Dolore e vendetta

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All'improvviso calò il silenzio nella stanza. Quella voce era nuova alla ragazza e in un primo momento non capì da dove provenisse. Si accorse che l'uomo si era fermato, e all'altezza del suo collo c'era una lama ricurva. Dietro di lui era apparsa una persona. Era un uomo alto, dai capelli bianchi come la neve e lunghi fino ai fianchi. Una cicatrice gli percorreva verticalmente l'occhio sinistro. Haru si soffermò per molto tempo a guardargli gli occhi: erano di un rosso molto acceso, e le ricordarono il colore del sangue fresco. Nella mano destra impugnava una falce, la cui lama sfiorava il collo dell'aggressore.
"Falce nera, a cosa devo questo onore?" chiese Edward, rompendo il silenzio assoluto che si era formato. "Sei troppo pericoloso per essere lasciato a piede libero, Edward, e sinceramente non capisco perché i tuoi capi non ti tengano d'occhio". La voce dell'uomo era totalmente piatta e non faceva trasparire alcun emozione. "Non ho scelto io di fare tutto ciò. E non ho scelto io di essere quello che sono. In più...."
"Non cercare di impietosirmi" ribattè immediatamente l'uomo. "Dovresti sapere che con me non funziona, e la tua storia la conosco, sei famoso nel mondo dell'Ombra". Haru si accorse che Edward era nervoso, poteva quasi scorgere i suoi tendini tesi, e le sembrò che stesse tremando. Poi la ragazza capì. Quell'uomo che poco fa aveva ucciso i suoi genitori aveva paura, aveva paura dell'uomo dai capelli bianchi.
"Adesso parla", continuò l'uomo misterioso, "Perché hai fatto tutto questo?". Edward rispose senza quasi lasciarlo terminare la domanda. "Erano ordini derivanti dal consiglio della luce", disse nervosamente, "M-mi hanno detto che in questo posto hanno percepito un aura d'oscurità e volevano che la trovassi e me ne sbarazzassi, in più non volevano che lasciassi testimoni". L' uomo, con i suoi occhi rossi, lancio un'occhiata ad Haru.  Appena incrociò il suo sguardo sentì un tremendo brivido percorrerle la schiena. La ragazza capì. Quell'aura che Edward stava cercando era lei. La invase un immenso senso di colpa, in tutto il corpo. Abbassò lo sguardo e, sommersa dal dolore, sentì le guance rigarsi dalla lacrime. I suoi genitori erano morti a causa sua.
"Zoku ti prego non uccidermi, i-io stavo solamente eseguendo gli ordini" lo implorò Edward.
"Ehi tu" disse Zoku. La ragazza alzò lo sguardo e capi che stava parlando con lei. "Quale vuoi che sia il suo destino?" le domandò. Haru poteva scegliere. Avrebbe potuto ottenere la sua vendetta. "Lo voglio morto" affermò, presa dall'ira nei confronti dell'assassino. A sentire quelle parole lui impallidì in un sol colpo. "Molto bene" rispose Zoku, lentamente. "Edward, credo tu abbia capito che per...."
"Fermo!" gridò la ragazza "Sì, lo voglio morto, ma voglio essere io ad ucciderlo, quindi per ora rimarrà in vita. Edward giusto?" chiese Haru.
"S-sÌ" rispose lui. "Sappi che questo non è un gesto di pietà nei tuoi confronti. Voglio essere io a compiere la mia vendetta e sappi che quando arriverà il momento.... Ho intenzione di godermelo pienamente." Mentre pronunciava quelle parole la sua voce diventava sempre più fredda e crudele. La ragazza guardò dritto negli occhi di Edward, il quale si accorse del cambio improvviso avvenuto in lei. I suoi occhi erano diventati rossi, la pupilla si era allungata verticalmente e le sue lacrime erano diventate di color nero.
"S-sei in parte un vampiro vero?" chiese Edward spaventato.
"Ah, quindi sai cosa sono?" rispose lei. "Beh, non ha importanza, tanto tra poco farai la fine dei miei genitori".
Dopo quelle parole, Zoku tolse la lama dal collo di Edward, che senza lasciarsi sfuggire l'opportunità sfondò la finestra alla sua destra. Trasformandosi nel suo vero aspetto di belva iniziò a correre il più velocemente possibile.

La Falce NeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora