Che ci faceva qui?
Non volevo parlare con Andrea, non adesso, sapevo per certo che era a conoscenza della casa di nostra madre perche l'ultima volta avevo trovato una sua sciarpa, ma non le avrei mai detto che fossi stata lì, si sarebbe aperto un discorso che non ero in grado di reggere.
Ero arrabbiata, ma le volevo troppo bene e mi fidavo di lei ciecamente. Quindi provai a dimenticare il motivo della mia incazzatura e le sorrisi debolmente mentre svegliavo Matthew.
Aprì prima un occhio e poi un altro sbadigliando e questa scena mi fece solo che ridere e se ne accorse dato che rise con me, per un secondo mi dimenticai di Andrea ma quando lo sguardo di Matthew passò da me ad Andrea un clima di disagio scese nella piccola e monotona stanza.
Lei lo guardava in modo strano mentre Matthew emanava odio puro.In tre secondi mi stampò un bacio sulle labbra ed usci oltrepassando Andrea e chiudendo la porta alle sue spalle.
-Succede qualcosa?- Domandai preoccupata.
-Oh no sarà perche ho rovinato il "vostro momento"?- Nonostante la risata nervosa le credetti e chiusi quel discorso.-Stai meglio? Sai i dottori hanno detto che..!?- La interruppi.
-Lo so...se non potrò tenerli per un periodo di tempi, li darò a te. Sei l'unica persona di cui mi fido- Dissi normale anche se mi piangeva il cuore. Non me li avevano nemmeno fatti vedere.-Però i nomi li sceglierai tu...quindi, come li chiamerai?- Cercò di rallegrare il discorso che diventava poco a poco sempre piu triste.
-Mmh...Beh la femmina Rose e il maschietto penso che lo deciderò insieme a Matthew-
Sul suo volto comparve un sorriso che cessò subito.*********************
Passò 1 settimana e feci delle sedute con una psicologa. Stavo male, ho visto una volta i miei bambini, Rose e Oviler prima che li diedero ad Andrea e da quel momento lei scomparve.
Mio padre qualche volta mi chiamava ma rispondevo sempre molto fredda e apatica.Il telefono vibrò e mi affrettai a riapondere.
-Alice..ti prego esci sono sotto casa andiamo a fare shopping o a bere fino a vomitare o anche a prendere a pugni ogni persone che incontriamo ma esci!- Era Eva che provava ad implorarmi ad uscire di casa.
-Ti apro ma non esco rinunciaci-
Scesi sotto e nemmeno il tempo di chiudere la porta dietro di lei che si fiondò su di me dandomi un abbraccio fortissimo, quasi mi strozzava.
Non aveva più il pancione e la pancia piatta era tornata ma avevo ancora le cicatrici dei tagli causati dal vetro e un bel segno sulla pancia dato dal parto.
Ormai a casa non c'era piu nessuno a parte Lucas che non voleva lasciarmi sola dato che Matthew era scomparao per la millesima volta usando la scusa del lavoro.-Senti, Domani c'è la festa di Melissa e ha invitato tutta la scuola e tutte noi andiamo. Ti obbligo a venire ti farà bene e magari conoscerai un ragazzo! Non puoi restare qui a rimurginare dandoti colpe. Non ce la facciamo a vederti così Alice...- Gli occhi si fecero lucidi ma ritirai subito tutto evitando di piangere.
-Andiamo so che puoi venire...Ti ho gia procurato il vestito, è mio ma a te starebbe molto meglio..e si è lungo cosi si evitano di vedere le cicatrici e sei piu a tuo agio okey?-
Era in questi momenti che mi rendevo conto di quanto fossero importanti le amiche. Mi spuntò un sorriso che pero si azzerò subito, ma era già qualcosa.-Tranquilla, ci siamo noi...Matthew tornerà e quando lo farà per favore. Non cascarci più- Le sue parole mi lacerarono. La mia testa mi diceva tutti i giorni questo ma il mio cuore no, io appartenevo a lui e lo amavo.
Passai la serata con Eva a parlare e mangiare finche non ci addormentammo entrambe sul mio letto.
Quando mi svegliai notai che eva era scomparsa e presa dalla curiosità andai a vedere in camera di jonas ed eccoli li, ero sicura che lui sarebbe tornato questa sera dato che Eva gli aveva detto che sarebbe stata da me.
Lei era accoccolata su di lui e mi fece pensare a me e Matthew.
Non volevo piangere ma fu inevitabile.
Corsi in camera e piansi piano cercando di rimuovere i ricordi con lui ma senza nessun effetto.Erano sempre lì.
Dov'era? Perche mi abbandonava sempre ? Mi sentivo cosi male. Avevo un perenne bisogno di lui ma lui non c'era ed io piangevo per lui quando magari lui stava con una ragazza a divertirsi o a scherzare con amici. Mi sentivo cosi stupida.
Mi mancava, le sue braccia possenti e i suoi sorrisi maliziosi, i suoi occhi profindi e le sue lentigi, il suo modo elegante di essere stronzo e le sue gelosie assurde, quando perdeva il controllo con me e si avvinghiava alle mie labbra come se non ci fosse un domani. Ma avevo così tanti dubbi,Troppi.******************
-Alice sveglia dobbiamo andare a scuola! - Eva mi scuoteva dolcemente facendomi aprire gli occhi.
No la scuola no!!!
Odiavo la scuola soprattutto quando sapevo che non ci sarebbe stato Matthew a punzecchiarmi per la maggior parte dei corsi.
-Alice sa dirmi qualcosa della seconda guerra mondiale?- Era minimo la millionesima volta che interrogava sulla seconda guerra mondiale e non riuscivo a capire perche dopo mesi non andasse avanti con il programma.
-Ma già mi ha interrogato!- La professoressa mi guardò e poi diede un'occhiata al registo.
Senza dirmi niente nomino un'altra ragazza che ripetè divinamente beccandosi solo una C.
Il resto delle ore passaromo in fretta e ci ritrovammo tutti a mensa.
Il solito casino regnava nella grande sala e le voci stridule delle ragazze erano il sottofondo peggiore dopo 4 ore di scuola.
-Beh vedo che sei felice di vederci- Ironizzò Jeremy ed io spostai il mio sguardo dal cibo ai suoi occhi.Non capisco perché l'unica che stia male del fatto che Matthew non era tra noi ero io.Solo a me mancavano le sue battute idiote?
-Jeremy mi passi a prendere per andare alla festa?- La voce tenera di Maria ci fece girare tutti e divento paonazza.
-Certo bambola- Jeremy ammiccò un sorriso facendole l'occhiolino e lei ricambiò.
Mi ero persa qualcosa?
Il pranzo continuò così il che non mi dispiaceva, avere persone che mi volevano bene mi faceva stare meglio ma non mi bastava io volevo lui.La festa si avvicinava ed erano piu di 20 minuti che Yasmine ed Eva mi acconciavano.
-Ragazze va bene cosi sul serio- La mia voce era un misto tra il divertito e il seccato.
-Devi fare colpo questa sera- dissero all'unisono con un sorriso malizioso, in realtà non volevo fare colpo su nessuno. Ci andavo solo per farle contente e per svagarmi un po' non potevo restare seduta sul mio letto a piangere.********
La casa era enorme. Dei ragazzi erano gia sbronzi mentre altri ballavano o provavano a fare colpo. Sinceramente non mi sentivo a mio agio.
Avevo un vestito nero stretto alla vita e lungo fino ai piedi con dei tacchi normali, capelli sciolti e trucco leggermente meno semplice rispetto al normale.Yasmine trovò subito un ragazzo con cui ballare e anche molto carino mentre Eva era intenta a parlare con un biondo.
E poi c'ero io, seduta su una sedia a bere qualcosa di alcolico e scansando ogni ragazzo che si presentava.Messaggio a Maria:
Dove siete tu e Jeremy?Messaggio da Maria:
Ehm...abbiamo avuto un cambio di programna penso non vorremo scusa..domani ti spiego!Ero perennemente sola adesso e la mia testa vagava a tante cose come I miei bambini,Andrea, cosa stessero facendo Jeremy e Maria, Matthew.
Non ne potevo piu di questa festa, avevo bevuto abbastanza da libersrmi un pochino dalla prigione e dal carcere che avevo in testa che mi tenevano chiusa quindi potevo andarmene a casa e dormire.
Oltrepassai la pista da balla dove gatte morte con una minigonna si strusciavano esageratamente su ragazzi ubriachi per poi oltrepassare l'angolo sbaciucchiamenti amorosi e robe varie.
Camminavo lentamente e ogni tanto poggiavo la mano da qualche parte per riprendermi, ormai ero alla soglia di quella villa monotona ed enorme dove regnava la musica finchè non lo vidi. La musica si fece ovattata e gli occhi erano increduli, era lì.
Deglutì pesantemente era così dannatamente sexy e bello....Ma non era solo.
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Parlami d'Amore
RomansaAlice Violet è una ragazza semplice con una storia complicata che non ancora riesce ad accettare e che tiene all'oscuro da tutti non aprendosi dato il suo carattere scontroso. È costretta ad affrontare il secondo trasloco, per via del lavoro della m...