Il testo del terrore

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Ad un certo  punto sua madre entrò in camera .
Maia non sapeva quanto tempo era passato da quando si era svegliata . Poteva essere passata qualche ora o solo qualche minuto da quando si era seduta al buio con la testa tra le braccia .
-Maia che ci fai lí per terra ? - le chiese .
Lei non rispose .
La mamma fece un passo avanti e un altro e un altro .
Il rumore delle scarpe rimbombava ininterrottamente nella testa della ragazzina .
Quando sua madre tentò di aprire gli scuri lei la fermò spingendola di lato .
- Che ti prende ?!- le urlò la madre .
Non poteva dirle la verità , non le avrebbe creduto.
-Nulla .- disse sforzandosi di apparire calma e assonnata .
-credevo che ci fosse in ape ma era solo un ombra . Va pure , oggi ci penso io ad aprire gli scuri cosí , magari, non devi correre e fare tutto di fretta per una volta .-
Sulla faccia della donna apparve un espressione stupita , diede un bacio sulla fronte della figlia.
-Grazie , tesoro.- le disse .
Di solito odiava quando sua madre la trattava come una bambina ma ,questa volta , non ci fece nemmeno caso .
Lasciò chiuse le imposte .
Si preparò in fretta e furia .
*Devo andare via di qui*
Si ripeteva .

Quella mattina , a scuola , come sempre , non parlò molto con gli altri .
Lei era diversa e sentiva che non l'avrebbero capita .
Non confidò nemmeno alla sua migliore amica dei fatti avvenuti la sera prima .
Si sfogò nella verifica di antologia che casualmente era il testo Horror.
Lo intitolò Observed , osservata  in cui , a una donna , arrivava una lettera di una ragazza disperata che diceva :

"Mi aiuti per favore , ho troppa paura .
Qui nessuno mi capisce .
Non posso chiedere aiuto ... Non posso scappare...
Non posso nascondermi ...
Mi osserva , mi guarda !
Mi spia , mi contolla!
Giorno e notte , giorno dopo giorno , notte dopo notte .
Ogni tanto viene a trovarmi e poggia le sue dieta di ghiaccio sulla mia spalla .
Poi stringe e stringe e mi fa male ,ma io non riesco a muovermi .
Mi aiuti , per favore ho toppa paura .
Ha i capelli lunghi color porpora intenso come sangue rappreso .
E poi gli occhi ... Ne lascia scoperto solo uno...
Sembra un abisso di sangue e disperazione.
Un abisso in cui precipiti per non risalire.
Un abisso in cui sto cadendo .
La prego , mi aiuti, ho troppa paura .
Mi osserva ."

Sperava ... Sperava che la Prof avrebbe capito ... Che l'avrebbe aiutata ... Ma sapeva che era solo una vana speranza .
La storia non aveva un finale . 
Quando , tornando a casa col pulman , la sua migliore amica le chiese cosa le stesse succedendo lei rispose che andava tutto bene ...
Ah quanto avrebbe voluto avere ragione ...

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