Second

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"Uno"
I polmoni le si riempirono di aria fresca, gonfiandole quell'accenno di pancetta che la rendeva umana.

"Due"
L'ossigeno immagazzinato un secondo prima fu liberato con un veloce e nervoso soffio dalla bocca.
Per un istante gli occhi le andarono al soffitto.
Era stanca di tutto questo.

"Tre"
Nuovamente la ragazza dai capelli biondo cenere inspirò, stavolta con più forza, talmente tanta da far sembrare che i tessuti del suo torso si stessero sfibrando.
Sapeva che tutto questo non l'avrebbe aiutata a controllare la rabbia, e questo la rendeva ancora più furiosa.

"Quattro"
Per la seconda volta buttò fuori l'aria con stizza. Più che espirare si può dire che sbuffó.
Gli occhi rapidi subito tornarono scrutare quell'email.
Aspettata e odiata allo stesso tempo.
Fatidica.

A quanto pare la respirazione controllata non le servì a molto, dato che subito dopo aver fulminato con quegli occhi ghiacciati lo schermo del pc la ragazza si abbandonò quasi completamente a un'espressione, per così dire, colorita.

<<Porco... >>

Persino Mila, la sua gatta persiana, capì che stava per succedere qualcosa di poco religioso, così iniziò a miagolare lamentosamente, per cercare di distrarla.
Arruffó il pelo e sgranó le pupille, attirando la sua attenzione.

Allora é proprio vero che i gatti sono esseri superiori.

La ragazza rivolse nuovamente i suoi occhi cristallini al soffitto, interrompendo quel momento blasfemo.

<< Porca puttana Mila, ti ho dato da mangiare dieci minuti fa! >>

La diciassettenne le rivolse uno sguardo scocciato, e la gatta rispose guardandola di traverso.

Che gli animali assomiglino ai padroni?

Alla fine, dopo aver accarezzato il suo pelo nero come la pece, cedette alle sue moine e le concesse delle crocchette.
La gatta parve soddisfatta, anche se il suo pelo rimase gonfio, segno che era sulla difensiva.
Quando Maya era così incazzata era sempre meglio stare pronti.

La ragazza, ormai arresasi all'idea di una sconfitta personale, ritornò allora alla sua solita postazione: la scrivania con il pc.

Ai suoi occhi ricomparve allora la casella di Gmail, che prontamente fu sostituita con la home di Youtube.
Solo la musica giusta le sarebbe stata d'aiuto per tranquillizzarsi.

Velocemente digitò "twenty one pilots regional at best full album" per poi selezionare il primo risultato. Le note iniziali di anathema le riempirono le orecchie, mentre le parole di Tyler Joseph le risuonavano in testa. 

"Won't you go to someone else's dreams?                                                                                                                   Won't you go to someone else's head?                                                                        Haven't you taken enough from me?                                                                     Won't you torture someone else's sleep?"

Buttò la testa all'indietro, rilassandosi quasi completamente.

Solo lei e la sua musica.

*

Si risvegliò poco tempo dopo, sulle note iniziali di kitchen sink.
Di solito quella canzone le dava sempre l'ispirazione per scrivere qualche foglio della sua storia, ma quel giorno non era in vena.

Diede una brutta occhiata all'orologio e si maledisse per non aver ancora combinato nulla. Ma si maledisse ancora di più perché le sembrò di essersi trasformata d'un tratto in sua madre. Le sembrava di sentirle ripetere quelle stesse e identiche parole, incurante della sanità mentale della figlia.

"Non fai nulla dalla mattina alla sera. Sei completamente inutile."

Sbuffando, Maya si tolse gli auricolari e chiuse la pagina youtube.
Pessima mossa.

Quella tanto attesa e allo stesso tempo odiata e-mail era ancora aperta.

Dopo aver alzato nuovamente gli occhi al soffitto, la ragazza rilesse per la ventesima volta quelle poche parole, scritte con un tono di arroganza e presunzione tali da farle sembrare d'oro.

L'oro della ricchezza, delle persone che hanno già tanto ma vogliono ancora di più, delle persone che pur non avendo le capacità aspirano a diventare chissà chi, non badando ai mezzi per diventarlo.
Tuttavia, l'ambizione di quelle persone farebbe invidia a quella dimostrata dalle compagne scolastiche di Maya, che pur non aprendo mai libro pretendevano solo una A, non accontentandosi nemmeno di una B+, voto che comunque la ragazza dagli occhi di ghiaccio non sarebbe mai arrivata a prendere.

Ma non perché le mancasse il cervello, attenzione. Il motivo era un altro, ed era anche più semplice: noia.

Maya oramai trovava tutto semplicemente noioso e monotono, come se la sua vita fosse in un loop infinito e impossibile da aggirare, una routine impossibile da spezzare.
Un mondo troppo abitudinario per una come lei.

Questo però è quello che pensava fino a quel giorno. Ci doveva pur essere qualcuno in grado di spezzare quella catena che la teneva legata a una vita normale.

 Ci doveva pur essere qualcuno in grado di spezzare quella catena che la teneva legata a una vita normale

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