"You're the Light."

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Oscillo le gambe a lato, e tengo le mani strette sulla balaustra su cui sono seduta, la stessa su cui avevo rischiato di morire stanotte, il vento mi sfiora i capelli gettandoli in ogni direzione, potrei cadere, potrei lasciarmi andare al vuoto, ma non è il mio momento, non lo era ieri come non lo è oggi, devo prendere una decisione.
Chiudo gli occhi e stringo forte le palpebre, come se da un momento all'altro potessi risvegliarmi da questo terribile incubo, e tornare a vivere nella mia patetica ed apatica vita, ma quando li riapro sono ancora seduta al freddo con un sorriso amaro sulle labbra; stringo i pugni al ferro e ripenso agli avvenimenti delle ultime ore.

️Sono irrotta nell'ufficio della nuova preside con uno sguardo duro in volto, volevo delle risposte, ed ero certa che l'unica persona da cui le avrei ottenute sarebbe stata lei.

"Vuoi un tè cara? Magari con dei biscotti?"
"La smetta subito."

Sibilo puntando gli occhi nei suoi, ed eccolo li, il solito sguardo colpevole e colmo di pena, sapevo cosa avrei letto negli occhi di quella donna, e non mi sono di certo sbagliata.

"Aspettiamo qualcuno?"

Indico col capo la sedia di fianco a quella che sarebbe dovuta servire per me, ma io non mi sarei seduta, eccome se non l'avrei fatto, poi odo il cigolio della porta, un'ombra nera si palesa sull'uscio di questa, e improvvisamente la soluzione al mio enigma si materializza dinanzi a me.

"Ma certo! Chi se non lui!"

Alzo gli occhi al cielo e apro le braccia, li vedo scrutarsi per alcuni secondi, poi Snape fa un passo avanti e alza il capo nella mia direzione, sembra che stia cercando di trovare le parole per annunciarmi qualcosa.

"Te la faccio breve Granger, devi preparare le tue valigie, ed andare via."
"Mi prendi per il culo?"
"Il linguag-"
"Mi stai prendendo per il culo!"

Forse non avrei dovuto alzare la voce in quella maniera, la McGranitt sussulta e retrocede appoggiandosi contro la sua scrivania, si porta una mano alla fronte e china il capo di lato evitando di guardarmi.

"Ti fidi di me?"
"Assolutamente no."
"Bene, non dovrai farlo, mai."

Sento una stretta farsi presente sul mio braccio, prima di essere trascinata via da quel luogo, vedo l'immagine dell'ufficio scomparire alla mia vista, per essere sostituita a quella di un muro di marmo e di scale che scompaiono man mano sotto i miei piedi.

"Snape."

Sussuro strattonando il braccio e rischiando inoltre di cadere a causa della mia improvvisa sosta, lui continua a camminare imperterrito, mi trascina giù per le scale ignorando ogni mio tentativo di ribellione.

"Snape, mi sta facendo male."

Finalmente riesco ad attirare la sua attenzione, si ferma e mi lascia immediatamente il braccio guardando i segni rossi che lui stesso hai impresso nella mia pella diafana, degludisce e si scosta il mantello con una mano.

"Quando sei andata via, è rimasto un piccolo ma forte gruppo di Mangiamorte in circolazione."

Sussurra lasciando che le parole riempiano l'iniziale silenzio, che torna più sentito di prima al terminare della sua frase.

"Continua."
"Non sono mai riusciti a prenderli.
Loro ti vogliono, ti vogliono come un trofeo da esporre ad una parete, e me, bhe credo tu sappia che li ho traditi."

Le sue parole sono fredde e dure, mi fanno tremendamente rabbrividire, sta cercando in tutti i modi di trattenersi dal prendere a pugni il muro dinanzi a se, non vuole farsi debole ai miei occhi, ma credo che non vi baderei, i miei pensieri sono rivolti a ben altro.

"Mi dispiace."

Il mio sussurro a malapena udibile arriva alle sue orecchie forte e chiaro, perchè punta i suoi occhi nei miei e la sua bocca si curva verso l'alto, il mio dispiacere non è certo rivolto a lui, ma a me.
Nessuno mi avrebbe sussurrato frasi di conforto per incoraggiarmi ad andare avanti, nessuno mi avrebbe stretta fra le braccia e protetta, ma posso rassicurarmi da sola, e questo è positivo.

"Tu sei la luce Granger, non permettere loro di consumarti."


"Hai detto a qualcuno che stavi partendo?"
La sua voce sottile mi riportà al presente, non ho timore di stare li seduta, in bilico fra la morte e la vita, non quando lui è li dietro di me pronto ad afferrarmi, forse sto iniziando a pensare a lui sotto una luce diversa, e non devo farlo.
Dinnego con la testa,  mentre i miei occhi corrono a guardare la luna alta nel cielo, chissà quando e se sarei più tornata quassù.
Lo avverto sporgersi a prendere la sua borsa e fare lo stesso con la mia, la pressione del suo braccio sul mio braccio, strapparmi definitivamente dalla mia contemplazione, vi appoggio una mano e mi tengo pronta a sentire il familiare strappo all'ombellico che avrebbe annunciato la nostra partenza; eccolo.
Siamo in una foresta.
Gli alberi ci riparano dalla pioggia, in modo che possiamo camminare senza bagnarci, allontano velocemente la mia mano dal suo braccio, afferro la valigia e inizio a camminare con la bacchetta puntata dinanzi a me per illuminare la strada.
Camminiamo per un tempo indeterminato, sin quando la vegetazione non inizia a farsi meno fitta, e i miei occhi riescono a scorgere una vecchia casa di legno, Snape fa un cenno con la mano per farmi capire che questa è la nostra destinazione.
Le mie aspettative quando lui apre la porta e mi mostra l'interno, sono costrette a fare un drastico calo, non mi aspettavo nulla di eccessivo, ma questo...questo è davvero nulla.
C'è un divano al lato della stanza, che dall'aspetto sembra essere anche ammuffito, un camino ad affiancarlo, una libreria dall'altra parte della stanza con un paio di mensole mancato, ovviamente, e un tavolino con un calderone al centro dell'ingresso.

"Purtroppo la casa- mima le virgolette alla parola casa- è stata progettata per contenere solo me, quindi ti lascio il letto."

Annuisco silenziosamente, iniziando a tastare con i piedi il pavimento sotto si me, per accettarmi che avrebbe effettivamente retto il nostro peso.
Noto la sua figura allontanarsi e posare il suo bagaglio con poca grazia sul pavimento, fa un gesto con la bacchetta, ed il divano che avrebbe dovuto ospitarlo, ora è certamente in condizioni migliori.

"Cosa faremo ora?"
"Aspettiamo che vengano a prenderci."

Il remoto ed astratto pensiero che albergava nella mia mente, di prepararmi per un'eventuale futura battaglia, inizia a concretizzarsi fino a farsi davvero nitido, insieme alla paura che ne deriva.

NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti o maghi di ogni età.
Lo so, avete pietà di me e della mia triste vita che non mi permette di aggiornare, ne di scrivere bei capitoli.
Che dire, dovrete accontentarvi di questo, e naturalmente farmi sapere quanta bile vi sia salita in gola leggendolo. Amate la stellina in basso  da qualche parte, e cliccatela, ricambierà il vostro affetto.
A presto.(Si spera)

"Finally I can belive in a happy ending with you." [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora