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Certe volte è cosí buffo sapere cosa il destino ha intenzione di riservarti. Come una borsa di studio per una delle università migliori di Italia. O come una delle maturità migliori della tua scuola. Sotto questo punto di vista non mi posso certamente lamentare, ma non si può sapere cosa ci si possa aspettare dalla vita o destino o in qualsiasi modo lo vogliate chiamare. Si potrebbe anche semplicemente dire che la mia fortuna era finita li, o quasi.
Per l'ultimo giorno di scuola abbiamo deciso di dormire a casa mia con Marco.
Marco è il mio migliore amico, la punta della squadra di calcio del nostro paese, il bomber, il goleador. Avrebbe avuto una grande carriera calcistica, successivamente si sarebbe scoppiato i soldi in droga e avrebbe quasi avuto un'overdose. Dopodiché avrebbe cominciato a fare il manager per finire in un letto di un motel con una pallottola di piombo in testa. Una visione pessimistica della vita, lo so, ma probabilmente sarebbe andata così. So come funzionano queste cose. Nonostante questo eravamo sempre insieme, io ero l'unico che lo aiutasse coi compiti, e lui era l'unico che mi considerasse abbastanza da non farmi diventare un asociale.
Quella sera oltre lui ed io ci sarebbero stati Roberta (la fidanzata tira-e-molla di Marco), Jennifer (la ragazza per cui ho una cotta da sempre) e Leonardo, il "terzo amico che però è troppo fattone da rinchiudersi in casa per metà della settimana"; non so se abbiate capito il tipo.
In ogni caso, la giornata è stata davvero una noia mortale. Fino alle 5 di pomeriggio.
Andammo in un negozio a caso, comprammo da bere un po' a caso: qualche birra, vodka e forse del gin. Comprammo poi schifo vario come patatine, pop corn, marshmallows e cose simili. Arrivammo a casa e mia madre aveva già preparato la cena. Sarebbe stata con noi tutta la notte e gli altri non sarebbero venuti se lei non avesse avuto il sonno pesante e non avesse dormito al secondo piano, nel quale non si sente praticamente nulla di quello che succede di sotto. Mangiammo qualche cosa di "salutare". Da prendere alla lettera. Se si mangiasse tutti i giorni quello che cucina mia madre si sentirebbe l'intestino fare "ciao ciao". Per fortuna ogni tanto cucino da solo. Spero seriamente che mia madre non si metta a fare scenate se si svegliasse di notte e ci dovesse trovare ancora alzati.II
Mia madre andò a dormire alle 9 circa e noi cominciammo a prepararci il "letto", tutti tranne Marco che come al solito si ritira in bagno quando c'è da lavorare. Era il divano che aperto diventava una sorta di letto a 4 piazze e mezzo. Un divano enorme.
Se ve lo chiedeste, si, i miei sono ricchi. Non lo dico tanto per vantarmi o per altro, semplicemente è così. Mio padre è un avvocato di successo ed è sempre fuori a lavorare, mia madre invece è figlia di due genitori ricchi e non aveva bisogno di lavorare.
Cominciammo col bere le birre mentre stavamo guardando un film in televisione.
▪Ve lo immaginate se dovesse succedere veramente una cazzata simile?
Marco era veramente delicato di linguaggio e sapeva come rassicurare delle ragazze mentre guardano un horror.
▪Dai seriamente. Se vi trovaste affianco ad un assassino? Come reagireste? E se fossi tu l'assassino Jack?
-Lo sai che odio quando mi chiamano Jack.
▪Lo so Jack. Per questo ti chiamo Jack, Jack.
-Smettila Marco, poi spaventi anche gli altri.
~Cosa è successo?
▪Nulla, dormi Leo.
~Ah okay. Basta che la prossima volta che mi sveglio voi mi date qualcosa da mangiare. Sto per andare troppo in chimica.
-Hai già fumato che non sono neanche le 11?
~È la botta ancora di oggi, stai tranquillo.
Finché all'improvviso non sentimmo un bicchiere che si ruppe in cucina.
•Cos'è stato?
▪Amore stai calma.
-Dai Rachel, non era nulla. Spero solo che mia madre stia ancora dormendo.
▪E ha il sonno pesante. Certo.
~Ah ma quindi l'avete sentito anche voi? Pensavo di essermelo immaginato.
-Dormi, dormi. Io nel frattempo vado a controllare.
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Il Rumore Di Un Respiro
Short StoryQuesta è una raccolta di storie, spezzoni di vita di chiunque e di nessuno. Alcuni racconti saranno brevi, altri lunghi. Spero soltanto che vi tocchino il cuore, che vi lascino qualcosa, che essa sia tristezza, malinconia, rabbia, gioia o una di que...