Dipartiment C

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Ho chiamato il ragazzo di ieri, si chiama Josh e ha detto che oggi dopo le lezioni mi porterà nel dipartimento C. 

sono troppo curiosa di conoscere queste persone, ma sono anche i  ansia e sinceramente ho anche paura, comincio a pentirmene, potrebbero farmi del male.

Mancano due ore alla fine della giornata e quindi all'incontro con Josh.

Attraverso i corridoii con Rose ed ad un tratto qualcuno mi prende per il polso e mi fa girare delicatamente.

in pochi secondi mi ritrovo davanti a Kevin Evans, persa nei suoi occhi a pochi centimetri dal suo viso.

L'effetto che mi fa..

riprenditi

la mia coscienza mi ricorda che è il mio aggressore e nemico peggiore, ritiro la mano violentemente e faccio per andarmene,  ma me lo impedisce.
-ti prego perdonami, non so che mi è preso.

la sua voce è così sincera.

ma cerco di non darmi per vinta.

-togliti, fammi passare.

-Nicole, ti prego.

è bello sentirglielo pronunciare,  credo sia la prima volta che mi chiami per nome. 

è così vicino che sento il suo respiro sulle mie labbra, se resto qualche secondo in più finirò per perdonarlo, e non se lo merita.

lo spingo e vado in classe il più velocemente possibile.

***

il momento è giunto, Josh mi sta portando nel suo dipartimento è esattamente dall altra parte del nostro.

la costruzione è opaca, le finestre sono scure e i corridoi grigi e neri.

il corridoio è pieno di giovani che chiacchierano.

alcuni sono pieni di percyn, altri sono tatuati, qualcuno ha i capelli colorati ed alcuni sono semplici esattamente come noi.

-come vedi non sono tutti emo-punkcome credevi. Vieni ti presento qualcuno.

-ragazzi questa è Nicole.

dice ad un gruppo di ragazzi che mi salutano sorridendo.

si presentano uno ad uno.

-io sono Katya- è  una ragazza un po più bassa di me coi capelli celesti è gli occhi color miele.

chiacchieriamo per un po,  poi loro vanno a lezione ed io resto con Katya che ha due ore buche, così mi porta nella sua stanza.

-lei è Jessi, una secchiona.

dice presentandomi la sua compagna di stanza.

Jessi è normalissima, niente tatuaggi niente felponi e tanto meno percyng.

parliamo per qualche minuto. mi preparano da mangiare e mi presentato tantissime altre persone.

-non siete come mi aspettavo-
confesso alle due.

-ti aspettavi dei drogati che probabilmente ti avrebbero fatto del male vero? già non abbiamo un ottima reputazione in giro.-ammette Jessi.

- perché dicono queste cose su di voi?
-perché alla gente piace parlare dei fatti altrui, si è vero che molti di noi hanno avuto problemi con la droga ma ne siamo usciti tutti a parte qualche cretino ma del resto siamo praticamente come voi.

-l unica differenza è che siamo cresciuti male-aggiunge Katya.

-che mi dite di Kevin?
Non ci credo che lo chiesto.

-tra di noi lui è quello con più problemi ma nessuno lo conosce veramente, ha aiutato molti di noi ad integrarsi e ad uscire dai cattivi circoli ma nessuno ha aiutato lui. -dice Katya.

-a volte ha degli sbalzi d'umore e quando è arrabbiato non ci vede più ma è il suo unico difetto, per quanto possa sembrare freddo infondo è molto altruista.

Non me lo sarei mai aspettata, questa gente è ancora meglio di quei noiosi del mio dipartimento.

-nonostante ciò resta comunque il capo della gang più temuta, sai quelli che chiamati Streetboys non è tutto il dipartimento C,  bensì lui e i suoi numerosi amici, loro sono un po fuori di testa, gli piace cacciarsi nei guai, non sono ottime influenze ma se non gli provochi non avrai problemi,anzi sono i nostri rappresentanti ci difendono dai pregiudizi altrui. Sono un po le guardie del corpo del dipartimento C. 
spiega Katya.

-detto ciò noi dobbiamo andare a lezione è stato bello conoscerti.

le saluto ed uscendo incrocio il cammino di Kevin che sembra stupito di vedermi qui.

-non hai paura di essere aggredita da qualche drogato?

ecco che ricomincia.

-a quanto pare non sono tutti come te.

-cosa intendi per come me? 

chiede avvicinandosi, indietreggio d'istinto e vado contro il muro, Kevin ne approfitta per intrappolarmi.

i nostri visi sono vicinissimi, tengo lo sguardo alto, dritto nei suoi occhi e mi perdo nella loro profondità.

-non hai risposto alla mia domanda.
sussurra fissandomi. 

abbasso il capo e lui me lo alza delicatamente con due semplici dita.

-Nicole pensi davvero che io sia un criminale?

Non riesco a rispondere.

il mio sguardo cade sulle sue labbra carnose, d'istinto mordo le mie e lui ricambia il gesto.

I centimetri tra i nostri visi diminuiscono e la tensione sale.

Non so che fare, poi duntratto mi appaiono in mente le immagini della sua aggressione e posso ancora sentire le sue mani sul mio collo.

Giro la testa dall altra parte, e quello che doveva essere un bacio in bocca finisce sulla guancia.

ma quel tocco è stato comunque magico, il contatto con le sue labbra mi ha causato mille brividi, una sensazione totalmente nuova si impadronisce del mio corpo. 

lui sembra stupito dal mio gesto, non si muove, resta fermo a guardarmi.

Mi libero facilmente dalla sua presa poiché non oppone resistenza.

-devo andare- dico allontanandomi.






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