Bum. Bum. Bum.Un rumore sempre più assillante stava opprimendo Eliza. Sembravano...battiti.
Era strano, proprio quando immaginava di essere riuscita a scappare e raggiungere la pace abbandonando quel mondo troppo acerbo per condurre una vita semplice e degna di essere vissuta, era rimasta li. Non era riuscita nel suo intento, come se una calamita la stesse profondamente attraendo alla terra.
Non voleva ritornare in quel posto, sapeva che non avrebbe avuto una vita normale, per quanto ci sperasse non poteva fare altro che maledirsi per non aver compreso sin dall'inizio sua unica salvezza: la morte.
Voleva che la prendesse li, che fosse lì a tenderle la sua mano ossuta. Lei la tanto odiata incappucciata che proprio quando veniva richiesta a gran voce voltava la spalle. Lei che aveva accompagnato tanti suoi cari, lei che ora si rifiutava di prenderla tra le sue braccia. Tutto sembrava averla abbandonata, persino la più meschina e diabolica delle creature si era dimostra non curante di quel piccolo angelo che aveva occupata la terra nel momento e nel luogo sbagliato. Si chiedeva cosa ne sarebbe stato di Lei, di sua madre, della sua famiglia e del suo popolo.Pensieri e incubi si intervallarono nella mente di Eliza, che sin da quando era ruzzolata nel manto candido, era rimasta svenuta nella più fredda giornata di dicembre. Giornata che Stephan avrebbe consumato per vederla. Poter osservare cosi colei che gli s'insinuava nei sogni e che aveva fatto breccia nel suo cuore duro e di pietra.
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando la vide là distesa nella neve.
Era completamente fredda, aveva labbra cianottiche, tutto di lei sembrava indicarne la morte.
Stephan non perse tempo, si diresse nella sua casa, quella che lui usava nei momenti di congedo, la stese sul letto e la coprí. Sapeva che se non le avesse fatto recuperare almeno un po del suo calore naturale, anche quel esile respiro che appena accennato appariva dalle sue secche labbra, si sarebbe spento. Non c'era tempo da perdere, si diresse in cucina e si mise a preparare qualcosa di caldo e nutriente che potesse ristabilirla.**********
Qualche tempo dopo
Aprì di scatto gli occhi e quando mise a fuoco si accorse di non essere a casa sua.
L'ultima cosa che ricordava, era la corsa estenuante che aveva compiuto dopo aver ricevuto la brutta notizia, ma oltre a questo più nulla. Un senso di paura cominciava a farsi spazio nei suoi pensieri. Non sapeva chi mai avrebbe potuto accogliere in casa sua una sconosciuta e trasportarla senza nessuna fatica.
Non ebbe il tempo di pensare, perché veloci e incessanti passi si facero sempre più vicini alla porta della camera in cui era stata portata da questo strano sconosciuto.
La porta si aprì di scatto e la figura di Stephan si rivelò. Eliza era così spaventata che nemmeno si accorse di piangere.
"Oh no ti prego non piangere Eliza...sono io Stephan. Non ti succederà più niente te lo prometto".
Il giovane soldato la strinse forte su di se, non avrebbe voluto per nessuno motivo abbandonarla, era troppo debole e come Eliza aveva bisogno di lui, anche lui aveva bisogno di lei.
Stettero per un Po di tempo in quella posizione fino a quando, Eliza, non ritornó alla realtà attratta dal tramonto che si estendeva placido fuori dal vetro di quella grande vetrata che le aveva ricordato della sua assenza ormai troppo prolungata nelle mura di cosa. Si alzò di scatto, lasciando interdetto Stephan che la guardava esterrefatto. "Stephan io...devo andare, manco da troppo tempo a casa, i miei genitori saranno preoccupati" e detto questo Eliza mise il cappotto e uscì dalla stanza. Poco prima di varcare la porta d'ingresso di quella grande casa, però, Stephan l'afferrò per il braccio e le disse "Eliza ti prego...dimmi cos'è successo...Perché eri ridotta in quello stato?". Eliza non aveva tempo da perdere, era sicura che il padre la stesse cercando e se fosse stato così le sarebbe stata fatta una bella ramanzina per essere stata così sconsiderata. "Vieni stasera a casa mia, entrerai dalla finestra e ti spiegherò tutto". E dopo una fugace bacio sfuggito nella guancia del giovane soldato prese a correre. Doveva fare molto piano, sarebbe entrata dalla finestra e avrebbe così finto di essere rientrata molto prima. E così fece, entrò, si tolse il cappotto proprio poco prima che la figura del giovane padre non le comparí davanti agli occhi.La faccia del padre era tutt'altro che dolce come l'aveva vista tante volte in vita sua, era severa e truce. Egli disse :" dove sei stata fino ad ora Eliza? Lo sai benissimo che non ammetto che tu stia in giro senza il mio permesso e per di più fino a quest'ora". Si aspettava una risposta e gli sarebbe dovuto arrivare convincente altrimenti non le avrebbe più permesso di uscire, per non parlare della delusione che, in quel suo viso tanto espressivo, sarebbe comparsa. E velocemente disse :" Scusate padre ma ero così sconvolta per la notizia sulla mamma che ho deciso di andare da Johanna...Mi dispiace di avervi fatto preoccupare così tanto". Il viso del padre si addolcí, non aveva sospettato nulla e anche se a lei dispiacesse molto questa situazione sapeva che il minimo passo falso si sarebbe tradotto per lei con la fine delle uscite con Stephan.
E così dopo che suo padre calmatosi uscì dalla stanza, decise di farsi un bel bagno caldo perché le acque avrebbe spazzato via tutta la tristezza ed il peso che si sentiva addosso.Author's note:
Buongiorno ragazzi, ecco un nuovo capitolo sui nostri ormai conosciuti personaggi Eliza e Stephan. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, lo so che forse è un po corto ma ditemi comunque come vi sembra. Grazie ancora per aver letto la mia storia fino a questo punto. Cosa succederà ora ad Eliza? Riuscirà a trovare un modo per guarire la madre? . Tutto questo nel prossimo capitolo:*.
Ps. Qui sotto vi metto i membri del cast dato che a fine capitolo non riesco a metterli.
Eliza: Tanya Mityushina
Stephan: Alex Pettyfer
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Non potevo dimenticare ciò che cambiò la mia vita
HistoryczneBerlino 1939. Epoca che segnó l'inizio di un vero incubo. Un'incubo che, Eliza Müller, non potè mai dimenticare. Eliza, dovrà combattere per la propria sopravvivenza e per quella dei suoi cari in una guerra che per lei, per la sua famiglia e per il...