Capitolo 17

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 Più in profondità


Non ero sicura di aver capito a pieno la domanda di Nefer.

La guardai per un momento con aria interrogativa, mi ero persino fermata mentre lei era avanzata ancora di un paio di passi, per poi fermandosi a sua volta per voltarsi indietro verso di me.

"Ah, fa finta che non te lo abbia chiesto, va bene?" mi disse,sorridendo e proseguimmo il nostro cammino in silenzio.

Peccato che non avrei mai potuto fare finta di nulla, almeno non del tutto.

La sua domanda rimase impressa nella mia testa per tutta la durata della cena.

Mentre tutti chiacchieravano allegramente discutendo della giornata appena passata, come solito si faceva, parlando del più e del meno, io, seduta al mio posto accanto al principe, come sempre, me ne stavo in disparte, allontanandomi da tutte quelle chiacchiere ancora per me incomprensibili.

Così,approfittando della confusione, mi decisi a guardarlo senza farmi notare, cercando di concentrarmi soltanto su di lui, isolando tutto il resto, chiacchiere, posate che sbattevano sui piatti e sul tavolo, bocche che masticavano il cibo, risate rumorose, sedie che si muovevano ad ogni movimento della persona seduta sopra, ogni singola cosa.

Mi concentrai sul mio cuore, se i battiti, in sua presenza aumentavano oppure no.

Mia madre una volta mi aveva spiegato che, se vedevo una persona che mi faceva battere troppo forte il cuore, potevano esserci poche scelte: perchè avevo paura di lui, perchè ero in pericolo con quella persona, oppure, semplicemente, perchè me ne ero innamorata,intensamente.

La voce della mamma mi raggiunse e, nella mia testa, arrivarono le sue parole di solo qualche tempo prima:

"Segui sempre il tuo cuore, Ottavia. Lui sa sempre quello che vuole, lui sa sempre decidere al posto tuo. Quando ti parla, ascoltalo. Sa sempre quale sia la cosa giusta da fare. Spero che tu, un giorno, non molto lontano, possa trovare una persona la cui sola presenza basti per alleviare ogni tuo dolore, a farti sentire leggera; solo così capirai che, quella, è la persona giusta."

Sapevo che aveva ragione, era così che aveva capito che papà era la persona che più amava, come mi aveva raccontato anni prima.

Si era ritrovata sola nel bosco, mi disse un giorno, ma un ragazzo coraggioso si era materializzato dal nulla, che l'aveva aiutata a ritrovare la strada giusta per tornare al villaggio.

All'inizio, quando ero piccola, la storia che mi raccontano era così, pressapoco. 

Crescendo, però, mia madre aveva deciso di raccontarmela meglio,dopo mie svariate suppliche.


***


"Allora, me la racconti la storia del vostro primo incontro?" chiesi.

Avevo appena compiuto 13 anni.

"Va bene, ma non dirlo a tuo padre" mi disse lei, come se volesse mantenere quella conversazione segreta. Il nostro segreto.

Era metà pomeriggio, i raggi del sole facevano risplendere i nostri capelli rossi inusuali tra la nostra gente, anche se il mio era più cremisi rispetto a quello di mia madre che era molto più simile al fuoco; eravamo fuori ad aspettare che mio padre tornasse dalla caccia.

"Era un giorno come questo, soleggiato, il sole era vicino alle montagne. Si stava preparando per sparire" iniziò lei.

Io mi feci subito più attenta, ansiosa di sentire il racconto.

La Ragazza ed Il Principe d'Egitto || #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora