La madre di Chantal era stata una sorta di maga. Il modo in cui era riuscita a provvedere a sé e alla figlia quando era rimasta sola derivava da insegnamenti che le donne di famiglia si erano trasmesse di generazione in generazione: la cartomanzia, la chiromanzia, la stregoneria.
Chantal aveva in buona parte imparato quelle arti a sua volta, anche se, per ovvie ragioni, non direttamente dalla madre. Non aveva mai pensato di farne un mestiere: Sono soprattutto trucchetti, i maghi sono sostanzialmente gli antenati degli odierni psicologi, o forse è persino più corretto paragonarli ai mentalisti..., si disse salendo le scale verso la soffitta. Tanto vale che io studi psicologia, se voglio elargire i segreti di una vita felice in cambio di denaro. Forse è quello che farò, porterò avanti la tradizione di famiglia ma tenendomi al passo coi tempi...
Giunta davanti alla porta d'ingresso la aprì in un sospiro.
Come sempre, non rivide sua madre nel via vai di gente strana per il corridoio di quel piccolo ambiente domestico, né nelle figure di quello che era stato il suo mazzo di tarocchi, per quanto quel posto le riportasse sempre alla mente tali immagini. E, come sempre, la consapevolezza di trovarsi nel luogo dove l'avevano uccisa non le riportava alla mente altro che un po' di nostalgia.
Perché non mi ricordo di te?
"Se t'innamori scappa!", sembrò riecheggiare nell'aria stantia.
Chantal socchiuse leggermente uno degli abbaini, trasse un respiro profondo, poi si addentrò oltre la porta di vetri colorati e raggiunse la libreria della madre. Rise nervosamente, poi estrasse un manoscritto: "Legamenti". Che ci sia un fondo di verità anche in queste cose?, si chiese, pensando ovviamente a Marc. Ma quanto sono stupida!, si disse poi, scuotendo la testa e riponendo il tomo.
Erano passati dieci giorni, li aveva contati. Marc si era ricordato di farle gli auguri la sera del suo compleanno, dopo che lei l'aveva evitato per tutta la giornata sperando che, sottraendoglisi, lui notasse la sua assenza. E invece niente.
Avrei tanto voluto che mi cercasse... A volte mi guarda così...
Sospirò, si sedette allo scrittoio adiacente la libreria.
Non aspettava che compissi diciotto anni, come invece aspettavo io. Allora non gli piaccio, non come lui piace a me...
Le sue mani presero a sfogliare quaderni e quadernetti: gli appuntamenti di sua madre, ancora lì, sulla carta ingiallita. Poi le caddero gli occhi su una fotografia che la ritraeva da neonata. In un angolo, in basso a destra, era riportato un nome: Émile Duport.
E chi sarebbe? Mio padre si chiamava Alen...
Sul retro dell'immagine, ancora una volta, quella scritta: "Se ti innamori scappa!"
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Mayumi - Chantal e il rifugio sotto la montagna - saga della realtà immateriale
FantastiqueMayumi è una Viator: è in grado di viaggiare tra la dimensione della materia e quella dell'immateriale. È nata e cresciuta in un piccolo paesino nella prefettura di Okinawa, ma l'essere entrata in contatto con l'ordine dei demoni viaggiatori ha scon...