Parte 9

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Siamo a casa sua sul letto, gli sto medicando la ferita che ha bisogno di qualche punto, ma quel cocciuto di Dylan non vuole andare in ospedale.
Getto il cotone sporco di sangue nel cestino sotto la scirvania e mi siedo affianco a lui, il suo sguardo è perso nel vuoto, gli accarezzo la mano e subito però mi guarda.
"Dylan, per favore, mi dici cos'è questa storia dei soldi?" Scuote la testa e si stende sul letto.
"È da poco che ci conosciamo, però ci tengo a te e voglio aiutarti." Si alza e poggia la testa sulle ginocchia sospirando, si tortura i capelli con le mani e capisco che questo ragazzo ha solo bisogno d'amore. Finalmente si decide a parlare.
"Due anni fa io e Jack gareggiammo contro quel figlio di puttana Bruno. Brian ci truccò le macchine alla perfezione, erano due gioiellini, ma Jack volle esagerare facendosi fare una modifica molto rischiosa. Durante la corsa Bruno era in testa, ma io lo superai con facilità e Jack gli finì addosso distruggendo la sua auto. Poco dopo scoprii che Jack faceva delle commissioni a carico di Bruno, spacciava cocaina al suo posto."
" E tu cosa  c'entri?" Non riesco a capire cosa possa cenettare Dylan in tutto ciò. Vedo solo disperazione nei suoi occhi.
"Gli affari a Jack andavano malissimo, così decisi di aiutarlo e di assumermi le responsabilità, ma anche a me le cose non sono andate bene. Non Siamo ottimi spacciatori, non sappiamo corrompere la gente,  e cosi ora gli devo dei soldi. Soldi che però non ho."
Istintivamente lo abbraccio, in fondo è un bravo ragazzo, ha una corazza molto dura, ma il  suo cuore è tenero.
"Non sono mai stato bravo a nascondere i sentimenti Aly, e non so cosa mi hai fatto, ma provo una strana sensazione quando sei con me, o semplicemente quando ti penso. Non abbandonarmi. Ho bisogno di te per farcela."
Non so che dire, mi ha stupita. Mi avvicino a lui e lo bacio. È un bacio che non si aspettava, un bacio dolce, mi fa sedere a cavalcioni su di  lui e poggio la testa nell'incavo del suo collo. Spero non abbia frainteso questo bacio, non voglio andare a letto con lui, almeno non ora.

Dylan Povs.
Mi ha appena baciato e io non sto capendo più un cazzo, l'unica cosa che so è che non vuole andare oltre.
"Dormi con me?" Le accarezzo la schiena e lei sorride sul mio collo, mi provoca un brivido, una sensazione che non ho mai provato prima d'ora, mi sento spaesato.
"E i tuoi non ci sono?" Mi chiede mentre si siede sul letto mentre si attorciglia una ciocca di capelli al dito. Fosse stata una delle tante me la sarei già fatta e ora sarei sul letto a fumarmi una canna di fine giornata, ma con lei è diverso.
"Dylan allora?"
"I miei non ci sono, mia madre fa l'infermiera e ha il turno di notte, mentre mio padre è un militare e non lo vedo da sei mesi. Mio fratello è sempre in giro."
"Hai un fratello?" Non le ho mai raccontato nulla di me e di lei so poco e niente.
"Ha 18 anni, si chiama Aaron. Quindi resti o no? Non voglio farti nulla, ho solo bisogno di un po' di compagnia." Le spiego mentre mi sfilo la maglietta per poi lanciarla sulla sedia.

Alyssa Povs.

Quanto ben di Dio ho davanti ai miei occhi, senza maglia è ancora meglio, non voglio immaginare senza pantaloni e senza mut..
Alyssa smettila.
Benedetta coscienza.
"Bambola così mi consumi." Non mi sono accorta che Dylan è davanti a me e mi fissa come fossi una persona malata, o i suoi occhi verdi brillano e vorrei baciarlo di nuovo, ma mi contengo.
"Non ti stavo guardando, ero persa nei miei pensieri. Comunque ok, resto solo perché mi dispiace." Mento spudoratamente.
Mi sorride e si volta di scatto aprendo l'armadio cercando qualcosa.
"Metti queste." Mi porge una maglietta dei Nirvana e un pantaloncino del Brasile. Sono enormi, basterebbe anche solo la maglia.
"Puoi uscire per favore?" Lo guardo male e incrocio le braccia al petto aspettando che esca.
"Non sei la prima ragazza che vedo in intimo, non fare storie e cambiati." Si siete sulla sedia sbuffando e allunga le gambe incrociandole.
Mi avvicino e lo tiro per un braccio fuori dalla porta. "Ora tu aspetti qui, chiaro?" Gli punto il dito sul petto e chiudo la porta, mi cambio velocemente e come avevo immaginato il pantaloncino mi arriva sotto le ginocchia e la maglia è praticamente a maniche lunghe, sono ridicola.
"Hai tre secondi, dopodiché apro la porta." Grida dall'altra parte, è già  tanto che avvisa, sono commossa, apro la porta e lo faccio entrare, sento i suoi occhi puntati su di me.
"Perché mi fissi?"
"Mi piaci con i miei vestiti, mi sento come se stessi marcando il territorio." Si mette sotto le coperte e lo seguo subito dopo, le sue braccia mi tirano a sé e appoggio la testa sul suo petto.
"Buonanotte piccola." Mi da un bacio sui capelli e mi stringe facendo aderire i nostri corpi alla perfezione.
"Buonanotte Dylan."

Credo di essermi innamorata

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