Epilogo.

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Arrivarono alla nave e, dopo aver dato l'ordine di levare immediatamente l'ancora e mettersi in viaggio, l'uomo la portò nella sua cabina e la stese dolcemente sul letto.
Passò un bel po' di ore ad accarezzarla e guardarla, quando intravide degli impercettibili movimenti, chiari segni del suo imminente risveglio.
Elizabeth aprì gli occhi e si guardò intorno, intercettando immediatamente lo sguardo del riccio e riconoscendo l'ambiente in cui si trovava -cosa ci faccio io qui?-
-C'era un grosso incendio, tu eri priva di sensi, così ti ho portata qui.-
-E Lord Malik?- chiese allarmata, se fosse venuto a saperlo.
-E' morto- lei lo guardò stupita -il suo cadavere è esploso insieme alla tua casa.-
-Quella non era casa mia.- mormorò.
-Ah no?-
-No..-
-E allora quale è casa tua?-
-Ti sembrerà assurdo dopo tutte le cose che ti ho detto, ma anche se non lo merito, casa mia è qui, insieme a te.- proferì a bassa voce e senza guardarlo, avendo paura che avesse uno dei suoi scatti d'ira.
-Perchè dici di non meritarlo?-
-Perchè ti ho mentito, perchè sono una stupida, perchè ti ho ferito, perchè ho avuto paura, perchè..-
Harry trovandola irresistibile, senza indugi cedette al desiderio di zittirla, posando le labbra sulle sue e rubandole un appassionato bacio.
Quando dopo parecchio tempo si staccarono per mancanza d'aria, lui le morse il labbro inferiore, non troppo forte, ma abbastanza per provocarle un lamento di dolore.
-Ahi, e questo perchè?-
-Louis mi ha raccontato tutto, non ti azzardare a farlo mai più o giuro che verrò a cercarti in capo al mondo per strozzarti, mi hai fatto perdere dieci anni di vita lo sai?- la incenerì, era così bello con le sopracciglia e la fronte corrugate.
Lo sguardo verde di sfida.
-Era necessario, se non l'avessi fatto saresti morto.- tentò di giustificarsi.
-Non è detto, magari avremmo vinto-
-Duecento uomini contro venti? Si, una vittoria schiacciante.- lo canzonò.
Harry la guardò e decise che era il momento di fare quel che aveva rimandato per troppo tempo ormai - Elizabeth devo dirti una cosa.-
La sua voce che accarezzava il suo nome mentre lo pronunciava la fece sorridere dolcemente.
-Dimmi.- lo scrutò poi un po' preoccupata.
-Mi sono innamorato di te, e non posso sopravvivere senza te al mio fianco-
Lei si aprì in un sorriso luminoso e sospirò.
Entrambi seduti sul letto percepirono una sorta di fremito dai confronti dell'altro.
-anch'io ti amo.-
-Questi mesi senza di te sono stati un vero inferno.- confessò parlando a voce sempre più bassa.
Lui allungò una delle grandi mani su una guancia di lei accarezzandola piano quasi con paura di poter scalfire quella candida pelle.
Era una vita che non tremava mentre toccava una donna.
Cosa gli faceva? Non avrebbe mai smesso di chiederselo.
-Anche per me, era come se fossi morta, come un'automa dormivo, mangiavo, parlavo.. ma non vivevo sul serio-
Ella portò una delle sue esili mani su quella del capitano e socchiudendo gli occhi si beò dem dolce gesto.
Lui piano sorrise sospirando.
Non credeva fosse possibile avrla li, ancora.
-Per cui voglio chiederti, anche se capisco che sei vedova da sole poche ore, ti andrebbe di sposare il più spietato e temuto pirata dei sette mari?- le fece un sorriso incerto.
Lei trattenne il fiato, spalancando gli occhi socchiusi lentamente, il mare e il cielo si scontrarono in quelle pozze che erano i loro occhi.
D'impedo di arpionò al suo collo abbracciandoglielo.
-si, si, si..-  si allontanò dal suo collo dove il capo aveva nascosto e le sue labbra si sco trarono con quelle appartenenti al capitano.
Lo baciò con irruenza, per tutte le volte che avrebbe voluto farlo ma non le era possibile e quando si staccarono rimasero a guardarsi con intensità.
-Devo avvertirti, la nostra vita non sarà facile, ci daranno la caccia, dovremo scappare, nasconderci, non ci saranno né maestosi balli né grandi cene con la nobiltà.-
-Non mi è mai importato nulla né delle cene e neppure dei balli, e non mi importa nemmeno del resto, io voglio stare insieme a te.-
-Va bene.-
Lei rise felice e un altro schiocco provocarono le loro labbra.
Si spostò a cavalcioni su di lui.
-Sai, stavo facendo un bel sogno.- si stiracchiò mugulando mentre negl'occhi di lui poteva vedersi chiaramente l'innamoramento per lei che ormai era solo sua.
-Che cosa stavi sognando?- chiese curioso con tono calmo e roco.
-Noi due..- rispose vaga.
-Sono d'accordo con te, era un bel sogno- annuì sorridente.
-.con il nostro bambino- sbirciò la sua espressione pietrificata dallo stupore -è tuo, non ci sono dubbi, Lord Malim è, era sterile-.
Il sole appena sorto illuminava i suoi lineamenti in modo da renderlo ancora più bello, a parte la bocca spalancata in quel momento, poteva dire che fosse davvero perfetto.
-Harry?- lo richiamò preoccupata.
Il riccio l'abbracciò strettissima e poggiò una mano sulla pancia appena arrotondata -mio figlio-
-Si.- sorrise.
La guardò e posandole una mano dietro il capo glielo chinò per baciarla, ora si che era felice, aveva la donna che amava al suo fianco e suo figlio che in pochi mesi avrebbe allietato la loro vita.
Fece un ghigno spietato -attenta ragazza, adesso non mi scappi più. Siamo all'alba dei pirati.- esordì accarezzandole il ventre.
L'alba dei pirati si, il nostro inizio.

Fine

Hey ragazze.
Ho portato a termine questo lavoro e vorrei dire un grazie speciale alle ragazze che non si sono mai stancate di seguirmi nonostante i miei clamorosi ritardi.
E un grazie anche a tutte le altre che hanno commentato, votato o anche semplicemente visualizzato la storia.
È stato un piacere navigare con voi.
-Elis. Xx

{Se vi va passate a dare un'occhiata alla mia seconda storia, "Anymore."}
♡♡

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