Nuova casa - nuova vita

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Ferma, davanti a quella che dovrebbe essere la mia nuova ubicazione, osservo quello che mi circonda. Rimango basita da quello che vedo.
Un sentiero, sterrato, conduce ad una meravigliosa fontana di marmo bianco il cui centro è occupato da una statua raffigurante un angelo con le mani rivolte verso l'alto. Sulla destra v'è un meraviglioso roseto di diversi colori mentre sulla sinistra un gazzebo bianco e azzurro.

Con la bocca spalancata e occhi sgranati mi dirigo vicino alla mia nuova casa. Un immensa villa di color giallo ocra mi si presenta davanti agli occhi.
La villa è a pianta quadrata e si trova su una collinetta dalla quale si gode una meravigliosa vista boschiva. Strani simboli coprono la facciata della casa e ne domando il significato a mia nonna; la quale, con occhi spalancati, cambia argomento chiedendomi altro.
"Allora, ti piace la casa?" Pensierosa mi giro verso mia nonna "casa? Questa è una reggia. Ma come.." Non mi fa finire di parlare che mi precede dicendomi che apparteneva a una sua lontana parente morta anni fa. E con un luminoso sorriso mi incita ad entrare in quella, spero ultima, casa.

Oltrepassata la porta rimango sconcertata; le pareti sono dipinte di azzurro molto chiaro, il pavimento di un bianco lucido che ci si può specchiare dentro mentre i mobili color panna completano l'enorme salotto.
Sui muri sono appesi diversi quadri raffiguranti uomini e donne con grandi ali bianche, ma quello che mi colpisce di più è il dipinto di un uomo. Capelli biondi e occhi azzurri, impugna una lunga spada scintillante mentre con sguardo sofferente osserva l'altra figura; capelli scuri e tratti del viso duri. Non riesco a vedere il colore dei suoi occhi, ma sembra molto familiare come se l'avessi già visto. Una strana sensazione si fa spazio nel mio cuore, do profondi respiri per calmarmi e lascio il dipinto alle mie spalle.

Mia nonna mi conduce nella mia futura camera da letto, apro la porta e rimango incantata. Le pareti sono colorate di un verde molto chiaro, al centro della stanza un enorme letto matrimoniale dalle coperte di un verde più scuro; alla destra v'è una  scrivania mentre sulla sinistra un comodino. Di fronte al letto si trova un'enorme libreria che occupa tutta la parete. Ma la cosa che mi colpisce è quello che vedo oltre la finestra. Ettari e ettari di alberi cui centro un enorme distesa di terra bruciata.
"Nonna cos'è successo" chiedo indicando il luogo appena visto "un incendio tesoro e adesso ti lascio riposare. Sarai stanca del lungo viaggio" risponde. Annuisco e dandole un bacio sulla guancia paffuta mi sdraio rilassandomi, sulle coperte morbide, sospirando.

A piedi scalzi, cammino, per un lungo corridoio buio.
Strizzo gli occhi nel vano tentativo di capire il luogo in cui mi trovo.
Delle ombre appaiono e scompaiono intorno a me facendo battere in modo convulso il mio cuore. Ad un tratto una roca risata mi fa accapponare la pelle; una voce profonda e molto seducente inizia a perforarmi le orecchie.
Davanti a me appare, dal nulla, una figura alta e muscolosa, non riesco a vederne il volto, nascosto nell'oscurità.
Capendo, forse, di questo l'uomo si avvicina con passo sicuro ed elegante ed ora, illuminato dalla luce, posso vederne il viso. Rimango senza parole.
Capelli come pece incorniciano un viso dai lineamenti duri e marcati, mascella squadrata e labbra rosse e carnose; ma quello che mi colpisce come una pugnalata sono i suoi occhi. Occhi di un azzurro glaciale mi osservano con puro odio.
Resto immobile, pietrificata dal suo sguardo freddo e affilato. Il mio cuore sembra sul punto di uscirmi dal petto, le mie mani sono sudate e le gambe tremano.
Un sorriso, sarcastico, si forma su quelle labbra perfette "sarai mia" quella voce; "chi sei?" Domandai tremante.
Altri passi e me lo ritrovai davanti in tutta la sua magnificenza, la sua mano mi sfiora il viso e subito sento un calore inaspettato che si propaga in tutto il mio corpo.
"presto lo scoprirai". Una risata malefica e poi il nulla.

Mi sveglio ansimando con la fronte imperlata di sudore, il mio cuore batte come se avessi corso per chilometri. Ancora quel sogno, ancora lui.
Da quando ho scoperto di possedere questi strani poteri, non faccio altro che fare lo stesso sogno  il quale mi lascia dentro molti dubbi e paure.
Non ho mai confessato nulla a mia nonna, in fin dei conti cosa potrei dirle? Ehi nonna un uomo molto affascinante mi appare in sogno dicendomi che ben presto sarò sua.
Sisi come no, mi riderebbe in faccia o meglio, mi rinchiuderebbe in un manicomio e getterebbe la chiave.
Scaccio via questi pensieri e mi dirigo a passo svelto nel bagno per una lunga e rilassante doccia calda. Mi spoglio davanti allo specchio, subito il mio sguardo si sofferma sui quattro simboli che ricoprono il mio corpo. Acqua, Terra, Fuoco e Aria. Quattro elementi apparsi sulla mia pelle dopo quel terribile giorno. La morte di mia madre. Il giorno in cui scoprì i miei poteri.

Sono così elettrizzata, adoro andare al mercato del mio piccolo paesino. Tante bancarelle di vario genere affollano la piazza; da chi vende vestiti, chi vasi e cimeli antichi; ma più di tutti quella dei dolci. Basta un piccolo broncio e uno sguardo triste che mia nonna mi compra un grande sacchetto di caramelle.
A piccoli passi entriamo in una stretta via, una strana sensazione di pericolo mi assale ma la scaccio subito sentendo la presa salda della donna al mio fianco. D'un tratto 4 uomini escono dall'oscurità prendendo per le spalle me e mia nonna per tenerci ferme mentre il più grosso dei 4 blocca mia mamma al muro.
Mi dimeno, cercando di scivolare dalla presa salda del ragazzo dietro alle mie spalle ottenendo così un forte schiaffo che mi fa voltare il viso dall'altra parte. Lacrime rigano il mio viso e una forte rabbia cresce al mio interno.
Sento le orecchie fischiare e il mio respiro farsi più pesante, una voce grida nella mia testa di lasciarmi andare a questa strana sensazione che mi cresce nel petto. Come se qualcuno scalciasse per uscire. Un urlo, sento qualcosa scorrermi nelle vene; una forza a me ignota invade il mio corpo; mi lascio andare. Intorno a me una nube nera mi avvolge, dalle mie mani piccole scariche elettriche danzano ad un ritmo irrefrenabile, mi stanno chiedendo di essere liberate. Le ascolto e queste scattano veloci verso i quattro uomini uccidendoli, ma sufficientemente lenti per far si che uno di loro pugnalasse mia madre nel ventre.

Da allora diventai fredda e distaccata, i miei "poteri" crebbero con me. Numerevoli fughe e dicerie della gente mi accompagnarono nella mia crescita. Per molti divenni un mostro per altri la figlia del demonio.
Non importava che avessi salvato mia nonna e me stessa, no; per loro ero un pericolo, un mostro e per questo meritavo solo la morte.

Chiudo il getto dell'acqua, con troppa forza, ormai divenuta fredda, mi vesto e a passo svelto scendo in cucina trovandola occupata da mia nonna impegnata a cucinare.
"Posso aiutarti?" Le domando cortesemente "tranquilla tesoro, ho quasi fatto" mi risponde con un sorriso "vai pure a sederti" mi disse,  ma non faci in tempo a raggiungere la sedia che un forte giramento di testa mi fa perdere l'equilibrio facendomi sbattere la testa sul pavimento.

Non riesco a respirare, il mio corpo brucia come se qualcuno mi avesse gettato nel fuoco, un dolore mai provato prima si espande per la schiena, urlo  e cerco di alzarmi, causando altre fitte di dolore, sento un sapore metallico in bocca, dalla lucentezza del pavimento noto che i miei denti si sono allungati e i miei, stupendi, occhi azzurri hanno preso la tonalità del rosso scuro; rosso come il sangue. Due enormi ali bianche con le punte nere spuntano dietro le mie spalle.
 L'ultima cosa che ricordo sono le grida di mia nonna, un paio di occhi sgranati e poi il buio.

Lucifero - l'Arcangelo del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora