Una scelta può trasformarti.

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Sono nuovamente al buio.
Spingo il mio peso, e qualcosa mi sostiene sotto le piante dei piedi, un vetro freddo e liscio. Arriva al mio orecchio destro il suono di un liquido che impatta contro una superficie, volgo lo sguardo ai miei arti inferiori ed oltre alle sensazioni visive, posso chiaramente percepire il freddo pungente dell'acqua che li avvolge e li impregna con la sua trasparenza, le luci blu si accendono, e mi danno la chiara visione di quello che mi tiene prigioniera, sono rinchiusa in un serbatoio in vetro. L'acqua sale più velocemente ora, non ho paura di annegare, non si tratta dell'acqua, non è quello il problema da affrontare in questo ricorrente sogno, si tratta della mia incapacità di sfuggire al serbatoio, la mia incapacità di riuscire a sopravvivere; vorrei essere sufficientemente forte da spaccare il vetro, devo solo convincermi di esserlo abbastanza da poterci riuscire. Sbatto il palmo della mano contro la superficie su cui il mio riflesso si proietta, pregando che il vetro ceda e che io possa liberarmi da una nuova armatura di morte, la mia mano rimbalza, senza causare danni. Il mio battito cardiaco si accelera. Cosa succederà una volta sveglia se non riuscissi a rompere il vetro, proprio ora che tutti i pezzi che formano la mia linea del destino stanno tornando ad incastrarsi fra di loro, non riuscirò ad abbandonare i ricordi che tanto mi opprimono ad accantonarli e sostituirli con alcuni che non concedono alla morte di raggiungermi in sogno, ricordi felici. L'acqua mi arriva alle ginocchia, scorre più velocemente secondo dopo secondo, devo calmarmi.
Mi appoggio alla parete dietro di me e calcio prepotentemente la parete ma questa non mostra segni di cedimento, ho un'altra opzione, Posso aspettare che l'acqua riempa per metà il serbatoio, così potrò calciarlo con entrambe le gambe e darmi più spinta con le braccia, ma in questo modo la potenza del colpo diminuirà.
Calma mentre affondo, mi aggrappo contro il muro, scuotendo la testa, non voglio morire ancora. L'acqua mi arriva al mento, sono costretta a prendere un respiro profondo così da permettere all'ossigeno di arrivare ai miei polmoni ancora per qualche secondo. Guardo il ancora il mio riflesso nel vetro, scuote il capo e appoggia una mano contro la superficie che ci collega, vi sbatte un dito contro e poi scompare improvvisamente, stringo le mani a pugno. Sono più forte del vetro. Il vetro è così sottile, potrebbe rompersi facilmente con una piccola pressione come ghiaccio appena congelato. Allargo gli occhi quando la consapevolezza di aver commesso un errore fino ad ora si fa largo in me, ho sempre considerato tutto ciò come un qualcosa di reale, come se non fosse un frutto della mia fantasia. Non è reale.
Sento l'aria venirmi a mancare, ma non mollerò, non questa volta, appoggio il palmo aperto contro la fredda superficie faccio pressione e lo sento muoversi, proprio come il mio riflesso aveva fatto, con un singolo dito picchietto contro il vetro, dilato gli occhi quando delle crepe si formano su di esso, tento nuovamente e quelle che sarebbero sembrate insignificanti fratture si allargano fino a ricoprire tutta la superficie, sono così contenta che percepisco solo ora il bruciore nella mia gola, la vista mi si appanna, vedo i contorni scomparire, la mano appoggiata al vetro scivola lentamente con il mio corpo. Il vetro si rompe, uno scoppio risuona nelle mie orecchie, milioni piccoli frammenti di vetro, accompagnano la mia caduta su di un bianco pavimento, l'acqua abbandona i miei polmoni finalmente liberi, e poi il buio torna.

Mi alzo di scatto dal materasso scomodo su cui ero adagiata, mi aggrappo con entrambe le mani alle lenzuola che lo ricoprono e non vi è cosa paragonabile alla sensazione di riuscire a percepire qualcosa con le proprie dita, della sensazione di essere uscita dall'incubo, il cuore batte all'impazzata, sono viva. Un sorriso tremolante compare sulle mie labbra, e questo mi da la forza di appoggiare le piante dei piedi a terra e alzarmi facendo forza sugli avambracci, cammino sul legno scricchiolante fino a quando raggiungo la porta aprendola lentamente con entrambe le mani, produce un suono sinistro quasi sempre, ma non questa volta, i suoni intorno a me sono bloccati dal mio risveglio turbolento, la attraverso lentamente, e appare tutto normale, le solite pareti, le solite assi vecchie, la solita atmosfera, sembra quasi di riuscire a sentire lo scoppiettio del calderone del pozionista mattiniero, poi qualcosa mi fa intuire che l'equilibrio è stato spezzato.
Un' insolita figura stanzia dinanzi a me, mi guarda negli occhi, poi qualcosa fa breccia nel suo sguardo e avanza, io rimango bloccata nella mia posizione fin quando l'uomo non muove la mano con cui impugna la bacchetta e una luce mi sbalza via, solo allora il mio corpo sembra reagire e i suoni che avevo accantonato precedentemente tornano prepotenti a farsi ascoltare, uno scoppio accompagnato da qualcosa che si rompe, striscio velocemente verso il letto e afferro la mia bacchetta girandomi in tempo relativamente breve per attaccare il mio aggressore. Passi veloci rimbombano all'interno dell'abitazione su per le scale, mi alzo un po' a forza dal legno su cui ero stata scaraventata e mi affretto a raggiungere la finestra alle mie spalle, spalanco le ante e salgo sul davanzale, mi volto per guardarmi alle spalle un'ultima volta, figure in nero sono sull'uscio della porta.
Ci hanno trovati.


Note dell'autrice:
anche se sono conscia che questo capitolo è molto breve e
stilisticamente nemmeno un granché, ho deciso di pubblicarlo ugualmente.
Quindi spero vi piaccia nonostante tutto, e vi prego di lasciare una recensione
che male non fa.
A presto (Si spera).

"Finally I can belive in a happy ending with you." [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora