Capitolo 6

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Angolo dell'autrice: volevo scusarmi per il mio enorme periodo d'assenza. Spero che, nonostante io non mi sia fatta viva per un bel po', la storia continui a piacervi. Mi auguro tanto che il capitolo non deluda le aspettative. Un bacio!!!!


Mi nascosi dietro una balla di fieno grossa quanto una montagna. Forse era più una collinetta ma non era quello il momento d'andare tanto per il sottile.
Iniziai a mangiare le mie povere unghie, già tremendamente corte, con così tanta violenza da far uscire il sangue. Non potevo credere d'averlo fatto davvero, non potevo essere stata così tremendamente e incredibilmente stupida e impulsiva. E non potevo credere d'essere corsa via in quel modo. Chissà cosa avrebbe pensato Nico. Chissà cosa gli frullava per la testa in quel preciso momento, mentre io me ne stavo nascosta tra il muro della rimessa e quella balla di fieno che pungeva la pelle delle braccia, scoperte. Il lato positivo era che, almeno, l'ombra offriva un po' di fresco. Avevo bisogno di parlare con qualcuno di quello che era successo, subito. Mi dissi che, forse, uscire non sarebbe stata un'idea così malvagia. Cosa poteva farmi Nico, infondo? Quando stavo per decidermi a uscire allo scoperto, il suddetto ragazzo arrivò di corsa nello spiazzo che divideva la rimessa dalle scuderie. Ce ne aveva messo di tempo! Tempo di reazione degno di una volpe impagliata, commentai tra me.
"Sera so che sei qui, quindi evita di far perdere tempo a entrambi e vieni fuori"
"Col cavolo!" bisbigliai a me stessa e alle sue spalle. Da quella posizione notai che aveva un buco abbastanza grosso sulla gamba destra del pantalone da equitazione. Mentalmente mi appuntai di dirglielo o, direttamente, di ripararglielo.
"Sera, se esci adesso prometto che faccio tutti i lavori che ti ha assegnato papà per il resto della settimana" quella proposta mi allettava, e anche molto a essere onesti "L'offerta scade tra 20 secondi" perché non poteva darmi il tempo di pensare? "Diciannove" eh no! Io ero il classico tipo di persona che, messa sotto pressione, non sa mai cosa sarebbe meglio fare "Diciotto" e quel disgraziato lo sapeva perfettamente, ecco perché si comportava così "Diciassette"
'Va bene, Teresa, calmati' dissi a me stessa
"Sedici"
'Prima di ucciderlo, prendi in considerazione l'idea di parlarli come una persona civile. Magari ti dirà che non è successo nulla e che potete fare tranquillamente finta di nulla"
"Quindici"
'Va bene' mi dissi
"Quattordici"
'Adesso lo ammazzo ' presi un pezzetto di sterrato in mano e, cercando di prendere la mira con maggior precisione possibile, lo colpii dietro la gamba destra, proprio dove aveva il buco causato dall'usura. Sussultò, ricevuto il colpo, e si voltò di scatto proprio nella mia direzione senza, però, vedermi.
"D'accordo Sera, tana libera tutti" disse, alzando le mani, come in segno di resa "Adesso vieni fuori. Sai che non mi è mai piaciuto giocare a nascondino, specialmente se sono quello che deve cercare" presi un respiro profondo, prima di decidermi quantomeno a parlare.
"Se esco che succede?"
"Si può sapere dove ti sei andata a infilare?" rispose, curioso, guardandosi intorno.
"Rispondi!" ribattei, perentoria.
"Cosa vuoi che succeda?"
"Non lo so"
"Qualcosa accadrà in ogni caso, sia se esci allo scoperto, sia se decidi di continuare a nasconderti" rispose, pacato "Le cose non restano mai uguali a se stesse per molto tempo" continuò "Quindi la scelta è tua"
"Dici che sono una codarda se decido di nascondermi ancora un po'?" chiesi, con voce tremolante e precaria, incerta.
"Dico che qualcosa succederà e muoio dalla voglia di sapere cosa" sentii lo sterrato scricchiolare sotto i suoi piedi, ma non seppi dire in che direzione. Avrei voluto ribattere in qualche modo ma non sapevo come. La verità era che anche io volevo vedere cosa sarebbe successo, ma non ne avevo il coraggio.
"A te non fa paura che le cose cambino?" dissi, attendendo una risposta che giunse in ritardo rispetto alle precedenti.
"Io ho paura quando le cose restano così come sono per troppo tempo. Vuol dire che a nessuno interessa se cambiano o se finiscono" rispose la sua voce, dritta nel mio orecchio destro. Mi voltai quel tanto che bastava per guardarlo in viso. Lui sorride, solleticandomi il naso con un filo di paglia "Vedi? Alla fine ti trovo sempre"
"Perché io voglio farmi trovare, non ti illudere di essere più intelligente di me" risposi, per poi regalargli una linguaccia.
"Perché hai così tanta paura di ammettere che siamo diversi, che le cose tra noi sono cambiate?"
"Perché finchè quello che c'è tra noi resta l'affetto fraterno che ci lega da quando eravamo bambini so che sarai al mio fianco. Non voglio rischiare di perderti per un capriccio del momento" risposi con un filo di voce.
"Quel bacio è stato un capriccio del momento?" chiese, con voce piatta, monocorde.
"Non lo so. Più che altro è stato un istinto"
"Allora non può essere uno sbaglio" disse, guardandomi negli occhi.
"Non ho mai detto che lo fosse" restammo a guardarci per qualche istante, in silenzio. Nessuno dei due aveva il coraggio di rompere quella quiete precaria. Alla fine, Nico si convinse a dire qualcosa.
"Stasera c'è il falò in spiaggia, quello che organizziamo prima delle gare" annuii. Conoscevo quei falò ma non mi era mai interessato prendere parte a essi "Ti va di venirci con me?"
Annuii, abbracciandolo di slancio. Quando ci staccammo mi sorrise, regalandomi un bacio sul naso.
"Allora passo a prenderti alle 21:00. Sii pronta, per favore" disse, prima di correre via "Ah, Sera?" mi urlò, da sopra le scale che portavano a casa sua "Non pensare neanche per un istante di poter fare come se nulla fosse successo"
Ecco. Perfetto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 02, 2016 ⏰

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