•capitolo 20•

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Apro gli occhi e mi sembra di essere in paradiso
La pesantezza di ieri è svanita
E vedo davanti a me solo un angelo
Un angelo dai riccioli color nocciola e gli occhi chiusi in un espressione di pace
Ma poi ripenso alla normalità
A quanto io non conosca questo angelo così bello
A quello che è successo e che questo angelo mi ha detto prima di iniziare a provare pietà per me
Mi alzo dal letto sentendo la testa che mi pulsa,mi tocco la fronte e sento che probabilmente la febbre non mi è passata
Sarà neanche l'alba
Prendo dal cassetto dei miei medicinali di scorta una tachipirina per la testa e la ingoio bevendo dalla bottiglietta d'acqua che avevo nello zaino
Appena inizio a svestirmi per cambiarmi i vestiti,Bradley si agita nel sonno
Faccio in fretta a cambiarmi i pantaloni e poi mi cambio subito la maglietta mentre sono girata
Appena lo guardo lo vedo sveglio che si stropiccia gli occhi e con l'altra mano tasta il materasso
Prendo il cappello la giacca e la sciarpa cercando di fare in fretta per uscire dalla finestra ma appena mi giro per prendere il telefono lui si accorge di me
Leggo la sua espressione confusa
"Dove vai?" Dice con quella voce roca
"Ho bisogno di una boccata d'aria lasciami in pace" dico involontariamente con tono un po' acido
"Che succede?" Chiede mettendosi seduto
Noto che non ha la maglietta e le mie guance si tingono di rosso
"Ho solo voglia di fare una passeggiata" dico abbassando lo sguardo
"Vengo con te allora" dice iniziando ad alzarsi
"No"scatto
"Perché no?"chiede
"Perché tu devi lasciarmi in pace! Voglio stare da sola per...pensare...a tutto quello che è successo da quando siamo venuti qua" dico ad alta voce
"Perché non stiamo da soli insieme? Dici sempre che non ti conosco. Perché per una volta non mi porti con te.. per conoscerti" dice
Prendo il telefono mi infilo le scarpe ed esco dalla finestra facendo un salto e atterrando poi sulle ginocchia
Mi rialzo togliendomi la neve dalle ginocchia e inizio a camminare fuori dal giardino
Dopo circa un minuto sento un tonfo e dopo un imprecazione sento Bradley correre per raggiungermi
Non so perché ma di riflesso inizio a correre
Corro per le strade e non ho la minima idea di dove sto andando finché non sbatto contro qualcuno e, quel qualcuno è Bradley
"Scorciatoia" dice con un sorriso
Sorrido anche io
"Dove volevi andare?" Chiede mentre camminiamo lungo le vie
"Non lo so" rispondo
"Dove sei andata ieri?" Chiede di nuovo
"Sulla spiaggia" dico
"Spiaggia sia" dice lui
Ci incamminiamo sulla spiaggia in un silenzio assordante
Arrivati lì ci sediamo
"Perché sei arrabbiata con lei invece che aiutarla?" Chiede
"Perché lei non me l'ha detto invece che cercare aiuto in me?"chiedo io allora
"Perché non glielo chiedi?" Chiede di nuovo
"Perché dovrei parlarne con lei se è stata lei a non volerne parlare con me?" Chiedo ancora
Non risponde
"Da quando?" Chiedo
"Non lo so.." dice stanco
"Da quanto lo sai?" Chiedo di nuovo
"Da quasi un mese" risponde
"Perché lo ha fatto?" Chiedo e mi si spezza la voce
Non risponde
Vedo la sua espressione triste fissa sull'oceano
"Perché sei così distrutta da questa cosa? Perché non cerchi di perdonarla?" Chiede dopo qualche minuto silenzioso
"Io l'ho sempre considerata la persona di cui potermi fidare di più al mondo. Sapevo che lei soffriva e soffrivo pure io.. con tutto quello che è successo.. lei ha deciso.. di trovare aiuto in qualcos'altro." Mi interrompo per non piangere "non la biasimo per questo. Io capisco i motivi di alcune persone che.. lo fanno.. ma poteva parlarmene.. l'avrei aiutata io a uscirne.. ad affrontare quello che affronta con..la droga" dico e mi si spezza la voce nell'ultima frase proprio quando sento una lacrima calda, solitaria e silenziosa scendermi  lungo la guancia
Mi guarda
Incrocio i suoi occhi ed è come guardare giù da un precipizio, quando hai le vertigini
Quando non sai cosa fare
A volte capita in certe occasioni.. di essere indecisi tra: buttarsi e vivere in esperienza per una volta nella vita o non rischiare e rimpiangere quel momento sempre
Ed è così che mi sento a guardare nei suoi occhi.. come se fossi in paradiso a guardare giù il mondo da una nuvola alta, a guardare un precipizio, indecisa tra il buttarmi e vivere una vita dannata o vivere  continuando a guardare giù da quella dannata nuvola
Ma tutto questo si dissolve non appena lui intreccia le nostre dita e torna a guardare il mare
Poi inizia a parlare
"Non so perché lei lo abbia fatto, io non la conosco come dovrei in fondo. Tu sei più sua sorella di me e non posso dire di riuscire a capire il dolore che provi. Posso solo dirti che anche io sto male per questo, e il mio star male probabilmente è un sesto del tuo, ma è comunque stare male per una persona." Dice
"Ho saputo all'età di dodici anni di avere una sorella e da quel momento me la sono immaginata sempre, in ogni bambina che vedevo mi chiedevo se fosse lei o cosa avrei fatto in quel momento se lei fosse stata parte della mia vita. Quando lei venne da noi io rimasi sconvolto. L'ho conosciuta e le voglio bene e l'unica cosa che non voglio è perderla di nuovo. So cosa ti ho detto. Tu non me l'hai portata via, è grazie a te se lei è così. Devi aiutarmi però." Continua
"Non lo so.." dico sussurrando
"Devi." Insiste
"Tu non capisci.. per me è una cosa troppo veloce.. devo avere tempo perché il mio cervello accetti quello che è successo. Voglio aiutarla ma non sono pronta a farlo. Non sono pronta a rivederla e a far finta di niente." Dico
"Lo so." Dice solo
Non ne parliamo più
Forse passano ore non so, facciamo battute squallide, quasi a gara per veder chi ne sa di più, giochiamo con la neve come dei bambini
A un certo punto decidiamo di andare a fare colazione
"Non pensavo fossi così" gli dico
"Perché? Così come?" Risponde lui serio
"Così" dico indicandolo
"Io non sono 'così'" dice pronunciando l'ultima parola con una vocetta stridula
"E poi non ho ancora capito come" continua
"Beh ho sempre pensato che fossi uno scorbutico, bullo e che non te ne fregasse niente ne di me ne di nessuno" dico
"Io sono così infatti" dice lui senza darci peso
"No invece" dico
"Si" dice lui
Lo fermo per un braccio
"Mi hai appena dimostrato di non essere così" dico insistendo e agitandomi
"Senti, io non ti ho dimostrato un bel niente. Alaska è nei guai, dobbiamo aiutarla perché sta male. Ho bisogno del tuo aiuto nient'altro. Questo non vuol dire che me ne frega qualcosa di te. Alaska è importante e tu non sei lei. Il fatto che mi aiuterai non significa che saremo 'migliori amiche per sempre'. Non andrai a dire a nessuno quello che è successo. Io dovevo convincerti ad aiutarmi e basta." dice agitato, alzando la voce quasi urlando, e pronunciando l'ultima frase come se la stesse ripetendo a se stesso
Boom
Questo è il rumore che fa il mio cuore dopo aver iniziato a battere più veloce di un treno mentre parlava
Questo è il rumore di qualcosa che va in mille pezzi.

•@ngel• Bradley SimpsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora