9 Capitolo

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Il telefono squillò e Tom sapeva già chi era e cosa voleva dirgli. Non rispose. Non voleva credere che fosse successo davvero. Si sedette sul pavimento e rimase immobile a fissare il vuoto per un po, poi sentii bussare alla porta e andò ad aprire
- Commissario -
disse con voce rauca e triste
- Non ho belle notizie, il volo che doveva essere qui alle tre...-
- Non dica niente -
Abbassò lo sguardo, poi chiese se erano morti tutti e lui rispose di no, c'era qualche ferito ma la maggior parte erano morti insieme ai suoi genitori.
- Grazie -
Rispose freddo e ritornò in casa.
Passò cinque giorni e cinque notti chiuso in casa senza vedere nessuno. Non rispondeva al telefono, non apriva alla porta.
Non poteva credere a cosa era successo, non voleva crederci. Decise di non andare al funerale.
Sentii il telefono squillare e rispose
- Pronto? -
- Ei Tom, sono Dana, che dici di uscire un po? -
- Non posso, scusa -
Rispose riattaccando e sedendosi sul divano, prese il suo pacchetto di sigarette e ne tolse una. Ne aveva solo tre e fu costretto appena finite ad andare a comprarle. Uscii. Sentii il vento freddo sulla sua pelle e pioveva. Ma non l'importava. La pioggia non era niente a confronto. Cosi uscì a maniche corte e si diresse verso il tabacchino, li incontrò Will che si accendeva una sigaretta
- E tu saresti il nuovo ragazzo di Dana? -
Domandò, poi rise con altri cinque ragazzi. Tom non gli diede peso e dopo aver pagato se ne andò ma loro lo seguirono
- Cosa volete? -
Disse fermandosi
- Chi cazzo ti credi di essere per rubarmi la ragazza? -urlò Will e gli tirò un pugno in faccia. Perdeva sangue dal labbro e dal naso ma restò a guardarli impassibile
- Forse non ci siamo presentati, io sono Will e nessuno si mette contro di me -
Cosi fece cenno agli amici di avvicinarsi, lo spinsero a terra e lo presero a calci e pugni, poi andarono via.
Riuscì appena ad aprire gli occhi ma restava a terra e si teneva la pancia con una mano, pensò che a casa non c'era nessuno. C'era un vuoto nella sua testa, nel suo cuore. Pianse e sentii ancora di più il dolore ma non gli importava. Poi, si spostò lentamente in un angolo della strada e si appoggiò al muro, prese il pacchetto di sigarette e ne prese una, se la porse nelle labbra e la accese
- Oddio Tom -
Urlò qualcuno avvicinandosi, alzò lo sguardo e fece uscire il fumo dalla bocca
- Che ti è successo? -
Domandò inchinandosi di fronte a lui, era Dana
- Che fai qui? -
Disse lui con voce rauca e lenta
- È stato Will non è vero? Io lo ammazzo quel coglione -
Disse alzandosi e guardandosi intorno
- Vieni qui -
Esclamò lui porgendole una mano che tremava, lei la prese e si sedette accanto a lui appoggiando la testa al muro, poi lo guardò
- Ma tu...piangi? -
- Nahh è solo la pioggia  -
Dana si tolse la giacca e la mise piano sulle sue spalle
- Ecco, cosi va meglio? Ora dimmi che succede -
Lui la guardò e spense la sigaretta nel cemento bagnato
- Hai visto il TG? Son tutti morti -
- Come? ...era... Oddio era quel volo.... -
Disse con le mani fra i capelli
Tom sorrise appena
- Non ho più niente -
Disse, lei lo guardò male
- Non dirlo mai più e io cosa sono? Ci sarò sempre per te, sempre -
Disse appoggiando la testa alla sua spalla
- Andiamo a casa? -
Domandò ancora
- Certo piccola -
Si alzò piano tenendosi la pancia ma ricadette a terra
- No no aspetta -
Gli prese il braccio e se lo mise intorno al collo, poi piano lo aiutò a sollevarsi
- Non ce la faccio -
Esclamò soffrendo per il dolore
- Probabilmente hai una costola rotta -
- Cazzo, resto qui -
Erano le otto di sera
- Sai che ti dico? Restiamo pure qui -
Continuò lei.
Lui la guardò scuotendo la testa con un leggero sorriso e si sedettero di nuovo in terra.

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