Capitolo 5: Riunione serale

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I capogruppo delle varie case erano riuniti davanti a un tavolo da ping pong nella Sala Grande. Non erano presenti neanche tutti, ma erano comunque abbastanza per fare casino. Chirone era sulla sedia a rotelle, e parlava con Percy e Annabeth; Clarisse La Rue, i fratelli Stoll e un ragazzo della casa di Efesto battibeccavano, Clovis dormiva, e Paul se ne stava in un angolo con il cappuccio della felpa nera tirato su. Poi il centauro batté le mani.

«Potete far silenzio?» La stanza si ammutolì. «Bene. Ora, non tutti sono potuti venire qui al campo, e ringrazio quelli che hanno lasciato temporaneamente gli studi per venire. L'ordine del giorno è il seguente: Nyx sta iniziando a muoversi, sta richiamando a sé i suoi figli, e le loro progenie.» Poi spostò lo sguardo verso Paul. «Lui è Paul Braveheart, figlio di Thanatos.»

Percy alzò la mano come per salutare. «Ehi, ho conosciuto tuo padre un po' di tempo fa.» Si sentiva l'odore del mare fin nell'angolo dove se ne stava Paul, che ne rimase colpito. "Okay, immagino sia normale per un figlio di Poseidone". E poi raccontò il suo incubo. Al termine della sua narrazione, l'intera stanza era in silenzio. I visi dei capogruppo mostravano le emozioni più disparate: dubbio, timore, paura.

«Bene, grazie Paul. Ora se anche Clovis potesse raccontare cosa lui e i suoi fratelli hanno visto in sogno...» fece un segno verso il ragazzo. E dopo che anche il figlio di Ipno ebbe raccontato il suo sogno, dopo essersi svegliato, e aver rischiato più volte di riaddormentarsi, all'improvviso, la porta della casa si aprì, ed entrò un ragazzo. Dall'aspetto, aveva chiaramente tra i 15 e i 16 anni, coi capelli corvini tagliati corti, gli occhi neri e la pelle abbronzata. «Eccomi! L'aereo da Honolulu non voleva più partire.»

Chirone si girò verso il nuovo arrivato, e gli fece segno di avvicinarsi. «Ragazzi, lui è Aikane Makaiu. Figlio di Nemesi. È arrivato al campo da pochi mesi. Mi ha contattato dicendo di avere gli stessi problemi di Paul e dei ragazzi di Ipno.» Una serie di saluti si levò per la stanza.

«Confermo. In sogno Nyx mi stava tentando, praticamente eravamo a Babilonia, c'erano scene di giustizia dello stile "occhio per occhio, dente per dente", ma mia madre è apparsa e tutto è finito. Ha detto di stare attenti.» Il ragazzo fece una faccia dubbiosa. «Non ho capito molto però.»

«Come mai solo a loro sono venuti questi tipi di sogni?» Chiese Percy, alzando un sopracciglio.

«Per nostra nonna.» Paul era uscito dal suo angolo, mettendosi di fianco ai fratelli Stoll. «Thanatos, Ipno e Nemesi sono tutti e tre figli di Nyx e Erebus, il dio delle tenebre. E in tutti i casi, come abbiamo potuto constatare, appare la "Madre Notte" a tentarci, come se dovessimo entrare a far parte di un esercito.»

«Qualcosa di grosso sta succedendo nel Tartaro.» Annabeth stava pensando. «Non siete riusciti a capire altro?»

«No.» Dissero in coro i due, dato che Clovis si era riaddormentato.

Ma qualcosa cambiò improvvisamente: Paul sentì un dolore lancinante alla testa, come se gli avessero infilato un pezzo di ferro incandescente dentro il cervello. Delle farfalle iniziarono a volare, colorate di rosso sangue e rosso, con le estremità delle ali che sembravano essere state bruciate. E poi presero fuoco. Le ceneri si sparsero ai piedi del ragazzo. Da quelle stesse ceneri uscì una larva di cristallo, che iniziò a circondarsi di filo nero dall'aspetto metallico, e dopo pochi secondi dalla crisalide uscì una farfalla di cristallo simile a Nox, ma totalmente bianca. Questa si infranse a mezz'aria, e l'anonima voce di una giovane donna si diffuse per la stanza.

«Colui che dalla morte ha preso la vita, fino alle tenebre della fossa infinita» Al figlio di Thanatos sembrava la voce di un angelo. «Dovrà mostrar di esser degno della sua esistenza, impedendo che la Notte sovrana regni su ogni essenza.»

Nella stanza calò il silenzio. Lo sgomento era sulla faccia di tutti. Persino Chirone, che fino a quel momento aveva cercato di mantenere un'espressione neutrale, aveva la faccia di uno che aveva appena visto un fantasma.

«É... una profezia.» A parlare fu Chirone, non appena si fu ripreso. «Insolito il modo in cui l'abbiamo ricevuta.»

«L'ho già sentita.» Percy si fece avanti. «Ella si era messa a gridarla la sera del mio compleanno, mentre era con mio fratello Tyson.»

Paul si sentiva senza forze, come se qualcuno avesse impiegato tutta la sua energia per trasmettere quella profezia. «Come... è... successo?»

«Se non lo sai tu, fratello, dubito che altri lo possano sapere.» Il figlio di Nemesi si era avvicinato. «Non lo avevi mai fatto prima?»

«Mai. Non sono mai andato oltre l'evocare semplici farfalle.»

Annabeth si schiarì la voce. «Qualsiasi cosa sia, ho un brutto presentimento. All'inizio parla di colui che dalla morte prende la vita, e qui Paul è l'unico figlio della Morte. E il seguito, "le tenebre della fossa infinita", quindi il Tartaro. L'impresa dovrà essere svolta negli Inferi. Ma il resto...» Si mise a osservare il figlio di Thanatos. «Devi mostrare qualcosa davanti al Tartaro, e questo servirà a impedire il regno della Notte.»

«Ma Nyx è proprio in quel abisso, Annabeth, e niente può uscire da lì. Come potrebbe...» Percy spalancò gli occhi. «Oh, ora è chiaro. Vuole usare voi per far sì che le tenebre circondino il mondo, o qualcosa del genere, in modo da poter uscire e regnare.»

«Testa d'alghe, troppa fantasia. Non credo sia possibile.»

Percy si mise a ridere imbarazzato. «Hai ragione, ho viaggiato troppo con la fantasia.»

«No aspetta. Ha senso.» Paul si era ripreso, e ora stava ragionando su tutte le informazioni che aveva. Un'abitudine appresa per sopravvivere durante gli ultimi anni. «Io non escluderei quest'opzione. Nyx potrebbe far ritornare suo marito Erebus per far regnare l'oscurità.» E dopo aver tirato un pugno sul tavolo, come se avesse avuto un'illuminazione ma non se ne fosse accorto, «Blimey, siamo messi male.»

«Che hai detto?» Clarisse lo guardava con fare strano.

«Blimey. Il vostro "accidenti". È un'espressione tipica inglese.» Poi notò la faccia della ragazza. «God save the Queen! Ora manco sanno riconoscere a vista un inglese questi americani.»

«Ma se sei un semidio greco!» Protestò la figlia di Ares.

«Sì, lo sono. Ma lo so da pochi giorni. E so di essere un suddito di Sua Maestà fin dalla nascita. Infatti mia madre aveva deciso di partorire a Cambridge.» Poi si voltò verso Chirone. «Tornando a noi, cosa facciamo? Indiciamo un'impresa?»

Il centauro si grattò la barba. «Non lo so. Per le imprese sono necessarie delle profezie, che in questo caso abbiamo, ed è stata confermata da Percy in quanto anche l'arpia che conosce i Libri Sibillini l'aveva rivelata...» Paul fece per chiedere come potesse un'arpia imparare dei libri spariti secoli prima, ma lasciò perdere. "Certi dubbi meglio non cercare di risolverli." «Non vedo altra scelta. Domani ti sceglierai due compagni e partirai per l'entrata degli Inferi, a Los Angeles.»

"La città degli angeli è dove si trova il mondo dei morti. Non credo sia solo una coincidenza."

Il Figlio Della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora