Capitolo 6

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Usciamo dalla sala e poi saliamo le scale che portano al tetto dell'edificio. Inizio a pentirmi della mia proposta di pochi minuti fa. Guardandolo bene mi rendo conto della mia pessima scelta; è poco più alto di me ma, a giudicare dai muscoli che si vedono sotto la camicia, è molto più allenato. Lo seguo su per le scale insieme a un piccolo corteo silenzioso formato da Mar, Luke e altri due ragazzi. "Facciamo in fretta" dice lui "ho di meglio da fare" sogghigna verso i suoi amici.  Arriviamo finalmente all'esterno e ancora non so quale sfida dovrei proporre. Il tetto è deserto e spoglio, ci sono soltanto un tavolo in un angolo e qualche sedia pieghevole attorno ai resti di un falò ormai spento da molto. Visto che proporre uno scontro corpo a corpo non mi sembra la migliore delle idee inizio a guardarmi attorno. L'edificio principale della sede degli Intrepidi è uno dei più alti tra una lunga serie di palazzi affiancati. Solo pochi metri separano un tetto dall'altro... Mentre sono assorto in questi pensieri uno degli amici del mio "avversario" mi ricorda la fretta che i tre hanno di ritornare alla festa. Non c'è tempo di esitare. "Una gara di velocità. Il primo che raggiunge l'ultimo palazzo della zona degli Intrepidi vince." Lui sembra soppesare la proposta per qualche secondo poi ghignando mi dice:"Hai perso pivello."

Mentre  gli spettatori si dirigono verso quello che sarà il nostro traguardo improvvisato, noi ci sistemiamo sulla linea di partenza. Non posso sbagliare. Quando ancora negli Eruditi, dopo la scuola mi piaceva correre. Con un paio di amici avevamo anche creato una sorta di gruppo segreto di parkour ma questo non basta a rendermi sicuro della mia vittoria. è anche vero però che il mio avversario deve aver bevuto (non poco) e che, essendo molto più grosso di me, è sicuramente meno agile. La strategia può essere solo quella di sfruttare al massimo tutti i miei vantaggi nei suoi confronti e sperare in una buona dose di fortuna. 

Luke, che è rimasto con noi, fa da arbitro e si prepara per darci il segnale di partenza. Non ci siamo ancora detti nulla ma so che lui è teso quanto me, forse anche di più. Ci mettiamo in posizione e Luke inizia il countdown: "Pronti? Tre, Due, Uno...Via!".

Le mie gambe scattano ancora prima che me ne renda conto e parto alla massima velocità verso il bordo del primo tetto. Continuo a correre e saltare per parecchi secondi e mi rendo conto che non c'è nessuno davanti e vicino a me. La cosa mi sembra molto strana: è impossibile che in così poco tempo io l'abbia staccato così tanto. Non faccio in tempo a trovare una spiegazione plausibile che lo vedo sbucare parecchi metri davanti a me da dietro una piccola costruzione sul lato opposto del tetto su cui eravamo. Una scorciatoia che gli ha concesso parecchio vantaggio nonostante io sia nettamente più veloce. Corro come non mai e provo a recuperare lo svantaggio negli ultimi metri ma non c'è niente da fare: sotto gli sguardi delusi e sconvolti dei miei amici taglio il traguardo un secondo dopo il mio avversario. 

E così la mia nuova vita negli Intrepidi finisce ancora prima di essere iniziata e con la mia anche quella di Mar e Luke. Tutto per colpa di uno stupido drink rovesciato. La cosa che più mi fa arrabbiare è che è tutta colpa mia, l'idea di andare alla festa e la sconfitta nella gara. La delusione è incredibile ma ancora una piccola parte di me spera nel miracolo. "Sei veloce, molto." dice e fa una pausa"Sai cosa? mi piacerebbe molto espellere te e quei cagasotto dei tuoi amichetti e in teoria potrei, visto che ho vinto, però non lo farò. Penso che tu abbia del potenziale e il carattere giusto per stare qua. Spero che i tuoi amici dimostrino lo stesso." Sconvolto lo guardo ancora con il fiato corto senza dire niente, lui si gira e con i suoi amici si incammina per tornare alla festa. All'improvviso si gira e chiede: "Come ti chiami?""Eric" rispondo"Ci si vede Eric" e se ne va.

Stiamo per un po in silenzio, consapevoli della fortuna che abbiamo avuto e ancora non del tutto sicuri degli eventi repentini della serata. La situazione era degenerata in breve tempo e si era risollevata altrettanto velocemente. Il primo a rompere il silenzio è Mar: "Cazzo che culo." Ridiamo tutti e tre per scaricare la tensione accumulata e ci incamminiamo anche noi per tornare al dormitorio, non alla festa. 

Una volta saltata Mar davanti al dormitorio femminile, entriamo di soppiatto nel nostro e ci stendiamo nelle brandine. Pochi secondi prima di addormentarmi, esausto per la serata intensa, sento la voce di Luke. "Questa era la mia prima e ultima festa clandestina." e mi addormento pensando a quanto io sia d'accordo.


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⏰ Ultimo aggiornamento: May 17, 2017 ⏰

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