Era in quella Berlino, fredda e nevosa, in cui Stephan e Eliza scoprirono di aver trovato l'amore. Non era un sentimento sconosciuto ad Eliza che da quando era piccola sognava di poter, come aveva fatto sua madre, incontrare l'uomo che l'avrebbe fatta sognare. L'uomo per il quale avrebbe confuso giorno e notte, la persona che con il proprio modo di essere avrebbe potuto cambiare l'intera visione della vita che la stessa Eliza, dopo continue ripercussioni, aveva ormai accettato a malincuore di vivere. Stephan, con i suoi occhi blu notte e quel sorriso fanciullesco, era riuscito a soffiare via quell'intero e spesso stato di tristezza che a causa della guerra Eliza aveva formato. Quel ragazzo dolce e gentile, l'aveva portata a credere e a sperare in un futuro migliore. Un domani ricco di pace e di quei gesti che, affettuosi e amorevoli, l'avrebbero portata a considerare la vita come il bene più grande. Quella vita che, dopo continui patimenti e dolori, era riuscita a farle conoscere il suo ossigeno, un prezioso eroe cui l'amore che le riservava si era dimostrato come la cura migliore per risolvere i suoi problemi.
Quel ragazzo si era tradotto per lei in quella boccata di aria fredda che le permetteva di sopravvivere, quel respiro profondo ed inebriante che da solo era capace di risvegliare tutti i sensi.
Era tutto quello che le serviva per estraniarsi da tutto ciò che la circondava e vivere pienamente tutte le emozioni che lo stesso Stephan era in grado di creare.
Eliza credeva di essere la sola, di essere l'unica tra i due a ribollire di passione disarmante e travolgente, si sarebbe stupita invece di scoprire che anche lui provava gli stessi e profondi sentimenti. Stare vicino a lei significa assaporare ciò che la vita poco gli aveva fatto rimanere. Dopo la morte della madre infatti, tutto ciò che gli era rimasto era aggrapparsi ad unico e solo ideale. Un'ideale che fino ad allora aveva seguito anche se non pienamente convinto. Fu solo dopo la morte del padre, avvenuta pochi mesi dopo la morte della madre che il ragazzo si convinse. Più volte il padre lo aveva dissuaso dal partecipare ad una vita così rischiosa e mostruosa, ma anche se quasi riuscito in questa opera di "salvataggio", i suoi tentativi fallirono non appena la sua anima raggiunse quella della sua cara e bene amata moglie. Stephan, non vedendo più soluzioni alla sua vita dolorosa e solitaria, aveva deciso di prolungare e favorire alla carriera di soldato. Mai scelta gli sembrò più sbagliata. Se ne accorse solo troppo tardi, troppo tempo era passato ormai dalla sua carriera militare e faticava a pensare ad una vita diversa che fino ad allora aveva condotto. Furono gli ultimi eventi, le uccisioni, le continue persecuzioni ad un popolo senza colpa che lo stavano piano piano convincendo ad abbandonare tutto. Voleva scappare da lì, perdere Eliza con se e andarsene via. Avrebbe voluto essere libero da quella uniforme, ormai troppo stretta, ed abbracciare le ali della libertà. Avrebbe voluto visitare l'America, luogo di pace e speranza, dove lui ed la sua amata avrebbero potuto vivere senza nascondersi, dove non sarebbe stato peccato correre liberi mano nella mano, dove lui avrebbe potuto corteggiarla e alla fine dopo un lungo periodo di fidanzamento, sposarla. Non era possibile. A loro non era dato altro che scambiarsi qualche fugace bacio, come quello che quella stessa sera Stephan era venuto a riscuotere come eroe e vincitore. Tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare a quegli splendidi occhi azzurri, a quei capelli così lucenti e setosi e a quella bocca così soffice e delicata. Non aveva fatto altro che immaginarsela li davanti vicino a lui che tendeva il suo esile braccio a circondare il suo in una breve passeggiata. Questo pensava mentre assieme ai propri compagni pianificava piani di attacco. Inutili piani per braccare nel modo migliore persone innocenti. Doveva assolutamente cercare di mettere in salvo almeno l'unica ricchezza che gli era rimasta. Ci doveva provare o almeno così aveva sempre fatto.**********
"Stephan..." disse ansimante Eliza "ci..ci potremmo fare scoprire". "Oh suvvia Eliza fammi rimanere un altro po...E poi" incupedosi Stephan disse :" ho qualcosa di urgente da dirti...". Eliza si sedette pensierosa sul letto, dopo aver chiuso alle sue spalle la porta, così che nessuno quella sera avrebbe potuto disturbarli. "Eliza...Io...Io..Tu devi andartene da Berlino...". "Come? Io..io non capisco.." e Stephan "Vi stanno dando la caccia Eliza, stanno precuisendo tutte le case, gli scantinati...tutto. Ti ricordi il generale che venne a casa mia ieri?" "Si..si me lo ricordo...". Da quel momento Eliza capì, capí ogni singola cosa, ogni singolo particolare, ogni tassello cominciava ad ricomporsi. Ecco il perché di tutte quelle esclusioni, il perché di quell'odio represso, li stavano distruggendo. Inaspettatamente una goccia le attraversò tutto il viso e Stephan amorevolmente l'abbracciò. Non voleva che quella piccola rosa si fratumasse. Doveva crescere rigoloscia come rigoglioso era l'amore che provava per lei.
"Eliza io voglio aiutarti, te tutta la tua famiglia, prima che sia troppo tardi. Devi avvisare tuo padre...".
Incessanti colpi colpivano la porta. "Signorina...signorina...la prego apra. Sua madre...Sua madre".
Tutto in quel momento si fermò per Eliza. Era impaziente. Cosa stava succedendo a sua madre. "Stephan io devo andare...Mi dispiace". Stephan capí all'istante. La bació e se ne andando. Richiuse la finestra alla sue spalle.
Con il cuore in mano girò la chiave, era pronta. Sua madre aveva bisogno di lei.Buongiorno ragazze, vi saluto per la seconda volta oggi. Come promesso, ecco il nuovo capitolo. Spero vi piaccia. Siete pronte a scoprire cosa succederà? Stephan riuscirà ad aiutare Eliza?
Non odiatemi. Votate e commentate😍
A presto😊
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Non potevo dimenticare ciò che cambiò la mia vita
HistoryczneBerlino 1939. Epoca che segnó l'inizio di un vero incubo. Un'incubo che, Eliza Müller, non potè mai dimenticare. Eliza, dovrà combattere per la propria sopravvivenza e per quella dei suoi cari in una guerra che per lei, per la sua famiglia e per il...