Capitolo 6

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<<Mio fratello è sempre il solito>> disse scoraggiata Ferre.

<<Se vuoi posso non andare con lui>> gli risposi.

<<Lui non accetta rifiuti, poi se la prenderà con me, è meglio che tu vada con lui.>>
Mentre esclamava questa frase mi sembrava molto impaurita, cosa potrà mai fargli Lux?

Si era fatta l'ora di uscire, Ferre mi superò, varcando per prima la porta diretta alla macchina del fratello. Non potei fare a meno di notare il suo abito, nonostante ne avesse molti di belli ha preferito indossare qualcosa di sobrio, una gonna a vita alta attillata ed una semplice mezza manica grigia.

Stavo per aprire la portiera dei sedili posteriori quando una mano mi bloccò il braccio, mi girai e rincontrai di nuovo quelle due fessure di ghiaccio.

<<Tu siediti davanti>> esclamò.

Lo accontentai senza pretesti, amavo stare ai posti accanto al guidatore, potevo vedere tutto ciò che mi circondava all'infuori della vettura.

Una volta che anche Sabrina fu salita, partimmo.

Un silenzio imbarazzante regnava fra di noi, Sabrina accorgendosene provò a far partire un dialogo.
<<E quindi,>> disse la mia amica, <<vi siete trasferiti da poco, da dove provenite?>>

<<Non credo siano affari tuoi>> esclamò secco il ragazzo al mio fianco.

Quanto era odioso.

<<Scusalo, lui è così>> intervenne subito la sorella.

<<E tu cosa ne puoi sapere di come sono io?>> ribatté lui.

Mi stava dando urto, non la poteva trattate così.

<<Vedo che a qualcuno è andata storta la giornata...>> dissi a bassa voce, ma lui in qualche modo riuscì comunque a sentirmi, dato che mi guardò con sguardo truce, ma fortunatamente non disse nulla.

Fu così che continuammo per tutto il tragitto: in silenzio.

Scesi dal veicolo ci trovammo di fronte ad un grande centro commerciale, ne varcammo l'entrata e ci dirigemmo infondo al corridoio del secondo piano.

L'alta musica ci accolse nell'ampia sala di forma rettangolare, in entrambi i lati erano disposti dei tavolini con delle poltrone, ovviamente tutte occupate, in fondo vi si trovava la postazione del DJ ed accanto un mini bar che serviva bevande alcoliche e non.

Guardai Lux che si incamminò subito verso il bar e mi sbrigai a seguirlo.

Sentii gli occhi di tutte addosso, ma decisi di non farci caso.

Ordinò una bevanda per sé stesso di cui non capii il nome, poi si girò verso di me.
<<Cosa vuoi?>>

<<Emh...>> vacillai per un momento sulla risposta, gli angeli non potevano cadere nel vizio dell'alcool o della droga, quindi sperai che il bar avesse un'aranciata.

<<Un'aranciata>> infatti gli dissi.

Scosse la testa ridendo, cosa avevo detto di così buffo?

<<Da quando una diciassettenne va ad una festa piena di superalcolici e beve solo un'aranciata?>> smise di ridere e poi continuò, <<e poi la mia domanda non era riferita alla bevanda, ma al fatto di te che mi segui.>>

Rimasi immobile, era lui che mi aveva chiesto di stare con lui alla festa e poi mi dice perché lo seguo? Che tipo di significato da lui alla frase "stare insieme ad una festa", si aspettava che io stessi dall'altra parte della sala a farmi i miei affari?

In allibita ed infastidita giro i tacchi e me ne vado. Per evitare di passare in mezzo alla gente che balla decido di camminare di fianco ai tavolini, fino a quando da uno di essi si sporge una mano che mi afferra.

Mi giro ancora evidentemente arrabbiata per la scena avvenuta pochi secondi fa e non posso fare a meno di arrabbiarmi di più non appena vedo a chi è collegata questa mano.

<<E tu cosa vuoi ora?>> dico con disprezzo.

Ma che razza di angelo sono? Oh se mi sentisse mia madre...

<<Beh mi aspettavo più un tanti auguri od un buon diciottesimo compleanno>> disse Mark, evidenziando le due frasi mimando delle virgolette.

Già, era il suo compleanno. Che stupida me ne ero anche scordata.

<<Scusami, buon compleanno>> dissi rigitandomi tentando di andarmene, ma la sua presa sul mio braccio non si sciolse, anzi mi sentii tirare e non so come mi ritrovai sulle sue ginocchia.

Confusa blaterai un "ma cosa..."

<<Non ti ho fermata per farmi gli auguri>> mi disse il moro.

<<Senti Mark non sono in vena di giochetti, perciò chiama la tua ragazza e fai mettere lei sulle tue ginocchia>> dissi cercando di alzarmi, tentativi vani dato che lui me lo impediva, stanca di questa situazione gli urlai, <<mi spieghi cosa vuoi da me?>>

<<Solo farti alcune domande.>>

Domande? Cosa potrà mai voler sapere da me?

<<Del tipo?>> chiesi.

<<Del tipo perché sei venuta con il nuovo arrivato alla festa e perché lo hai abbandonato?>>

Scioccata scossi la testa.

<<Sono affari miei, non mi sembra che io ogni volta che ritorni con quella>> già, non l'ho mai chiamata per nome, per me è sempre stata "quella", <<vengo a chiederti i dettagli>> conclusi.

<<Clehael voglio solo che tu stia lontana da quel tipo, non è una persona affidabile.>>

Le lacrime iniziarono a salire, ma le ricacciai dentro, no non potevo, dovevo essere forte.

<<Perché tu invece lo sei? Stammi lontano, per il bene di entrambi>> dissi con amarezza riuscendo finalmente ad alzarmi.
Nonostante fossi già girata di spalle il suo grido rivolto a me fu nitido: <<Hai scambiato i nemici, non è da me che devi stare lontana.>>

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