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Mi svegliai con la bocca tutta impastata e le palpebre pesanti. Mi faceva male la testa e avevo la nausea.

Quella mattina non avevo proprio nessuna intenzione di alzarmi dal letto  erano le 7 ma rimasi a dormire fino alle 8.30 circa, quando sentii bussare alla porta.

Mi alzai ma non ero per niente sicura di riuscire a rimanere in piedi. Mi sentivo davvero debole. Mi appoggiai alla porta e con il fiatone cercai di dire "chi è?". Dall'altra parte la voce di ivan mi diceva " sono ivan. Tuo padre mi ha mandato a vedere se stavi bene".

Aprii la porta e poi mi lasciai cadere a terra. Sentivo la testa pesante e mi faceva male.

Ivan nel mentre si era accasciato a terra e chiamava il mio nome, ma io non riuscivo a rispondergli.

A quel punto sentii le sue forti braccia sollevarmi. Mi adagiò sul letto e corse via dicendo "chiamo tuo padre". Lasciò la porta della camera aperta. La porta che separava me dal rumore che proveniva dalla sala da pranzo.

I suoni erano tutti piú pesanti e mi ferivano. Sentii i passi di ivan e di mio padre percorrere le scale e quindi il piano di sopra. Mio padre mi toccò la fronte. Ritirò la mano e poi disse " tu scotti".

Ivan poi affermò "stanotte c'era un vento molto forte. Potrebbe aver lasciato la finestra aperta".

Cercai di dire a mio padre che andava tutto bene. I suoi occhi cercavano i miei. Aveva paura, perchè mia madre morí proprio cosí. Per colpa di un po' di febbre. Dopo aver avuto me dimagrí tantissimo e non aveva piú le forze.

Era troppo debole e non superò la febbre. Mio padre cercò il termometro nella scatola dei medicinali e me lo infilò sotto il braccio. Rimase in piedi, davanti a me, mentre ivan chiuse la porta e si sedette sulla sedia dov'era la mia scrivania.

Frugava con gli occhi, incuriosito. Prese fra le mani il mio album dei disegni ed iniziò a sfogliarlo. Mi piaceva disegnare, ma non ne ero appassionata. Mi piaceva ricopiare ciò che avevo intorno.

Disegnai mio padre, sammy, noir e persino lui. Chissà cosa avrebbe detto vedendo il suo ritratto. Beh, lo avrei scoperto. Lo sfogliò tutto e si soffermò a guardare un disegno che probabilmente era il suo, poi poggiò l'album e sfilò un foglio dalla cartellina dei fogli.

Prese una matita dal barattolo delle matite e una gomma, che era l'unica che avevo. Si mise a disegnare non so cosa, perchè a quel punto era completanente girato.

Mio padre mi sfilò il termometro e disse "38.7". Ivan girò il foglio nell'alzarsi e disse "intanto le dia un oki e con quello le passerà un po'. Piú tardi le porto un thè che a me faceva passare sempre la febbre quando ero piú piccolo".

Mio padre mi accarezzò i capelli, mi lasciò un bacio sulla fronte e poi prese un bicchiere dal ripiano della cucina e diluí l'oki con l'acqua. A me, come tutti penso, non piaceva prendere medicine, ma l'oki lo sopportavo.

Bevvi tutto d'un sorso e poi mi lasciai al letto. Mentre mio padre usciva sentii che disse qualcosa a ivan. Udii la porta chiudersi e poi i passi di qualcuno avvicinarsi al letto, per poi allontanarsi.

Sentii le rotelle della sedia scivolare sul parquet e poi il rumore leggero della matita su un foglio. Probabilmente mio padre ha chiesto ad ivan di rimanere a tenermi d'occhio. Io rimasi con gli occhi chiusi e probabilmente mi addormentai.

Dopo non so quanto sentii la voce si ivan che mi sussurrava " hey..svegliati. Ti ho portato una cosa buona".

Aprii a fatica gli occhi ma il mal di testa e la nausea erano diminuiti. La debolezza c'era ancora tutta. Vidi un ivan sorridente, che fra le mani aveva una tazza di qualcosa. Probabilmente il thè di cui parlava.

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