Quel pomeriggio il letto sembrava più scomodo del solito, non riuscivo a trovare una posizione buona per sdraiarmi e quindi mi muovevo molto. Ero molto nervoso...non sapevo che fare...avevo il telefono con facebook acceso e il suo profilo sullo schermo indeciso se mandare o no la richiesta d'amicizia, non volevo sembrare troppo invadente, ma volevo avere il suo numero e l'unico modo per averlo era contattarlo su fb. Con le mani tremolanti spensi il telefono e lo appoggiai delicatamente...lanciandolo sulla pila di cuscini e pupazzi che si era creata al lato del mio letto e provai a chiudere gli occhi per cinque minuti.
Aprii gli occhi un pò alla volta, il collo sembrava urlare talmente ero stato storto e sul telefono brillava quella lucina a intermittenza che segnala una notifica.
Sbloccai il telefono,:" 18:26".
Quei cinque minuti in realtà furono circa 3 ore e mezza.
Avevo ricevuto circa venti messaggi da whatsapp, tra cui 15 da una tipa con cui mi stavo vedendo ogni tanto, lei era molto attaccata e spesso mi faceva mancare il respiro e desiderare essere altrove.
In pratica in quei 15 messaggi voleva sapere se il giorno dopo l'avrei potuto passare con lei...ancora tutto assonnato risposi "la mattina no, ma se vuoi possiamo prendere un caffè in centro dopo scuola", sapevo che la mattina non sarei andato a scuola, ma non volevo dirglielo altrimenti avrebbe chiesto di stare appiccicata a me.
Abbassai la tendina delle notifiche e lessi "Manuel H Wright ti ha inviato una richiesta d'amicizia".
Mi alzai di scatto e sorrido, poi mi stropicciai gli occhi e premetti sul suo nome, "conferma".
La risposta della tipa su whatsapp non si fece attendere...:"okay caro allora a domani❤"
Sbuffai, visualizzai e non risposi.
Mentre mi stiracchiavo il telefono vibrò ancora, ma questa volta era messenger, Manuel mi aveva mandato un messaggio.
Non potevo crederci, ero felice perché un mio nuovo compagno di classe maschio mi aveva mandato uno stupidissimo messaggio con scritto "oii", eppure così era. Risposi subito.
"Oii, come va?"
"Benone,te?"
"Tra uno sbadiglio e un altro va bene😂"
"Rido, che ne dici di un caffè insieme? non ho niente da fare"
"Perché no, mentre mi vesto e vengo da te"
"Okay, attendo con ansia😉"
"HAHAHAAAHAA"Spensi il telefono e inziai a prepararmi, mi aveva fatto strano quella breve conversazione, non sembrava un ragazzo nuovo, era molto sicuro di se e molto intraprendente e questa cosa mi piaceva molto.
Ero vestito praticamente come la mattina ma senza camicia perché faceva caldo, presi le chiavi e mi avviai verso le scale quando sentii suonare il telefono di casa, lessi sul piccolo displey "papà casa", strinsi i pugni e mi rigirai verso le scale senza rispondere e chiusi violentemente la porta.
Scesi le scale in fretta e arrivai sotto casa di Manuel in poco tempo. Lui era già giù seduto sul muretto sotto il portone del suo palazzo con la sigaretta tra le labbra, sembrava quei ragazzi nelle foto tumbrl. Appena mi vide gli brillarono gli occhi si alzò e buttò la sigaretta a terra. Mi avvicinai verso di lui sorridendo e lo salutai e mentre stavo per girarmi nella direzione del bar, mi sento stringere le spalle
mi stava abbracciando.
È stato un attimo, un bell'attimo, era caldo e sentii tutti i muscoli dietro la schiena...
tutti tutti.
I suoi capelli neri profumavano di shampoo e si vedeva che li aveva lavati da poco, erano stupendi. La maglia era la stessa di quella mattina il pantalone invece era identico a quello che indossava a scuola solo con degli strappi sulle ginocchia. Era leggermente più basso di me e questa cosa mi faceva sorridere quindi iniziai a prenderlo in giro chiamandolo "nanetto".
Ci avviammo verso il bar e durante il tragitto mi disse che lui non amava andare a scuola ma alcune materie come storia dell'arte e inglese gli piacevano molto, le due materie in cui sono un asino di prima categoria e.e
Arrivati al bar che era abbastanza lontano da casa sua il cielo si era scurito e non poco, io presi una birra, lui la sua e dopo poco finirono entrambe e iniziammo un altro giro,un paio di volte. Dopo una mezz'oretta ci alzammo e ci avviammo verso casa e poco dopo aver varcato la soglia dell'uscita iniziò a piovere. Ci mettemmo a correre come i pazzi e difficilmente riuscii a tenere il suo passo. Arrivammo fradici e affannati sotto il suo portone e piegati sulle ginocchia ci guardammo e scoppiammo a ridere. Mi guardò dalla testa ai piedi e scrollò la testa
"Non puoi tornare a casa in queste condizioni, sali su ti asciughi ti presto una maglia e aspetti che scampa, ti va?"
"Non vorrei dare fastidio, poi mi metto vergogna dei tuoi"
"Non c'è nessuno sopra, allora ti va?"
"Mhh, va bene"