10. ~Biblioteca~

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DAL CAPITOLO PRECEDENTE

Il festeggiato?!

Oddio...... questo non avrebbe promesso nulla di buono.

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«Come? Non lo sapevi?» disse Kate con un ghigno.

«No, non lo sapevo. Ma se qualcuno cui presente me l'avesse accennato, ora non starei qui a rimpiangere la figura di letame fatta!» dissi io lamentandomi.

«E dai piccola Charlie, non fare così ! Ci fai rimanere male» disse ormai Ash ubriaco marcio. Bell' esempio di fratello! Ma perché Ash si doveva sempre ubriacare così ad una festa? E perché Kate continuava a guardare mio fratello in un modo strano?

Chi mi riscosse da questi pensieri fu Trevor che disse: «Charlie, ma perché stavi con quello?»

«Ehm. Lunga storia. Diciamo una discussione finita poco bene» dissi io un tantino agitata. E per tutta la durata del viaggio continuarono a ridere. Tranne Trevor che era ancora perplesso.

Tornammo tutti nei rispettivi dormitori, ed io tenevo Kate in braccio visto che non era nelle condizioni di camminare. Come Ashton. Solamente Trevor aveva bevuto un bicchiere. Che amici pazzi.

Kate si addormentò vestita, mentre io indossai il pigiama. Però alla fine era stata una bella serata. Escludendo l'entrata in scena del dio greco con gli occhi verdi. Chissà come si chiamava? Che specializzazione avrebbe preso? Avrà avuto una fidanzata? E con questi pensieri mi addormentai.

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Sentii una piccola vibrazione sotto la mia mano, allora aprii pian piano gli occhi e quando ebbi la vista piu' nitida riuscii a vedere il telefono di Kate squillare. Ma Kate ancora stava in letargo.

Lo presi e risposi. «Pronto, chi è?» dissi ancora assonnata. «Hey Charlie, sono io, Ash. Come stai?» mi chiese.

«Tutto bene, la festa ieri è stata molto bella e- aspetta un momento. Ash?! Perché hai chiamato Kate? E come fai a sapere il numero di Kate?» chiesi io stranita.

«Ehm. Lunga storia! Vabbè sorellina ti lascio. Dì a Kate di richiamarmi» disse e chiuse la telefonata. Certo, se si sveglia.
Mmm, ho un fratello strano.
Comunque, tornando a me, andai in bagno e mi cambiai.
Dopo essere stata tre ore in bagno ad ascoltare e a ballare, mi vestii con il maglione dell'Harvard University e dei pantaloni neri. Mi feci una coda alta ed uscii prendendo le chiavi ed il libro di chimica.

Dopo pochi minuti di camminata arrivai ad un bar, mi presi un caffè e me ne andai.
Avevo lezione di chimica dopo e non volevo fare tardi il primo giorno. Si, lo so, non è da me!
Comunque mi avviai in aula e stranamente non trovai nessuno dei miei amici dentro. Forse staranno facendo biologia.
Ad ogni modo mi sedetti e cominciai la lezione con il prof che si odorava le ascelle.

Vidi che eravamo messi bene! A fine lezione ero così disgustata che uscii in fretta e furia dalla classe e andai dritta a ristorante.
Sono stata 3 ore chiusa in una classe, cercando di seguire la lezione mentre il mio prof ogni minuto annusava le sue ascelle.

Che bello come inizio! Trovai un ristorante proprio di fronte alle aule ed entrai senza esitazione.
Ordinai un hamburger con patatine e mentre smanettavo un po sul telefono, davanti a me si presentava una scena alquanto strana. Ashton e Kate si stavano baciando e come due innamoratini avevano preso un tavolo per due.

Wow! Cioè, avevo capito che si attraevano l'un l'altro, ma così tanto non credevo! Senza farmi vedere dai due, pagai, mi alzai e raggiunsi la biblioteca della scuola. Altro che agente speciale, mi dovrebbero chiamare agente spia mission impossible!

Uscii dai miei pensieri malati.

Dicevano tutti che questa biblioteca fosse gigantesca. Pensavano che sia una delle più grandi al mondo.
Adesso sarebbe spettato a me giudicare.

Entrai dentro, chiesi alla segretaria se era possibile darmi una card per venirci a studiare spesso e dopo dieci minuti di sosta me la consegnò.

Assomigliava ad una carta di credito, però sopra c'era il mio nome e c'era scritto il nome della biblioteca.

Inserii la card nella macchinetta e dopo un rumorino mi fece entrare.
Appena entrai rimasi con la bocca aperta.
Avevo visto dalle foto che era una bella biblioteca ma non pensavo lo fosse così tanto dal vivo.

Presi un quadernino e mi misi alla ricerca del libro di anatomia.
Il professore, o come lo chiamiamo noi "il nazista" , ci aveva imposto di avvantaggiarci lo studio iniziando dall'anatomia, ed anche se non lo sopportavo con il suo modo di fare, dovevo dire che era bravo a spiegare.

Tornando a noi, cercai in tutti gli scaffali il libro e quando lo trovai non mi sembrava vero.
Era tre metri sopra di me, e per arrivarci ci sarebbero volute delle modelle altissime. E tutti sapevamo che io non lo ero, visto che ero alta quanto un mignolo.

Provai per ore a saltellare per riuscire a prendere quel libro finchè non mi sentii afferrare dai fianchi e alzata su fino all'altezza del libro. Lo presi molto rapidamente e scattai per liberarmi dalla presa ferrea. Ma feci una mossa sbagliata visto che il tizio ora era sotto di me.

«Principessa, se volevi abbracciarmi potevi anche chiedere» e sentii quella voce maledettamente soave ed allo stesso tempo irritante che mi parlava.
No, non ci posso credere! Di nuovo lui!

«Non posso crederci, di nuovo tu!» dissi alzandomi in fretta e guardandolo storto.
«Te l'avevo detto che non sarebbe finita lì, ed un gentiluomo mantiene sempre la sua parola» disse facendomi un occhiolino. Per un attimo rimasi imbambolata dalla sua bellezza ma poi cominciai a ridere come una pazza. Lui! Gentiluomo?! Allora io ero una regina.

«Quanto sei divertente, mai visto uno più simpatico di te! Bellissima la battuta!Quanto fai ridere!» dissi io continuando a ridere mentre lui mi guardava stranito.

«Infatti. Però bambina cara, oltre ad avere il talento di far ridere, ho anche quello che porta alle lacrime» disse con tono cattivo.
Io mi fermai e non risi più, presi il libro, mi girai dall'altra parte e camminando nella direzione opposta mi indirizzai verso un tavolino, quando mi sentii di nuovo prendere dal braccio e sapendo già chi possa essere mi girai per urlargli contro, quando mi sentii tappare la bocca e sentii lui che mi diceva all'orecchio:
«Piccolina ricordati che devi ancora chiedermi scusa per la figuraccia dell'altra volta. Non vorrei che questi "scusa" diventassero troppi. O forse non li reggeresti tutti quanti.» disse lui fiero di sè stesso per quello che ha appena detto.
«Ah! Ora devo andare. Ma ti prometto che tornerò bambolina.» disse lui divertito dalle mie facce buffe.

Volevo tanto urlargli contro, ma sentii una voce stridula molto familiare che man mano si fece più nitida..... oddio! Non ci posso credere! Ma cosa ci fa qui Jessica?!

«Bryan! Amorino, cosa ci fai qui con questa ragazzina?» disse l'oca scocciata rivolgendosi a Bryan.

«Punto primo : ragazzina lo dici a qualcun'altra.
E punto secondo: il tuo amorino Bryan stava solo dando fastidio, perciò puoi pure riprendertelo.»
dissi infuriata, ma soprattutto delusa che al maniaco piacesse una come Jessica. Ma cosa mi aspettavo?
Beh, almeno una cosa l'avevo scoperta. Il fantastico dio greco modello di calvin klein aveva un nome! E dovevo dire anche molto bello! Peccato che questo "Bryan" abbia molti difetti, tra cui l'arroganza ed il fatto che conosceva Jessica.

Ora mi restava da scoprire solo il cognome.
Mi sa che dovevo fare la detective e non il medico....

E questo era il capitolo 10!😘
Spero vi piaccia!!!

Buona lettura.

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