Piove .19

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-Alice se non ti alzi non ti porto a scuola e vai a piedi quindi vedi che devi fare non voglio perdere tempo per colpa tua, non scherzo Alice.- 

-Dai Jordan tranquillo la porto io a scuola, se hai altre cose da fare vai, non perdere tempo stando dietro a questa ritardataria- Riccardo disse gentile.

Jordan è un proprio stronzo.
Jordan???
Che ci fa Jordan qui? Oh mio dio ma lui non sa del...del pancione.
Stavo andando perennemente in panico, sarei svenuta da un momento all'altro, ma l'unica cosa che ensterano era la calma e il menefreghismo.
Come sempre.

-Cara sorellina, se non fosse stato per Matthew ora dormiresti sul divano senza mangiare.- No anche Lucas no. Ma cosa volevano tutti?
Lucas sbuca mentre faccio la doccia, Riccardo sbuca dalla cucina e Jordan si intrufola in camera mia insultandomi. Va di male in peggio direi.
-Senti non voglio parlare ne di Matthew ne di niente soprattutto con te.-
Una risata si accentuò sul suo viso.
Ma perché di prima mattina tutti sono dolci, sorridenti e con tanta voglia di parlare? PERCHÉ?
-Acida già di prima mattina. Il bambino ti sta facendo male? Dov'è la dolcezza e l'istinto materno?-
Il bambino? Oddio. Ma nessuno sapeva dei due bambini a parte Caterina che era ripartita da un po' promettendomi di non farne parola con nessuno.
-Mmh...si cioè non lo so ecco-
Che cavolo mi prendeva?
Non farti prendere dal panico.

-Cosa?-
-Senti non rompermi okey? Mi vesto e Riccardo mi accompagna a scuola vabene?- Era più un ordine a me stessa che una domanda a Lucas.
-Okeyokey scusa!- Alza le mani in segno di innocenza e butta la coperta per terra lasciando l'aria fredda entrarmi nella pelle. Alzandosi uscì da camera mia in silenzio.
Cercai di calmare i miei pensieri omicidi verso Lucas e mi andai a vestirmi.
-Cavolo sono le 8.50!- Escamai scendendo le scale veloce.
-Dai andiamo- La voce di Riccardo sempre cosi calma mi metteva solo piu ansia.

-Allora tu e Matthew state insieme?- Riccardo interruppe il silenzio.
Ma perché questa domanda proprio adesso?.
Forse, non lo so. -No- Dissi decisa.
-Se lo dici tu!- Ridacchiò sotto il naso.
-Si lo dico io- Quasi sbraitai e lui non rispose continuando a ridere.

-Finalmente siamo arrivati!- Escamai.
-Aspetta...Ma Yasmine è fidanzata?-
"Si con me, ma se ti sbava dietro idiota" dissi tra me e me.
Scoppiai in un'immensa risata che lo fece solo innervosire di più.
-Forse...non lo so- Sorrisi divertita dal suo viso che impallidì all'istante.
-Ti farò sapere tranquillo- Gli feci l'occhiolino e scesi dalla macchina chiudendo la portiera.
Che imbecille.

MATTHEW

Come sempre mi mettevo all'ultimo banco. Sono cambiate cosi tante cose dagli ultimi mesi a scuola che nemmeno la riconosco.
La preside aveva deciso di fare tutti i corsi con persone sparse e abolire la regola della "stessa classe e sezione tutto l'anno" per fare rivalità alla scuola Sant. Michel che era proprio a 10 minuti dalla nostra.
A me questo nuovo modo di non fare un cazzo a lezione andava bene almeno ad ogni corso avrei avuto modo di divertirmi prendendo in giro professori e alunni.
L'anno scorso mi avevano bocciato perché non studiavo e questo anno anche se non seguo alle verifiche prendo buono voti ma dicono che il mio comportamento non vada bene. Praticamente trovano sempre qualcosa che non vada in me e questo mi da seriamente fastidio perché loro non sono nessuno.
-Buongiorno ragazzi-  La professoressa di storia entrò in aula sempre con quelle maledette scarpe a spillo odiose. Avrà avuto 60 anni e va in giro come una ragazzina chissà per quale perverso scopo.

-Susan presente...Matt...Alice? - Punta gli occhi su di me e poi su i due banchi vuoti, uno vicino a me e l'altro avanti a me.
-La signorina Alice è stata assente troppo tempo alla mia lezione questa era la sua ultima possibilità- Sospirò, era arrabbiata e si vedeva lontano un milio.
Il rumore della porta attirò l'attenzione di tutti dalla professoressa ad Alice che in tre secondi si sedette vicino a... me.
-Scusi per il ritardo- Alice disse seria.
-Alla buon'ora Stevens- Disse la professoressa come per provocarla.
-Le ho già chiesto scusa,  le devo anche baciare i piedi?- Le sorrise amaramente alzando un sopracciglio e prese i libri dallo zaino.
Quel maglione grigio che indossava lasciava all'immaginazione, la mia immaginazione, data la sua grandezza e quei leggins neri mi facevano solo venire voglia di strapparglieli.
La professoressa la guardò in cagnesco e poi tornò a fare l'appello.
-Quella zitella, brutta e puttana- Escamò Alice sottovoce tra se e se.

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