Capitolo 4: Hogsmeade

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Le sei settimaneche seguirono furono tranquille e senza grandi novità. Di giorno mialternavo fra lezioni, studio e biblioteca, mentre la notte cercavodi elaborare un piano per il recupero degli horcrux che mancavano.

Il rapporto con iMalandrini e Lily era fatto di alti e bassi: mi trovavo bene conloro, ma il senso di pace per essere riuscita a distruggere ildiadema non era durato a lungo, ed era stato sostituito ben prestodall'ansia di non riuscire a completare la missione che oramai miimpegnava da più di un anno. Succedeva così che ogni qual voltarimanevo con loro troppo a lungo, sentivo il bisogno di scappare, e quando accadeva venivo seguita dallo sguardo deluso di Remus, il quale mifaceva sentire ancora peggio.

L'arrivo diottobre, però, significava anche l'inizio delle gite adHogsmeade. Avevo riflettuto diverse settimane su cosa fare ed allafine ero giunta alla conclusione che quella era la mia occasione perallontanarmi dal castello senza correre troppi rischi. Sarei partita conmia madre e le sue amiche la mattina, avrei fatto un giro con loro epoi avrei inventato una scusa per allontanarmi in modo darecarmi alla fine del villaggio, nella grotta dove era solitonascondersi il vecchio Sirius, e lì mi sarei smaterializzata nella vecchia casa deiGaunt. Era stata una vera fortuna, tre settimane dopo la distruzionedel diadema, ritrovare un vecchio articolo della Gazzetta del Profetache annunciava la morte del mago nella sua vecchia casa a Little Hangleton.

Sapevo benissimoche tutto il lavoro che stavo facendo poteva essere evitato da unasemplice conversazione con Silente, ma non avevo ancora trovato ilmodo per parlargliene. Mi fidavo molto dell'uomo, delle sue capacitàe della sua buona volontà, ero anche profondamente grata perl'occasione e l'aiuto che mi aveva dato, ma non riuscivo aperdonarlo. Aveva tenuto Harry in vita solo per farlo sacrificare nelmomento opportuno e non sarei mai riuscita a perdonarlo per questo.

Un lieve bussarealla porta della mia camera mi fece sobbalzare. Con un colpo dibacchetta infilai tutto ciò che era sparso sul letto nella borsettadi perline, la presi ed aprii la porta. Lily era di fronte a mesorridente, vestita con un acceso maglione giallo canarino ed un paiodi jeans, era bellissima.

"Andiamo?"domandò sorridente.

"Prendo lagiacca!"

Lily rimase sullaporta mentre io aprivo l'armadio estraendo una giacchetta nera cheavevo trovato tempo prima nella Stanza delle Necessità, poi seguiila ragazza fuori dalla porta.

"Vedrai cheHogsmeade ti piacerà!" esclamò la rossa.

Sorrisi annuendo,non sapevo mai cosa dire di fronte a mia madre, ogni volta che lavedevo sentivo le sua urla che chiedevano pietà a Voldemort. Lei erail motivo per cui ero viva, mentre io ero il motivo per cui lei eramorta e mi ero e mi sarei sempre sentita in colpa per questo. Nonostante fosse lo stesso con mio padre, con lui riuscivo a comportarmi in maniera diversa ed a essere un pochino più aperta, forse, pensai, ciò era dovuto al fatto che era l'esatta copia di mio fratello, ed Harry mi mancava ogni giorno sempre di più.

Lily, notò il mio cambio di umore e si fermò.

"Stai bene?"domandò preoccupata.

Annuii seguendoladi sotto per arrivare dagli altri e lì persi un battito del miocuore.

Sirius Black erabello in divisa scolastica, ma non era nulla in confronto a come eravestito in quel momento. Portava un giubbotto di pelle di drago e deipantaloni beige, ma sembrava un dio greco. Arrossii e distolsiimmediatamente lo sguardo per non farmi scoprire, rimproverandomimentalmente.

Aspettammo insilenzio per qualche minuto le altre ragazze e poi ci avviammodecidendo, per somma gioia di James e per orrore di Lily, di andareinsieme verso il villaggio; fortunatamente avendo già compiuto 17anni non avevo bisogno del permesso dei genitori o di tutori perandarci, anche se avrei scommesso che Silente mi avrebbe dato la suaautorizzazione comunque.

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