Parte 11

16.2K 718 15
                                    

Entro in casa e trovo Marco sul divano, cerco di evitarlo in tutti i modi dopo quello che è successo.
Mi stendo sul letto e noto un bigliettino, Sophie è uscita con Jack, torna domattina.
Perfetto, io e la mia eterna solitudine.
Sento bussare alla porta, non mi va di rispondere, non sono in vena di parlare.
La porta si apre e Marco entra in stanza. Di male in peggio. Si siede sul letto e fa un bel respiro.
"Sophie mi ha detto che ti vedi con Dylan Baker."
"Non mi vedo proprio con nessuno e poi non sono fatti tuoi." Mi alzo dal letto e apro la finestra, ho bisogno di aria.
"Aly lascia perdere quello che è successo l'altra sera." Si avvicina e mi poggia le mani sulle spalle, mi accendo una sigaretta e inspiro il fumo caldo. "Si Marco, lasciamo perdere."
"Ascolta, io non sono nessuno per farti la predica, però stai attenta a chi frequenti. Dylan è pericoloso, così come il suo gruppo. Sono gente senza scrupoli e Dylan è in debito con un tizio molto pericoloso."
"Bruno." Dico sottovoce, ma lui riesce a sentirmi.
"Come fai a conoscerlo?" È preoccupato, è evidente, ma non sono fatti suoi.
"Non ha importanza. Puoi lasciarmi sola?" Sono esausta, ho voglia di dormire. Domani ho scuola e non ho studiato.
"Alyssa stai attenta. Dylan non è ciò che sembra." Un'ultima occhiata ed esce chiudendo la porta, vorrei urlare, piangere o picchiare qualcuno. Forse al telefono prima era Bruno, per questo ha cambiato uomore, ma comunque sia io non c'entro e non è giusto che tratti male anche me. Ho voglia di aiutarlo, ma credo che non mi permetta di fare niente, sono cose più grandi di me, questo è vero, però un supporto morale fa bene a tutti.

Sono passati tre giorni e di Dylan nessuna traccia. Terza ora di scuola, il professore di fotografia entra in classe con tanto di sorriso, si siede alla cattedra e inizia a spiegare. Non lo sto a sentire, penso sempre e solo a lui, non riesco a togliermelo dalla testa.
"Alyssa Collins, gentilmente può ripetere ciò che ho appena spiegato?" Ora ci si mette anche lui.
"Beh si, allora..." Cerco di temporeggiare, ma anche se passasse un anno non saprei cosa diamine dire.
"Allora signorina, entro la settimana prossima mi deve realizzare un book fotografico molto dettagliato, il tema lo lascio scegliere a lei. Ovviamente terrò conto di tutto, la luce, la prospettiva, la messa a fuoco. Intesi?"
"Certo professore." Che bel casino, non ho nemmeno tempo di respirare, figuriamoci di preparare un book.
"Aly stasera c'è una festa da Jonathan, verrai?" Sophie mi ricorda la festa di questa sera, Jonathan è un ragazzo del mio gruppo di amici che ci prova spudoratamente con me da un anno a questa parte, è bello e tutto però non mi convince.
"Certo Sophie, verrò." Le faccio l'occhiolino e prendo appunti. Ho voglia di divertirmi questa sera, non voglio pensare a niente, tantomeno a Dylan.

La sera arriva velocemente e scelgo di indossare un jeans strappato, una canotta bianca e una giacca grigia con un cappotto di pelle e delle scarpe nere con il tacco abbastanza alto.
Arriviamo al locale dove si tiene la festa e notiamo i nostri amici, cominciamo a bere, gira una canna e la fumo anch'io, non mi importa di nulla. Mi sento un po' stordita, qualcuno mi prende per un braccio e mi trascina fuori, è Jonathan. Mi bacia e mi lascio baciare, le sue mani vagano sul mio corpo, ma inizio a riprendermi e lo spingo via.
"Jonathan ma che cazzo ti prende!" Non lo sopporto più, mi sta sempre appiccicato come una cozza, parecchie ragazze ci provano con lui, ma non ne vuole sapere.
"Aly mi piaci come te le devo far capire?" Mi blocca le mani e continua a baciarmi, ha il suo corpo premuto contro il mio e non posso muovermi.
"Hai due secondi per sparire." Una voce alle nostre spalle spezza il silenzio, la riconosco, Jonathan si stacca da me e si gira verso di lui.
"Tu chi cazzo sei?"
"Dylan." Pronuncio il suo nome quasi in un sussurro, ma Jonathan mi sente.
"Lo conosci?" Mi punta il dito contro guardando prima me poi lui.
"Ti ho detto che devi sparire." Scende dalla moto e si avvicina a Jonathan. "Vattene o giuro che ti faccio male."
Non avendo altra scelta si allontana, Dylan si avvicina e mi abbraccia, non posso chiedere altro, mi sento a casa, in paradiso, come se con lui al mio fianco niente e nessuno può farmi del male.
"Tutto ok piccola?" Annuisco contro il suo petto, ha il battito accelerato, mi prende per mano e ci avviciniamo alla sua moto.
Prende il caso e me lo porge.
"Baker non ho detto di voler venire con te." I suoi occhi verdi brillano anche al buio, è bellissimo, si spettina i capelli con la mano e mi sorride.
"Alyssa ti va di fare un giro in moto con me o devo chiedere il permesso al Papa?" Incrocia le braccia e aspetta una mia risposta, che ovviamente è positiva.
Mi posa il casco sulla testa e prima di metterlo del tutto mi bacia, è un bacio veloce e inaspettato, mi allaccia il casco e salgo sulla moto, lo abbraccio e partiamo.
Ora sto davvero bene.
Ho bisogno solo di lui.

Adrenalina.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora