L'arrivo e il castello

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Appena il cielo divenne ben visibile Haru rimase ipnotizzata. Era limpidissimo, senza una nuvola, e il suo colore era di un viola acceso con qualche sfumatura cremisi.
Il cavallo continuò a galoppare verso il castello per un po' e quando furono poco distanti iniziò a rallentare fino a fermarsi. Zoku scese dal cavallo e aiutò Haru a fare lo stesso. Appena la ragazza scese il cavallo si girò ed iniziò ad allontanarsi, in direzione di un altro portale viola che era appena apparso.
"Grazie!" gli gridò la ragazza un secondo prima che sparisse attraverso il portale. Senza perdere tempo Zoku si diresse verso il castello e Haru lo seguì. Anche se il castello non era particolarmente grande quella pianura vuota gli conferiva un aspetto maestoso. Le sue mura ricordavano il colore scarlatto del vino e formavano un perfetto pentagono. In ogni suo angolo si ergeva una torre, le cui cime ardevano di un fuoco blu.
Un particolare che Haru aveva notato era l'assenza di un apertura o di qualcosa che permettesse di oltrepassare le mura e non capiva perché stessero continuando ad andare verso quel lato e non stessero girando intorno alle mura per raggiungere un possibile ingresso. Quando arrivarono ai piedi delle mura Zoku le toccò con la mano, e Haru inizialmente non capì cosa stesse facendo. Poco dopo la mattonella su cui lui aveva appoggiato la mano si spostò di lato e, come in una reazione a catena, tutte quelle intorno fecero lo stesso. Ogni mattonella che si muoveva sembrava autonoma, quasi viva, e sembrava sapesse perfettamente come si sarebbero mosse le altre.
Lo spostamento delle mattonelle inizialmente formò una semplice breccia nelle mura, ma poi si formò un perfetto arco e ai lati di esso le mattonelle, incastrandosi una sull'altra, formarono due statue.
La statua a sinistra aveva le sembianze di una giovane, e reggeva in piedi uno specchio appoggiato a terra. Il suo aspetto era pressoché normale, fatta eccezione per dei triangoli capovolti disegnati sulle sue guance e sulla sua fronte. La statua di destra invece prese le sembianze di una ragazza dai lineamenti e l'abbigliamento orientali, ma la prima cosa che si notava delle sue fattezze erano le sei braccia che possedeva. Appena ogni mattonella finì di posizionarsi, Zoku e Haru passarono sotto l'arco. Davanti ad essi si presentò un cortile pieno di alberi e cespugli con un corridoio centrale delimitato da cespugli di rose nere. In fondo ad esso si trovava il palazzo centrale, a forma di U. Il suo colore era lo stesso delle mura e la sua architettura ricordava un classico castello medievale. Attraversarono il corridoio di rose nere ed arrivarono al portone centrale del palazzo, il quale si spalancò appena furono poco distanti.
Lo spettacolo che si parò davanti agli occhi di Haru fu strabiliante. Gli interni del palazzo erano decorati con addobbi in stile barocco ed erano rifiniti con una stoffa di colore rosso scuro. Tutto era illuminato da una luce di un giallo pallido proveniente da un lampadario, stranamente semplice e dalle dimensioni modeste per tutto quello sfarzo.
"Zokuuuuu" gridò una voce femminile, e subito da in fondo al salone si vide una ragazza, dai capelli castani, correre con le braccia aperte verso di lui, che  invece le andò incontro camminando. A pochi passi di distanza l'uno dall'altra la ragazza saltò fra le braccia di Zoku, che la strinse a sè.
"Sei andato via senza dirmi nulla, di nuovo!" disse la ragazza staccandosi dall'abbraccio.
"Scusami Dhatri, mi dispiace" rispose lui con il suo tono piatto.
"Eeeeeh!? Non sei sincero! Ricordati che non puoi mentirmi!".
Le lamentele della ragazza continuavano senza interruzione, e con esse i tentavi di Zoku di farle cessare. Haru sentì di essere di troppo, anche se sembrava che i due non badassero minimamente alla sua presenza. Zoku capendo che le parole non sarebbero bastate, tirò nuovamente a se la ragazza e stringendola al suo petto con un braccio la baciò. Haru rimase estremamente imbarazzata a vedere quella scena e distolse lo sguardo.
"Aaaawwww, sono carini non credi?" senti dire da un altra voce sconosciuta con tono ironico ed alzando lo sguardo si ritrovò faccia a faccia con un volto capovolto di colore azzurro pallido e dagli occhi magenta le cui pupille erano a forma di X. "Buh!" disse la creatura appena il suo sguardo incrociò quello di Haru che, colta dalla sprovvista, lanciò un urlo e sobbalzando all'indietro cadde per terra.

La Falce NeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora