All'età di 13 anni, ho preso l'aereo per la prima volta e sono andata a Parigi con mio padre e mia nonna.
L'idea non mi entusiasmava molto, anzi, mi terrorizzava.
Le ore prima della partenza sono state drammatiche, il viaggio una tortura. Lacrime, vomito.
Proprio non ci volevo andare, a Parigi.
Appena ho messo piede fuori dall'aeroporto mi si è congelato tutto il corpo. Era dicembre, quasi la vigilia di Natale, e la neve non avrebbe tardato ad arrivare.
Mentre ero sul bus, guardavo fuori dal finestrino e ricordo di aver detto "Non è poi così bella come dicono".
Ma poi, poi... in un attimo è cambiato tutto. All'improvviso, eccola lì, in tutto il suo splendore... Parigi. Il centro storico. Ed è stato subito amore. Aveva avuto la capacità di stregarmi, rapirmi, in un battito di ciglia. Fu così che mi innamorai di lei. Così capricciosa, chic, scintillante, romantica, incantevole. Parigi è arte, è poesia. Profumi, sapori, magia. L'ho amata, l'ho amata da morire, e la amo ancora. Parigi è come un grande amore lontano per me. Mi manca, la penso, fremo perché voglio rivederla.
Ogni volta che vedo la Tour Eiffel, piango. Piango sul serio. Mi emoziono in una maniera che non riesco nemmeno a descrivere. Quando cammino per quelle strade meravigliose, mi sento viva, mi sento a casa. I tetti di Parigi, poi, mi hanno fatta innamorare. Ogni tanto sogno di sedermici per osservare dall'alto tutta la città e respirare, sognare.
Ma le mie radici in realtà sono in un piccolo paesino a sud della Francia, nel dipartimento della Loira. Nulla a che vedere con Parigi. Niente opere d'arte, niente boutiques, paesaggio montano, negozietti molto carini, regna la pace. Mi ricorda il villaggio della Bella e la Bestia. Ed è lì che è nata mia nonna, lì che è sepolto il mio bisnonno. Una sera di qualche anno fa, proprio mentre eravamo lì, mia nonna mi ha raccontato tutta la storia della sua famiglia. Fuori nevicava, avevo la testa posata sul cuscino ed immaginavo tutto. Le parole di mia nonna diventavano immagini nella mia testa. Ho adorato quel momento.
La Francia mi è entrata fin dentro le ossa, come il freddo pungente di Parigi. E io l'amo. Amo tutto ciò che la riguarda. E se è vero che molti francesi sono razzisti e poco educati, vi posso assicurare che sul mio cammino ne ho incontrati di meravigliosi. Un pensiero va a te, mon amie, che adesso vivi fra le stelle.
La Francia, che meraviglia! Ogni volta che ci vado, lascio un pezzo di cuore. E a dirla tutta, non ci torno da troppo tempo. Devo andare a riprendermelo. Oppure ne lascerò un altro pezzetto.
A volte nella mia mente fantastico di rimanere lì per sempre.
Ma poi penso che è bello partire, è bello tornare.
Senso di appartenenza. Radici. Radici ed ali per tornarci.
Spero presto.
E non rileggerò questo pezzo, no. L'ho scritto di getto, di pancia, di cuore. Scusatemi.
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Just Jess.
General FictionC'è chi comincia a correre prima di imparare a camminare. A me è successo così con la scrittura. Avevo quattro anni ed ho scritto la mia prima storia, piena zeppa di errori grammaticali. Per me, scrivere è come respirare. Le parole so...