•capitolo 19•

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Vengo svegliata dalla sveglia ovviamente
Sono nel mio letto
Entra nella mia camera mio padre
"Buongiorno" dice
"Ei" rispondo
"Tutto a posto?" Chiede
"Si perché?" Dico
"Ieri sera sembravi distrutta ti sei addormentata sul divano?" Chiede di nuovo
"Si.. ehm ero stanca" dico capendo che non era un incubo
"Ora stai bene?" Chiede preoccupato
"Ho mal di testa.. forse la febbre" dico sentendo la testa pesante
"Vado a prendere il termometro" dice
Torna e provo la febbre
"Trentotto e mezzo di febbre" dice
Butto la testa sul cuscino
"Stai a letto e riposati vediamo come va sta sera" dice
"Ci sentiamo dopo" dice prima di uscire
Cerco di trovare una posizione comoda ma il sonno non vuole arrivare
Mi alzo e guardo l'ora
Le 9
Mi guardo un film che c'è in TV e poi guardo the vampire diaries
E quando guardo l'ora di nuovo vedo che è già mezzogiorno
Ho un mal di testa da farmi morire perciò mi prendo la pastiglia apposta
Mangio due pomodori perché non ho fame e mi butto sul divano cercando disperatamente quella cosa chiamata sonno
Quando le palpebre si fanno pesanti vengo scossa dal campanello
Perfetto
Mi alzo e guardo dalla finestra
Alaska e Bradley sono fuori dalla porta
No
Non riesco a guardarli
Entrambi
Mi siedo sotto la finestra passandomi la mano nei capelli blu
Sto li forse un'ora a sentire il campanello di casa suonare ripetutamente in compagnia della suoneria del telefono
Poi smette e sento le chiavi di casa
Sto li a guardare e vedo entrare Shawn
Tiro un sospiro di sollievo e anche lui vedendomi
Ma poi entrano loro
Ed ecco che mi tendo peggio di una corda di violino
Non sono pronta
"Sky.." dice Alaska ma la interrompo
"Skylar" dico alzandomi e andando in camera mia senza nessun altra parola
Sono in camera e mi sto vestendo
Prendo il cappello, il cappotto, il cellulare ed esco dalla finestra proprio mentre iniziò a sentire le voci che dicono di salire
Salto e atterro per terra inginocchiandomi poi e sentendo un lieve dolore alla caviglia
Mi rialzo e inizio a correre fuori dal giardino, poi lungo la strada fino ad arrivare sulla spiaggia
Si lo so, uno può pensare: ma questa abita vicino al mare e nevica?
Si nel senso che non è un mare caldo
Le coste inglesi di inverno sono gelide.. come se tutta l'aria intorno a te si fosse ghiacciata per non parlare del vento
Ma le onde sono alte e stupende ed è una cosa che mi rilassa stare in spiaggia a pensare seduta sui ciottoli a guardare il mare poco distante da me
Sto lì
Semplicemente
Penso a tutto quello che è successo di nuovo e mi sorprendo nel realizzare due cose principali
-ultimamente devo ripensare a ciò che è successo per credere in un certo senso che sia vero
-stanno succedendo nella mia vita cose che non avrei mai immaginato e in pochi giorni
Guardo il tramonto e ignorando il rumore del telefono sto li a guardare le stelle
E ho freddo si ma la sensazione di tranquillità che provo è molto più forte
"Skylar" sento una voce familiare
"Ei cam" saluto
"Che fai qua?" Chiede
"Niente di che tu?" Chiedo
Sento delle voci e poi vedo avvicinarsi altre persone
"Ehm..siamo venuti a fare una specie di mini festa" dice passandosi una mano tra i capelli
"Oh bello, io adesso devo andare però" dico alzandomi
"Sicura? Non vuoi restare con noi?" Chiede
"No no grazie lo stesso" dico iniziando ad incamminarmi
Arrivo davanti a casa e apro la porta
Mi accoglie un calore quasi troppo caldo e oltre a quello qualcosa come dieci sguardi preoccupati
"Sky" esclama una voce che speravo di non risentire arrivata a casa
La guardo
Sembra arrabbiata e dispiaciuta e forse con un po' di vergogna
Ma io sono infuriata ora
"Sky un cazzo io per te sono Skylar" dico urlando e scostando tutti per correre in camera e sbattere la porta
Li sento parlottare di sotto
So che i miei genitori e quelli di Alaska che sono giù e vedono la mia reazione non sanno quello che lei sta facendo e probabilmente pensano che sia solo una litigata
Sento dire da mio fratello che sarebbe venuto lui a parlarmi
"Vattene via Shawn" urlo appena bussa
"Skylar" dice stanco
"Che diavolo succede?" Continua da dietro la porta
"Un cazzo, sono solo una fottuta adolescente con i suoi problemi mentali e ora lasciami in pace" urlo scoppiando in un pianto silenzioso mentre parlo
Non riesco a credere che Alaska lo stia facendo
Insomma io devo... realizzare quello che ha fatto e soprattutto devo realizzare il fatto che lei non ne abbia parlato con me
E invece mi sento pressata come in una scatola che si stringe e mi obbliga a fare qualcosa.. probabilmente perdonarla ma non voglio.. non ora.. è sempre stata l'unica amica che ho avuto dopo... la loro morte.. e non ci siamo mai tenute niente nascosto.. affrontavamo le cose insieme.. e ora lei non solo mi ha lasciato a sopportare tutto da sola ma mi ha anche mentito facendomi credere che fossi io quella che doveva lasciarsi andare e che dovevo aspettare che me lo dicesse lei
Cosa che probabilmente non avrebbe mai fatto
Sento di nuovo dei passi e poi un leggero bussare sulla porta a cui sono appoggiata
"Vai via" urlo ma sembra un urlo lontano come se non fossi io parlare
"Skylar" sento la voce profonda di Bradley arrivare attutita dalla porta
"Vai via" dico stanca lasciandomi scappare un singhiozzo
Lui va via
Va via come tutti fanno
Facendomi capire che tutti se ne vanno se glielo chiedi con le parole anche se dentro li stai implorando di restare ma loro vanno, perché non gli importa di te, perché gli bastano le parole
Resto li con la testa ferma dai pensieri come le lacrime ormai immobili alla fine del viso in bilico per cadere
Sento dei rumori strani poi vedo Bradley attaccato all'albero davanti alla finestra di mio fratello, di fianco alla mia
Mi guarda determinato prima di lanciarsi e atterrare aggrappato alla finestra di fianco
Quando ha recuperato stabilità cammina sul cornicione fino ad arrivare alla mia finestra ancora aperta da oggi pomeriggio e da dove entra il freddo e Bradley
"Skylar" ora, senza la porta, noto una nota di tristezza nella sua voce
"Vai via" sussurro
Non dice niente
Mi prende le braccia mi alza da terra e mi abbraccia
Mi abbraccia forte non come se avesse paura di rompermi, cosa che potrebbe succedere ma come se cercasse di riattaccare i pezzi già rotti
Mi stringe quasi da far male
E quando si stacca mi guarda negli occhi
Mi prende il polso buono e mi porta di fianco al letto
Vedendo che non reagisco mi prende in braccio e mi sdraia sul letto mi rimbocca le coperte e chiude la finestra
Continua a non dire niente
Si sdraia e mi abbraccia
Ma non come prima
Mi abbraccia come dire 'sfogati, puoi farlo, ora fallo, ora puoi avere una persona che non puoi ferire perché non conosci, io non ti giudicherò per questo'
Non so veramente se fosse quello che con il suo abbraccio volesse comunicarmi ma io avevo già capito questo
Piansi, urlai contro il suo petto, fino ad addormentarmi con le sue carezze sulle guance bagnate, lacrime che scendevano ancora calde e le sue braccia a sussurrarmi che potevo farlo che questo significava diventare un po' più liberi

•@ngel• Bradley SimpsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora