16. Il passato che ritorna

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Abel.

Lui.
Il ragazzo che, senza una lettera, senza una spiegazione era sparito, volatilizzato.

Non c'erano state parole, nemmeno saluti. Tutto era terminato proprio come era iniziato, silenziosamente.
Quel ragazzo che per un lungo inverno aveva fatto compagnia ai giovani Müller se n'era andato.
VUOTO

SILENZIO

INQUIETUDINE

MANCANZA

Questo aveva lasciato.
Eliza che per la prima volta aveva potuto dimostrare tutta se stessa, si era chiusa nel silenzio.
Gridava, gridava quel silenzio che attorno alla sua figura si insinuava.
Mesi aveva trascorso, nella più completa irrequietezza, mesi aveva trascorso senza pronunciare nemmeno una parola.
Troppa era la delusione, troppa era la rabbia verso se stessa, per essere stata incapace e cieca.
Molto spesso si era data la colpa di tutto quello che era accaduto o semplicemente di non essere stata in grado di fermarlo.

Abel per lei era come l'aria, con lui aveva imparato ad esprimersi senza difficoltà, senza incappare nell'imbarazzo o sentirsi nervosa.
Era riuscita ad aprirsi del tutto.

Egli era riuscito pian piano a scalfire quella barriera di insicurezza e paura.
La paura di essere giudicata, di non essere abbastanza e soprattutto di non essere capita. Era stata in grado di essere suo amico come mai nessuno avevo provato, ma quell'addio così muto, quell'incapacità da parte del suo stesso eroe l'avevano resa inerme. Non si capacitava di tutto ciò, lui che gli aveva insegnato a non nascondersi dietro la paura, lui che l'aveva costretta pian piano a raccontare sempre la verità per quanto difficile e dura possa essere. 

L'aveva delusa.

Non uno scritto. Non una parola aveva lasciato detta o scritta. Nulla.

Nemmeno quando Eliza, trovandosi per l'ennesimo giorno sola al parco, decise di andare a casa di Abel trovò spiegazioni dalla servitù. La ragazza era stata informata proprio dalla stessa di non sapere il motivo o il luogo in cui si trovasse il "signorino". Sebbene non credesse possibile tale storia decise di abbandonare le ricerche e lasciarsi la storia alle spalle.

Aveva così passato i primi momenti in solitudine fino ad eliminare momentaneamente l'esistenza di quel giovane ragazzo, ma ora che proprio lì davanti a lei si stagliava la sua figura, tutta la gioia e il dolore tornarono a galla. 

Indietreggiò, non lo credeva possibile, non le sembrava vero che lui potesse essere ancora lì davanti ai suoi occhi. Lui che credeva scomparso, lui che pensava il suo cuore avesse dimenticato. 

No. Tutti i ricordi si fecero nitidi. Il tempo che pareva ormai aveva cancellato la memoria dell'altro sembrò scomparire.

Per un momento pensò di essersi sbagliata. Per un momento pensò che il ragazzo alla porta fosse un amico di Jeremy, ma poi quegl'occhi azzurri come il mare, come il cielo così limpido da sembrare trasparente, le diedero la certezza che fosse lui. 

Quel momento, quando si rese conto della realtà, si ritrovò ad essere stupita di tutto ciò che la circondava. La persona che lei credeva scomparsa, era proprio lì davanti ai suoi occhi. 

Lo stesso Abel, incapace di reagire, si era immobilizzato. Quella bambina che tanti anni addietro aveva lasciato alle spalle era ora davanti ai suoi occhi. 

Non immaginava di vederla così cambiata. Quei lineamenti così fanciulleschi lasciavano ora spazio alle fattezze di una donna. "Un angelo cresciuto " pensò. Era così felice di vederla.

Quello però di cui non era certo era la reazione di Eliza. Sapeva benissimo di averla ferita, sapeva che sarebbe stato arrabbiato con lui. Lo sapeva, lei si era fidata di lui. Aveva dato tutta se stessa per essere sua amica. Lui l'aveva tradita, sapeva che se anche la causa di tutto quello che era successo non era lui, lei lo avrebbe respinto. 

Non potevo dimenticare ciò che cambiò la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora