3. Signora

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Per una settimana non la vide più.
Era da due giorni in America con Scorpius e si trovavano in piscina quando sentì il cellulare suonare, ci mise un po' a capire da dove provenisse quel suono.
Scattò fuori dall'acqua e si asciugò per mani prima di cercare l'aggeggio tra i vestiti.
<< Herm? >>
Di sottofondo c'erano solo singhiozzi.
<< Dra-co? >>
<< Herm? Hermione mi senti? >>
<< Dra... spera-vo ri-spondes-si. >>
<< Hermione che succede? >>
<< Papà! >>
<< Aspetta Scorpius. >>
<< Lui... l'ha... l'ha rifatto. >>
<< Sei ferita? Grave intendo? >>
<< N-no ma... il cancel-lo no-n si è a-perto e mi... sono spaven-tata. >>
<< Io ci metterò un po' ad arrivare. Sono in America e devo recuperare la roba ma sarò lì tra poco. >>
<< No... Dra non- >>
<< Non ti lascio sola. Nel giro di quaranta minuti sono lì. >>
<< Okay. >>
<< Arrivo Hermione. >>
<< Okay. >>
Chiuse la chiamata e si vestì in fretta e furia.
<< Scorpius esci. Dobbiamo andare. >>
<< Ma papà! >>
<< Niente 'ma' Hyperon. Forza esci e vestiti anche velocemente. >>
Ci misero venti minuti ad arrivare.
Hermione era seduta sul divano quando li vide uscire dal camino.
<< Draco. >>
<< Scop porta la tua roba in camera. >>
<< Hermione! >>
<< Scorpius ora. >>
<< Si papà. >>
Si avvicinò alla donna che aveva un occhio contornato rosso-viola e il labbro spaccato.
<< Quando ti accorgerai che è come se ti facessi male da sola? >>
<< Draco, ti prego... >>
<< Ti prego cosa Hermione?! Ti sto mostrando la verità!! >>
Le alzò il viso.
<< Questo -disse passandole un dito sul labbro- non è amore! >>
Lei si staccò.
<< Fai... fai solo quello per cui sei pagato. >>
Draco abbandonò le braccia lungo i fianchi colpito da quelle parole.
<< D'accordo. >>
La medicò in poco tempo senza dire una parola.
<< Ho finito. Ti manderò il conto. >>
<< Dra... >>
Lui guardò la mano di lei tesa verso se stesso.
<< Mi volevi professionale? Sono professionale, freddo e distaccato, faccio quello per cui sono pagato niente di più. >>
<< Io... non... >>
Abbassò lo sguardo e scese dal lettino dandosi della stupida ma non passò molto tempo prima che Draco l'afferrasse per un polso e la stringesse a se.
<< Ehi... >>
Hermione poggiò il viso sul suo petto abbandonandosi a quel calore.
<< Mi dispiace di avervi strappato dalla vostra vacanza. >>
<< Figurati, ci torniamo quando vogliamo e magari vieni con noi. >>
<< Sarebbe bello. >>
<< Già. >>
Le accarezzò il viso.
<< Vuoi stare un po' qua? >>
<< Non lo so... dovrei essere al lavoro. >>
<< Sei stata male Hermione. >>
La sera lei era di nuovo sulla soglia di quella casa.
<< Draco? >>
<< Hermione! Dio, due volte in un giorno non era mai successo! >>
Cercò di calmarla e la portò in camera.
<< Sta notte dormi qua. >>
<< Non posso- >>
<< Niente storie! Non ti lascio tornare a casa. Quando è troppo è troppo! >>
<< Si incazzerà. >>
<< Ti fidi di me Hermione? >>
La riccia annuì.
<< Dormi qua, domani vai al lavoro e -anche se preferirei tornassi qua- andrai a casa. Lui avrà avuto il tempo di calmarsi. >>
<< Va bene. >>
<< Per qualunque cosa io sono nella stanza a fianco. >>
<< Grazie. >>
Draco le baciò la fronte e sorridendo uscì, Hermione invece crollò subito nel sonno fortunatamente senza incubi.
Quando dopo il lavoro tornò a casa Ron non c'era.
Preparò la cena e si sedette sul divano a leggere.
<< Pensavo non tornassi. >>
<< Invece sono qui. >>
<< Dove sei stata? >>
<< Da Susie, come sempre. >>
Lui la guardò sottecchi poi si tolse il cappotto e si avvicinò; lei gli andò incontro e lo baciò sentendosi dolcemente stretta tra le sue braccia.
Ronald scese lentamente segnando con dei piccoli baci il percorso per arrivare al collo di lei facendola ansimare e gettare la testa indietro per assecondarlo.
<< Ron... >>
<< Si. >>
<< La cena... si raffredda. >>
<< La riscalderemo. >>
La sollevò in braccio e la poggiò sul divano, lì le slacciò i pantaloni.
<< R-Ron... >>
L'uomo emise un lamento contrariato e la guardò.
<< Andiamo in camera. >>
<< Va bene. >>
Sul letto il rosso le sfilò la maglia insieme alla felpa mentre la donna gli slacciava la cintura e i pantaloni.
Ron si infilò tra le sue gambe e una volta pronti la penetrò.
Hermione guardò il viso di suo marito coperto da una maschera di piacere e gli tolse dalla fronte i capelli bagnati di sudore.
Lui, dal canto suo, intrecciò le loro dita e si chinò su di lei a baciarla.
Vennero a poca distanza l'uno dall'altra, Ron uscì da lei e si sdraiò al suo fianco per poi abbracciarla.
<< Mio dio... >>
Le baciò una guancia e tirò su le coperte proteggendo entrambi dal freddo.
Quella pace durò poco, quattro giorni dopo Hermione era di nuovo da Draco.
L'uomo oramai non sapeva più che fare, oltre a ripeterle di allontanarsi e cercare di convincerla a denunciarlo non poteva fare altro.
Quella volta era andato giù pesante, Hermione aveva la parte destra del viso gonfia e violacea, il labbro spaccato e un taglio sulla fronte.
<< Dra... >>
<< Dimmi. >>
Mise a posto l'ultimo barattolo e la guardò.
<< Posso dormire qua? >>
<< Quando vuoi. >>
Le accarezzò il viso dalla parte sana.
<< Lo sai. >>
<< Se volessi... se... se non volessi tornare a casa per qualche giorno? >>
<< Starai qua per qualche giorno. >>
<< Davvero? >>
<< Davvero. >>
<< Grazie. >>
Restò da Draco due giorni e tre notti, l'ultima notte lo pregò di dormire con lei e lui acconsentì.
La guardò addormentarsi e dopo un po' l'abbracciò aspirando a fondo il profumo dei suoi capelli.
La mattina la sentì rigirarsi tra le sue braccia ma non si staccò, aspettò che lei lo vedesse e al contrario di quanto immaginava lei lo guardò e gli sorrise dolcemente.
<< Buongiorno. >>
<< 'giorno. >>
Si mise seduta e lo osservò ancora poi si alzò e scomparì in bagno.
Il biondo si tolse il pigiama indossando i pantaloni e la raggiunse, la bloccò al lavandino e le baciò una guancia facendola ridere.
<< Dovresti farti la barba. >>
<< Hai ragione. >>
Disse passandosi una mano dalla guancia al mento.
<< I miei vestiti? >>
<< Te lo faccio portare. >>
Lo sguardo di Draco si rabbuiò mentre si spalmava la schiuma da barba sul viso.
<< Hai intenzione di andare al lavoro? >>
<< Devo. >>
<< E andrai a casa sta sera. >>
Lei abbassò lo sguardo.
<< Devo. >>
<< No. Non devi; ma non ti obbligherò a restare qua. Ruf! >>
L'elfo spuntò in camera.
<< Ha chiamato padrone? >>
<< Porta di vestiti della Signora. >>
<< Subito. >>
La creatura sparì e lei ridacchiò.
<< Signora? >>
<< Sei sposata, sei una Signora. Per la mia classe i titoli sono fondamentali. >>
<< Lo immagino... Lord. >>
Draco rise e si lavò il viso togliendo gli ultimi residui di schiuma.
Quelle parole fecero nascere tanti pensieri nella testa di Hermione, tutti sulle differenze tra lei e Draco.
Lui era ricco, potente, importante, Purosangue.
Lei non era povera ma nemmeno ricca, non potente dato che il marito, l'uomo che aveva giurato di amarla, la picchiava, importante? questo non lo sapeva, Mezzosangue.
Con l'elfo piombò in camera anche la piccola peste bionda.
<< Mione! >>
<< Ciao Scorpius. >>
<< Ehi soldato. >>
<< Papà! >>
Gli saltò in braccio.
<< Che ci fai ancora in pigiama?! Su! Vai a cambiarti che facciamo colazione tutti insieme. >>
<< Poi usciamo? >>
<< Scop... >>
<< Mi avevi promesso che mi avresti portato a vedere le nuove scope a Diagon Alley! >>
<< Lo so Scorpius... mi è arrivato un appuntamento improvviso. >>
<< Ma papà! >>
<< Mi dispiace. >>
<< Uff... >>
<< Ti prometto che appena posso ci andiamo. >>
<< Va bene. >>
<< Sicuro? >>
<< Si... va bene. >>
<< Vieni qui. >>
Il bambino abbracciò il padre che gli baciò i capelli biondi, segno inconfondibile della stirpe Malfoy.
<< Ora vai a cambiarti forza! >>

Scent of new life || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora