Capitolo 16

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Lux's POV

Ciò che andava fatto, andava fatto.

Continuai a ripetermi, mentre accompagnavo Clehael a morte certa.

Durante la caduta mantenne il mio sguardo, finché non perse conoscenza.

Stavamo oltrepassando l'entrata dell'inferno.

Quando Michele scacciò Lucifero dal paradiso, la forza di gravità lo spinse verso il basso e le sue possenti ali vennero strappate, si dice che il suo urlo di dolore ancora tormenti i sogni di Michele, anche se erano fratelli, lui scelse Dio.
Lucifero diventò angelo caduto, questo termine ci venne affibiato proprio per questo motivo, perdendo le sue ali cadde, sfracellandosi al suolo, l'impatto fu talmente forte che generò un terremoto e diede origine ad un vulcano. L'ex serafino essendo immortale, non morì, ma patì ogni organo, muscolo od osso rotto, il processo di rigeneramento durò un mese e ciò non fece altro che accrescere il male dentro sé.
Quel giorno promise vendetta e Dio pianse al pensiero di aver perso il suo figlio prediletto, così, per la prima volta, la terra fu bagnata dalle sue lacrime.

Le stesse lacrime, stavano cadendo anche ora e dalla mia "finestra" potevo vedere le buche che si andavano a colmare.

Le mia stanza si trovava ai piani più alti, grazie ad una magia, fatta dalla sorella di mia madre, avevo una parete completamente trasparente, riuscivo a vedere fuori, ma da fuori non si poteva vedere il dentro, era come se Electra, questo era il suo nome, avesse cancellato la roccia, almeno alla vista, perché se andavi a toccare la potevi benissimo sentire. Da piccolo passavo ore ad osservare tutto ciò.
Mio padre mi sgridava poiché perdevo ore di studio, intimandomi che l'avrebbe fatta togliere, ma io sapevo che non era possibile, Electra aveva abbandonato l'inferno e nessun altro poteva fare l'incantesimo inverso.

Quando scoprimmo che fine avesse fatto la strega andammo entrambi su tutte le furie, aveva scelto gli umani e gli angeli come passatempo, piuttosto che noi, lei per me era come una seconda madre, dato che quella vera ci abbandonò alla nascita di mia sorella, diedi sempre la colpa per tutto ciò a Ferre e ci credevo fermamente, così nacque un odio verso quello scricciolo, che in realtà non mi aveva mai fatto nulla.

Ed infine la goccia che fece traboccare il vaso. Dopo le molteplici ricerche di mio padre per scoprire che fine avesse fatto la donna da lui amata, la scoprì madre di altri bambini e moglie di un altro uomo.

Però non gli bastò solo un umano, lei giacque anche con Michele, con cui diede vita ad una bambina, Clehael.
Mio padre non poteva sopportare una cosa del genere, avrebbe anche tentato di perdonarla se si fosse limitata all'umano.

La sua ossessione poi, diventò la ragazza.

Mi incaricò di cercarla, così andai fra gli umani, portando con me anche Ferre, che per mia sfortuna insistette talmente tanto, che mio padre non volendo più sentirla, acconsentì.

Il primo giorno in quella classe l'avevo subito notata, era identica a mia madre, tant'è che quando le parlai per sbaglio la chiamai Lilith.
Fortunatamente lei non capì, doveva sapere veramente poco sulla storia dei rispettivi regni.

In più si mise in mezzo anche Mark, il ragazzo di Cassandra, lui voleva bene a Clehael, lo notai dagli sguardi che le rivolgeva, mentre lei era ignara di tutto, non accorgendosene.
Alla festa cercò di avvertirla, voleva che si allontanasse da me, origliai il loro discorso, i demoni avevano un udito sviluppato, andai su tutte le furie, tanto da tiragli un cazzotto, una volta rimasi soli.
Era il ragazzo di mia sorella, doveva occuparsi del bene della famiglia, non di quello di un mezzo-angelo.

Pian piano Clehael era diventata il mio pensiero fisso, mi svegliavo con l'intento di spiarla, mi addormentavo cercando di arrivare a conclusioni su ciò che avevo scoperto durante la giornata.

Anche ora mi sembrava di sentirla...
Poi però udii qualcosa scontrarsi contro la mia porta e questa volta fui convinto di non immaginarmelo.

Corsi verso essa spalancandola e cio che vidi mi fece ribrezzo.

Lei era stesa a terra sconvolta, mentre un qualsiasi demone stava tentando di avvicinarsi.

Come diamine aveva fatto ad uscire dalla sua stanza?!

Solo una sconsiderata, per di più avente sangue angelico, girerebbe da sola nei gironi infernali.

Mi apprestai a soccorrerla, mio padre mi ucciderebbe se sapesse una cosa del genere, quindi diedi un pugno in pieno volto al demone e trascinai lei all'interno della mia stanza.

Clehael si girò incredula, ma quando mi vide cambiò espressione.

Ora mi aspettavo delle spiegazioni.

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