XXX

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Un sottile raggio di sole penetrò dalla serranda socchiusa della camera da letto nell'appartamento del giovane attore Oliver. Da fuori si udivano i suoni di una città che aveva ripreso vita, già delle prime ore della mattina. I due ragazzi a letto dormivano ancora profondamente, uno stretto all'altra. Jade si rigirò nel sonno, tentando di trovare la posizione più comoda per continuare il suo bellissimo viaggio nel regno di Morfeo. Peccato però che accanto a lei non ci fosse, come al solito, la metà di letto vuota e fredda a cui era abituata, ma Beck che sonnecchiava tranquillo, con un braccio stretto attorno alla sua vita. L'attrice grugnì, biascicando qualcosa di incomprensibile e strizzando gli occhi. Ne aprì uno, trovandosi davanti la figura seminuda di Beck. Lo richiuse, stringendosi al ragazzo e strofinando la punta del naso contro il suo petto. Aveva un buon profumo...

Jade riaprì gli occhi, stavolta entrambi, allontanandosi di scatto. Lui borbottò qualcosa,  affondando la testa nel cuscino. Sbattè più volte le palpebre, convinta che la figura dormiente accanto a lei sarebbe in qualche modo scomparsa. Scattò a sedere, togliendosi il braccio di Beck di dosso, cercando di non svegliarlo.

Andiamo, non potevano aver-...

Osservò i vestiti sparsi per terra. La sua attenzione fu catturata dal reggiseno chiaro, inevitabilmente appartenente a lei, abbandonato su un angolo del letto. Lo afferrò infilandoselo in fretta. Portò le ginocchia al petto mugolando, passandosi una mano sul viso e poi tra i capelli spettinati, stringendo le ciocche castane tra le dita, tirandole un po'. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia piegate.

"Merda..." - gemette a denti stretti, premendo i palmi delle mani sugli occhi.

Iniziava a ricordare tutto:  la giacca, il nodo della cravatta fatto male, l'attrazione incontrollabile che provava verso di lui quella sera, le sue labbra che erano così belle e troppo vicine, il bacio...

Si sfiorò il collo con le dita, sentendolo in fiamme. Voltò ancora una volta lo sguardo verso l'attore, osservandolo meglio. Riconobbe i segni rossi che aveva sulle braccia e sul petto opera sua e delle sue unghie. Sbuffò.

"Che cosa abbiamo combinato..." - mormorò, afferrando gli slip che giacevano a qualche centimetro di distanza da lei, mettendoli.

Sgattaiolò fuori dal letto, recuperando i suoi abiti dal pavimento di marmo chiaro e rivestendosi nel modo più silenzioso possibile. Sperava vivamente che Beck non ricordasse nulla.

Aveva la nausea.

Poteva ancora sentire le sue labbra posarsi su ogni sua cicatrice, guarendole una ad una.

Si era dimenticata com'era sentirsi amata. Era stato così bello... ma anche così sbagliato. Continuava a ripetersi in testa che non sarebbe dovuto succedere, mentre il suo cuore la implorava di tornare a letto e rimanere con lui. Afferrò la borsa, le scarpe e uscì in fretta dalla camera. Appena fu all'ingresso s'infilò le décolleté nere di vernice, appoggiandosi allo stipite della porta per non cadere e scappò via. Già, fuggì, come sempre. Jade era sempre corsa via dai suoi sentimenti e così stava facendo in quel momento. Un nome, una garanzia. Jadelyn West non si smentiva mai. Scese le scale tenendosi alla ringhiera. Le tremavano le gambe. Si chiuse il portone del palazzo alle spalle, iniziando a camminare per il marciapiede a passo svelto. La sua mente corse a Josh. Era anche colpa sua se era successo quel che era successo. Se non avesse fatto di testa propria e fosse andato alla festa con lei, a quest'ora sarebbe stata a casa con una tazza di caffè in mano e non a piedi, in giro per Hollywood, dopo essersi ubriacata ed essere andata a letto con il suo ex ragazzo. Perché lei sapeva benissimo che il suo agente non aveva affatto l'influenza, l'aveva soltanto manipolata per fare, come al solito, quello che voleva lui. Sapeva benissimo anche dove si trovava in quel momento ed era proprio lì che stava andando.

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