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Corsi a piccoli passi verso la sua camera e con la mia chiave universale aprii la porta. La sua camera era quasi vuota. L'unica cosa piena era la scrivania.

Era piena di fogli e foglietti, foto e ritratti. Mi misi a frugare proprio lí. Erano tutte informazioni indecifrabili; "g.13/08 via delle croci 95/ passaggio a livello, sala due" non capivo. Ad un certo punto trovai una lettera quà e la incrostata di macchioline rosse.

La presi in mano ed iniziai a leggerla; "finalmente il mio gioco è giunto al termine, ma solo per me. Non sei nato per scappare via da me. Tu non scapperai mai. Io ci sarò sempre. Sono dentro di te, ricordalo. Il tuo compito ora è semplice.

Hai una lista di nomi. Quei 5 nomi saranno la tua condanna e la mia rinascita. Figliolo, tu vuoi che ritorni da te? Dovrai nutrirmi con le anime infedeli che ti ho regalato. Di ogni anima ne assorbirai il male. Ricorda, loro hanno il nero dentro. Lo diventerai anche tu.

la tua anima sarà cosí nera un giorno che ti dimenticherai che cos'è il dolore e quando tutto finirà sarai l'uomo forte che ho sognato in te. Io rinascerò con te. Nella tua anima per sempre. Questo giro non ha fine. Mai".

A quel punto sentii dei passi ed un rumore di chiavi. Sobbalzai e lasciai cadere la lettera sulla scrivania, per poi nascondermi nell'armadio. Mi raggomitolai in un angolo ed a quel punto sentii la porta aprirsi. Era lui. Era ivan.

I suoi passi pesanti mi facevano sobbalzare. Vidi la sua grande figura attraverso la fessura fra un'anta e l'altra avvicinarsi alla finestra. Disse "come ho fatto a pensare che ci sarebbe potuto essere qualcosa? Io sono un mostro. Non mi merito di innamorarmi, eppure non sai quanto darei per un altro suo abbraccio o per un'altro suo sorriso…cavolo".

Sentii il suo pugno sbattere contro il davanzale della finestra. Sussultai a quel suono. Iniziai ad immaginare cose brutte ed iniziai ad immaginare la mia morte. Come sarebbe stata? Una morte lenta e tragica in cui le lacrime sono protagoniste o una morte che mi farebbe raccimolare i miei ricordi migliori?

Spense la luce e sentii il letto fare un cigolio. Si era appena steso nel letto e bisbigliava qualcosa. Appoggiai l'orecchio alla parete dell'armadio e sentii "papà, ti prego, muori".

Iniziò a singhiozzare ed a tratrenere i gemiti, per poi placarsi piano piano. Passarono sí e no 20 minuti dall'ultimo suo rumore. Uscii molto silenziosamente dall'armadio e mi accorsi che avevo lasciato il blocco note e la matita sul suo comodino.

Mi avvicinai in silenzio e presi le mie cose, ma proprio nel momento in cui stavo per andarmene sentii qualcosa che mi tirava indietro e poi sopra il letto. Finii distesa, bloccata, ingabbiata dal corpo di ivan e con qualcosa di freddo puntato alla testa, poi realizzai. Aveva una pistola.

Le nuvole che coprivano la luce lunare ci abbandonarono ed a quel punto ci vedemmo entrambi. Vidi i suoi occhi spenti e scuri scrutarmi il volto ed il suo fisico quasi nudo che premeva sul mio. Mi faceva male la tempia ed avevo paura.

Pensavo solo che quel viso sarebbe stato l'untimo che avrei visto. Lo sguardo confuso ed arrabbiato di ivan. Sussurrò " megan..Non avresti dovuto". Il mio cuore batteva a mille e stavo per piangere.

A quel punto le mie lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi e finire sulla sua pistola. Il suo corpo rigido e pesante divenne l'ultimo dei miei problemi. Piangevo e piangevo..e piangevo.

Sentii il ferro che avevo schiacciato contro la tempia darmi pace, ma era ancora puntata contro di me. "Meg..che ci fai quí? Cosa hai visto?..rispondimi, ti prego". Non accennai una parola.

Le mie lacrime però erano sempre piú intense ed anche i miei singhiozzi lo erano. Ad ogni singhiozzo sussultavo tutta e sentivo ogni cosa farmi male. Il suo corpo sul mio, l'aria che tentavo di respirare e persino me stessa.

"Meg..l'ultima cosa che voglio è farti del male, ma ora dimmi cosa hai visto". Tra i singhiozzi buttai fuori la mia rabbia dicendo " io..mi..mi sono fidata di te..ed ora scopro che hai una pistola..e che sei un assassino..potevi dirmelo prima. Una cosa del tipo 'meg, io ti voglio bene e tutto il resto, ma uccido le persone".

A quel punto lasciò la pistola e si scostò leggermente da me, per poi scostarmi i capelli e dirmi "Non posso scegliere..meg, scusami..mi ero innamorato di te". Riprese la pistola e me la puntò alla tempia.

Sentii un click e poi un dolore alla testa, ma era sopportabile. Mi sentivo ancora tutta. Non ero morta. Lui si alzò di scatto e con una voce tremolante, come fosse in procinto di piangere disse "voglio solo smetterla. Voglio smetterla di ascoltarti..ti prego, vai via! vattene!".

Mi alzai e corsi alla porta ma mi bloccai, vedendo che si puntava alla tempia la stessa pistola che prima puntava verso di me. Corsi da lui e gliela tolsi di mano, sussurrando " hey hey..non devi".

Lasciò la pistola ed io la poggiai per terra, per poi spingerla via col piede. Mi sedetti sulle sue gambe e lo abbracciai. Non era la cosa giusta probabilmente. Se aveva davvero ucciso qualcuno avrei dovuto scappare via da principio, ma in quel momento tutte le mie regole e le mie convinzioni erano svanite.

Lui aveva paura..è terribile la paura di non avere nulla sotto controllo. Gli accarezzai i capelli e lo guardai negli occhi. Aveva le lacrime. Stava piangendo quanto me. Gli asciugai una lacrima col dito e lui mi strinse ancora piú forte.

Sussurrai "io non penso tu abbia uccciso davvero. Non ci credo"-" ho sparato un uomo alla gamba, ma non so se è morto..non volevo sapere piú niente. Ho tentato di essere chi mio padre voleva, ma non ce la faccio..la seconda persona aveva dei figli, una moglie ed era cosí felice…che ho lasciato perdere. L'uomo a cui ho sparato non mi ha visto…quindi io non sono ricercato.

Ho fatto in modo che tutto ricadesse su mio padre..che è morto. Nessuno sa che esisto in fin dei conti".

Sospirai, per lo piú perchè ora mi sentivo in grado di pensare che non sarebbe stato capace di uccidermi. "Le parole di mio padre mi logorano..il suo ricordo mi logora..sono posseduto dai ricordi".

Si lasciò cadere la testa indietro, ma mentre cercai di scendere dalle sue gambe persi l'equilibrio caddi su di lui, spingendolo sul letto. Imbarazzata dissi "scusami" e nel mentre che mi spostavo mi abbracciò di nuovo, dicendomi "riscaldami, ti prego. Rimani quí".

Mi lasciai cadere di lato a lui e rimanemmo abbracciati per un po'. Quando entrambi ci fummo calmati ed i nostri occhi furono piú puliti lui mi sussurrò " mi sono innamorato di te..megan".

Io arrrossii, ma continuavo a guardarlo. Lui mi ama quindi? Ed io cosa provo? Quando sto con lui mi sento bene e mi batte il cuore, sono imbranata e penso solo 'lui è, lui fa, lui dice'. Jack faceva questo effetto alla mia migliore amica.

Gli sussurrai "io non sono mai stata innamorata. Come lo si capisce?". Lui ci pensò un attimo e guardandomi negli occhi rispose "si capisce quando il contatto ti tratterrebbe per sempre"
-"e come sò se il contatto mi tratterrebbe?" esitò un po' e poi rispose "cosí.." mi prese il viso e si avvicinò a me.

Sentivo il suo profumo intenso pervadermi e poi le sue morbide labbra contro le mie.

Era un bacio..ed in quel momento sentivo di andare in iperventilazione. Quando le sue labbra si allontanarono dal mio viso io le trattenni. Non potevo piú farne a meno.

Continuammo a baciarci ed a baciarci. "Quindi sono innamorata.."-"spero di sí". Disse lui sorridendo. Sorrisi anche io ed a quel punto lui mi sussurrò "quel sorriso io lo adoro".

Avevamo dimenticato.

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