De Curtis

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Scendere dall'autobus e finire in una pozzanghera era stato un tutt'uno.

Ovviamente lei non aveva l'ombrello con sé, non ce l'aveva mai. Iniziava a fare buio e l'aria stava rinfrescando, così, riparata solo dal peloso cappuccio del parka, si avviò a passo svelto verso il primo negozio che le capitò davanti, senza nemmeno sbirciarne l'insegna.

Sentì lo scampanellio della porta e un familiare tepore la avvolse nella luce aranciata che invadeva l'ambiente, mentre abbassava il cappuccio e iniziava a guardarsi intorno.

Si ritrovò circondata da una moltitudine di oggetti che affollava le pareti, nonché ogni superficie libera, da mobili in legno massiccio e consumato, dalla cacofonia dei meccanismi degli orologi che incontravano il suono di quelli che sembravano decine di carillon e dall'odore di resina, cera e cioccolata.

Aveva passeggiato per quelle stradine centinaia di volte, eppure la colpì la consapevolezza di non aver mai dedicato più di una fuggevole occhiata alla vetrina di quel negozio di "cioccoli". Ora che invece vi si trovava, le sembrava il posto più affascinante del mondo. Aveva sempre amato le cianfrusaglie dall'aspetto antico e quella meraviglia doveva averla scritta in viso, perché la prima cosa che disse il senzatetto che era uscito dal retrobottega, con un marcato accento veneto, fu: — Lei dev'essere un'amante della vecchia roba, signorina.

Probabilmente non si trattava di un senzatetto, quanto piuttosto del proprietario del negozio, tuttavia ne aveva tutto l'aspetto: lunghi capelli neri e spettinati, barba di qualche giorno – o forse di qualche settimana, cappotto impolverato, sdrucito e fuori moda.

E lo sguardo... lo sguardo era quello di un uomo finito. Aveva pronunciato quella frase tentando di aggiungere vivacità alla sua voce, ma ne era uscito solo un grugnito dalla chiara inflessione sarcastica.

— Io le chiamerei "cose antiche", più che "vecchia roba", — disse con un'alzata di spalle.

— Perché tu hai tutta l'aria di essere un'adolescente sognatrice, — replicò, passando al "tu". Il sorriso ironico che gli attraversò le labbra non arrivava agli occhi. — Prima o poi, però, la pubertà finisce.

Cassandra si ritrovò a sollevare gli occhi al cielo. Non aveva la presunzione di definirsi un'adulta, però era convinta di aver chiuso con l'adolescenza da diverso tempo, ormai.

Lui d'altra parte doveva avere un'età compresa tra i quaranta e i cinquant'anni, sebbene ne dimostrasse anche di più.

D'improvviso, senza averle dato nemmeno il tempo di rispondere, le chiese il suo nome e si presentò con tono cerimonioso.

— Il mio nome è Federico De Curtis, per servirvi.

— Posso dare un'occhiata a questa vecchia roba, allora, mio signor De Curtis? — si limitò a chiedere, non riuscendo del tutto a nascondere un accenno di divertimento nella sua voce.

A tale of Masks and Mist - La Llorosa (Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora