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Non pensavo che avrei mai avuto il coraggio di farlo, invece ci sono riuscita. Sono riuscita a sconfiggere una delle mie fobie più assurde e primordiali, una di quelle che mi porto dietro fino a quando ho memoria. Sto forse parlando a caso?

Stranamente no. Sto parlando della mia paura delle altezze e del fatto che finalmente, dopo secoli in cui sia in miei genitori che mia sorella hanno tentato in tutti i modi di convincermi, prima proponendomi cibo e poi minacciandomi in tutte le salse, sono riuscita a salire sulla Torre Eiffel. Razionalmente so perfettamente che non c'è nulla di cui avere paura, perché si tratta di una torre solida, costruita da persone esperte e che sapevano che cosa facevano, quindi il rischio che crolli e' inesistente. Ma dal punto di vista totalmente irrazionale, l'idea di stare così in alto rispetto alla terra vera e propria, mi destabilizza. Mi fa sentire piccola e totalmente vulnerabile. Mi fa senso.

<< Smettila Lily. Smettila e goditi il paesaggio, dai.>>

Mi volto verso mia sorella, leggermente stupita dalla sua uscita, dal momento che non ho assolutamente aperto bocca e quindi non riesco proprio a capire il motivo di questa sua uscita.

<< Che ?>>

<< Di pensare. Semplicemente goditi la vista.>>

Sto per ribattere, quando decido di non farlo e di richiudere la bocca, per poi dedicarmi a questa vista celestiale dinanzi a me. Siamo riusciti a salire fino all'ultimo piano, impiegando davvero parecchio tempo, ma alla fine riuscendo a trovare la posizione più bella. Il tempo è quello giusto, quello che ti permette di vedere tutta la città con la migliore luce possibile, inoltre, essendo abbastanza presto, non c'è neanche troppa gente, cosa che ci permette di avere questa zona quasi esclusivamente per noi.

Tiro fuori il cellulare dalla borsa e inizio a scattare una foto dopo l'altra, da ogni angolazione e da ogni posizione possibile, perché non voglio assolutamente scordare neanche un particolare. Oltretutto perché i ragazzi ci hanno commissionato un vero e proprio servizio fotografico di tutto ciò che vedremo, dato che loro sono letteralmente rinchiusi per le prove dello spettacolo di stasera e non li vedremo fino ad allora.
Quando ritengo di aver compiuto il mio dovere, ripongo il mio amato cellulare in borsa e riprendo a guardare l'orizzonte. Non scherzo. Guardo le case, guardo la Senna e guardo infine Notre Dame, lasciando poi correre la mia immaginazione senza freni e limiti. Fin da quando ero piccola, avevo l'abitudine di riflettere sulla possibile storia che un determinato oggetto o luogo poteva aver avuto e crescendo questa abitudine mi è rimasta impressa. Pensare che solo un secolo fa c'erano persone diverse, con abitudini e vite totalmente distanti dalle nostre, mi fa strano. Sembrano pensieri contorti e senza senso, ma per me lo hanno.

<< Ragazze, quando ci siete iniziamo a scendere, che dopo ci aspettano il quartiere latino e Notre Dame!>>

Mio padre sembra il più scattante ed entusiasta di tutti, ma per il semplice fatto che non ha un AFTER spagnolo da digerire. Per quanto dicano che i giovani hanno un'arma in più, fisicamente mi sento come una vecchietta di ottant'anni. Avrei bisogno come minimo di una giornata dedicata al buon vecchio dolce far nulla per riprendermi del tutto e far scomparire dal mio viso questa espressione da sconvolta cronica.

<< Si, noi ci siamo!>>

Mia sorella mi prende a braccetto e insieme iniziamo la lenta discesa da questa gigantesca torre. Devo riconoscere che per quanto il cibo francese proprio non mi entusiasmi, in fatto di costruzioni, ci sanno fare eccome. Una volta scesi, iniziamo quella che potremmo definire la camminata del secolo verso i nostri nuovi obiettivi. Secondo mio padre infatti i turisti si dividono in due categorie: quelli che scelgono di visitare la città usufruendo dei tradizionali mezzi come tandem, carrozze trainate da cavalli o biciclette oppure quelli tosti che se la fanno a piedi, in modo tale da godersi veramente ogni singolo particolare. Il fatto che a fine giornata uno non si senta più i piedi, e' un dettaglio del tutto irrilevante.

I hate you, Cameron Dallas !  ( IN REVISIONE COMPLETA dal 2024)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora