{Seven} Fantasy.

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È notte pesta quando una donna dal volto coperto raggiunge l'entrata di un enorme castello scuro.

I suoi passi leggeri non lasciano tracce nonostante il terreno fangoso.

Quando il portone in legno si apre facendo cigolare i cardini, sulla soglia appare la figura di un uomo.

<Chi siete?>
Chiede questo con tono brusco e spazientito.

Mai nessuno veniva a disturbare la quiete di quel luogo.

Viveva rintanato nel suo castello posizionato sopra un piccolo villaggio e da molti anni ormai non usciva dal suo rifugio o aveva contatti con gli altri abitanti del posto.

Ma non era stato sempre così.
C'era stato un tempo in cui il suo castello era sempre pieno di persone proveniente da qualunque parte dello stato.

Eppure qualcosa era cambiato.

<Il mio nome è Rhea Samira>
Dice la donna levandosi il cappuccio dalla testa e mostrando il proprio volto.

Una montagna di capelli ricci si appoggia delicata sulle sue spalle.

<Mi manda Ramon>

A quel nome l'uomo sobbalza sorpreso.

<R-ramon? Non sentivo questo nome da anni...> esclama estraniandosi per un momento dalla conversazione <Ma prego, entrate>

La donna lo segue in una grande stanza buia.

<Sapete perché sono qui?>
Chiede accomodandosi su una delle poltrone impolverate.

<Posso dedurlo...>
L'uomo appare nervoso.
Inizia a massaggiarsi la testa con insistenza.

<Domani dovrete lasciare il castello, avete trovato ciò che vi abbiamo chiesto e questo ci basta per ora>
La voce della donna è autoritaria e forte.

Si alza afferrando le sue valige dall'aria antica e pregiata.

<Non posso abbandonare le mie ricerc...>

<Così è stato deciso. La situazione sta diventando troppo pericolosa per voi, i nostri incantesimi non li terranno lontani ancora per molto, stiamo perdendo forza>
Lo interrompe severa Rhea già sulle scale.

<Lasciate l'oggetto dove stabilito e andatevene al più presto. È per il vostro bene>
L'uomo non smette un attimo di passarsi le mani tremanti tra i capelli.

<Da adesso ci pensiamo noi>
Dice prima di sparire in un corridoio buio e raggiungere una camera da letto calda e riparata.

Ripone tutte le sue cose sul letto a baldacchino che occupa il centro della sala.

Una delle valige si muove leggermente.

<Domani Rune> sussurra la donna accarezzando il legno <domani sarai finalmente libero>

I primi raggi del mattino raggiungono la stanza di Rhea svegliandola dal suo sonno tormentato dagli incubi.

L'uomo se ne è già andato da un pezzo.

È sola ora, o quasi.

Afferra la valigia che aveva riposto con cautela accanto al letto e scende in cortile.

Si siede a terra e si lascia trasportare dal vento fresco che le smuove i capelli.

Con un gesto rapido sgancia i vari lucchetti che tenevano chiusa la scatola.

Una luce abbagliante esce da questa e in meno di un secondo il giardino non è più vuoto.

Davanti alla donna appaiono centinaia di creature diverse e magnifiche.

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