6. Due facce della medaglia

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N.d.A: Salve miei silenziosi e pacati lettori. Scusate per il ritardo, ma sono stata fuori per il week-end ed ho dimenticato il computer a casa. Ecco a voi il nuovo capitolo. Chiedo perdono se sono corti... ma ho paura che se li allungassi li rovinerei e basta.

Detto questo... buona lettura :*

Moonshine Quinn


(Foto: Anaïs)





[P.O.V. ANAÏS]

Lo vidi sorridermi grato per averlo salvato da un mostro senza cuore ne rispetto per la vita umana, per averlo salvato dalla mor...

Uno spasmo lo fece cadere dalle mie gambe.

Gelai.

Eh? No! Nonononono non osare chiudere gli occhi! Non ci provare minimamente brutto..

«Resta con me, occhi su di me! Guardami! Ehi, tu, guardami! Non so nemmeno come ti chiami! Guardami!!!» esclamai, scuotendolo, ma l'unica reazione che ottenni fu un sospiro, il Sospiro dell'Anima, l'ultimo sospiro.

No! Devo salvarti! Hai perso pochi litri, ti salvo io, vedrai, vedrai, ce la farò!

Devo dargli il mio sangue, devo assolutamente!

Presi il pugnale e con la parte in legno mi incisi il polso, proprio li, dove passa l'arteria principale. Premetti più forte la zona di lignum vitae sulla mia pelle, fino a sentire lo squarcio delle cellule sotto il peso e l'affilatezza del pugnale. Il sangue cominciò a zampillare vivace fuori dal mio polso. Un sangue scuro, malgrado provenisse da un'arteria principale, un sangue nero e denso. Non mi feci troppe remore e premetti il polso sulla bocca del ragazzo, tenendolo leggermente sollevato per fare in modo che il liquido andasse giù. Premetti sempre di più sulle sue labbra, nella speranza di vedere anche solo un minimo cenno di vita... ma niente.

«Ti prego ti prego ti prego, resisti! Io non mollo, e scommetto che nemmeno tu molli, vero? Allora dammi un cenno! Ti supplico!! Cosa dirò ai tuoi genitori quando ti vedranno su un tavolo dell'obitorio? Come farò a capire chi sono loro! Non so nemmeno il tuo nome! NON VOGLIO PIÙ PORTARE NESSUNO ALL'OBITORIO PER CUI RISPONDI!» sbottai, scuotendolo vigorosamente e scoppiando in lacrime.

Dopo tanti anni in cui non ho più visto vite innocenti andarsene via... dopo aver seppellito anche il peggiore dei miei ricordi... questo stronzo fa riaffiorare tutto così?!

Levai il polso dalla bocca del cadavere, singhiozzando lievemente, e lo riadagiai sul terreno. Presi un lembo della sua maglietta e lo strappai, per poi fasciarmi il polso. Non potevo più rischiare.

Feci per alzarmi, ma mentre davo un'ultima occhiata al corpo del povero ragazzo, mi salì un groppo in gola e crollai. Affondai la testa nel suo torace, circondandomi il capo con le braccia, e piansi, piansi, piansi. Piansi come non succedeva da... dall'ultima fatidica volta.

Rimasi sopra il suo torace, a piangere, a scusarmi, a pentirmi, a promettergli che sarei diventata una cacciatrice migliore, che avrei prestato più attenzione e più soccorso, perché lui doveva essere l'ultimo della catena dei miei incidenti, perché questo ragazzo, un ragazzo senza nome, ha dovuto pagare cara la mia assenza.

Una distrazione vale la vita, non importa di chi sia, il valore di una vita è incommensurabile... tranne quella di quei mostri, succhiasangue, bastardi, immorali e vili bestie!

«No!» sbottai ad alta voce «Chiunque tu sia, Senza Nome, giuro che ti vendicherò! Te lo giu...»

Le sue palpebre si mossero.

Distrazione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora