Capitolo 1

9 1 0
                                    

Era un giorno come tanti altri. Martha Whitemore si aggirava per una delle tante piccole viuzze di Milano. Aveva appena concluso una giornata di shopping da terapia, come lo chiamava lei, che le serviva a staccare dal lavoro per prendersi una pausa. Si fermò a osservare le varie borse che teneva in mano. Gucci, Prada, Tiffany e Armani erano solo alcuni dei negozi in cui si era fermata quel pomeriggio. Si rese conto di essere nei guai solo quando le arrivò l'ennesimo messaggio dalla banca che la informava di aver usato la sua carta di credito. Scosse la testa e proseguì fino in fondo alla via per arrivare all'incrocio e quindi al suo appartamento. Salutò Carlo, il nuovo portiere, e si affrettò a salire le scale per raggiungere il secondo piano. Quando inserì la chiave nella serratura e fece per girarla sentì che da dentro arrivavano strani rumori. Aprì la porta con cautela e si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo che avrà avuto all'incirca ventisette anni. Aveva i capelli neri piuttosto corti con un ciuffo ribelle che gli copriva una parte del viso. I suoi occhi erano verdi come il prato e la sua carnagione bianca come la neve. Doveva essere alto circa un metro e ottanta. All' inizio Martha rimase paralizzata per la bellezza di questo ragazzo di qualche anno più grande di lei e non riuscì a dire nulla. Qualche secondo dopo si rese conto che, nonostante fosse bellissimo, era comunque un estraneo. O meglio, un estraneo che si trovava a casa sua. Iniziò a urlare e a dare di matto parlando e straparlando a raffica -Chi sei? Cosa ci fai nel mio appartamento? Chi ti ha fatto entrare? Hai trovato la porta aperta? No perché sono abbastanza sicura di averla chiusa prima di uscire! - Il giovane per tutta risposta si mise a ridere, cosa che non fece altro se non farla infuriare ancora di più. Martha riprese a strillare - Ah, sì? Ti faccio tanto ridere, non è vero? Vedremo se riderai ancora quando avrò chiamato la polizia! - Il tipo sconosciuto rise di nuovo. Allora lei perse le staffe e chiamò gli agenti. Gli rispose un uomo dicendole che sarebbero arrivati il più presto possibile e la sollecitò a mantenere la calma. Lo sconosciuto accennò minimamente a voler scappare, nonostante avesse appena sentito la telefonata di Martha.
Ci impiegarono solo una decina di minuti i poliziotti a suonare il campanello e ad entrare nella piccola abitazione della ragazza. Martha li fece entrare dicendo - Eccolo qua, il delinquente. - Indicò il ragazzo. - Sono arrivata a casa e ho sentito rumori strani. Ho aperto la porta ed era qui in piedi di fronte a me. - Il poliziotto la guardò serio con uno sguardo che la fulminò all'istante. - Signorina, ci sono migliaia di emergenze ogni giorno e lei ci fa perdere tempo inventando questa storia riguardante questo estraneo entrato in casa sua. Non è rispettoso nei nostri confronti, non trova? Si diverte a prenderci in giro mostrandoci una sedia vuota? Abbiamo altro da fare noi, se non le dispiace. Arrivederci. - Martha era sbalordita - Ma cosa dice? Non vede che é qui seduto?! Massimo è lei a prendermi in giro fingendo di non vederlo. Questo è un criminale! Lo porti via subito! - L'uomo della polizia diventò rosso per la rabbia mentre Martha guardava il ragazzo coetaneo seduto sulla sedia che intanto stava sogghignando. - Signorina, mi chiedo perché lei si diverta a prenderci in giro. Il nostro é un lavoro serio. È inutile continuare ad indicarci la sedia vuota. Non insista con questa sciocchezza, abbiamo di meglio da fare. Arrivederci e buona giornata.
Quando se ne furono andati il ragazzo parlò per la prima volta.

Sei più di quello che crediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora